Guardare, curiosare, scoprire... ecco la ricerca!

Storia scritta e pubblicata da Serena
Serena - Studio e Formazione

Da bambina mi è stato regalato un microscopio: da subito ho iniziato a ispezionare qualunque cosa mi capitasse sottomano, qualche anno più tardi, durante le superiori, ho capito che il mio sogno era fare ricerca.

Ricordo di essere stata felicissima quando ho scoperto che esisteva un corso universitario focalizzato proprio su questo: ho passato il test per Biotecnologie e ho iniziato la mia vita da Studentessa Universitaria. Biotecnologie è un Corso di Laurea ibrido, a cavallo tra varie Facoltà e discipline, in grado di dare le basi per poter fare ricerca innovativa in svariati campi sfruttando soprattutto la Biologia molecolare (DNA, enzimi, batteri…). Insomma, ti insegna a comprendere come funzionano gli organismi a livello molecolare e come possono essere utilizzati per altri scopi, ad esempio per depurare suoli e acque, produrre proteine ed enzimi, modificare organismi, migliorare processi di fermentazione e molte altre cose.

Grazie ad una borsa Erasmus, nonostante le opinioni negative di molti professori universitari, sono riuscita a trascorrere il mio ultimo anno di Università in Olanda: andare all’estero per qualche mese è un’esperienza che consiglio a tutti! È stato un anno bellissimo! Ho migliorato l’inglese, ho imparato a vivere in uno stato diverso, fare amicizia con persone da tutto il mondo e, per la prima volta, ho lavorato per un progetto di ricerca in un’Università straniera…wow, il mio sogno si stava realizzando!

Finito l’Erasmus mi sono Laureata e mi sono trasferita a Firenze per iniziare il Dottorato di Ricerca…che emozione! Nuova città, nuova vita e nuovo progetto di ricerca…

Il Dottorato, però, è un periodo difficile: per la prima volta sei completamente indipendente e inizi a confrontarti in prima persona con i PROBLEMI dell’Università Italiana e con i problemi del tuo progetto di ricerca… stai facendo cose che nessuno ha mai fatto. Nella stessa giornata, quando ti dedichi al tuo progetto di ricerca, puoi ritrovarti a passare, nel giro di poche ore, da sentimenti vicini alla depressione alla sensazione di essere invincibile! Un progetto di ricerca, infatti, può andare bene o può andare male, bisogna imparare a cambiare strada e strategia ogni volta che qualcosa non funziona, bisogna imparare a riconoscere gli errori e trovare nuove soluzioni…questa è la vera ricerca!

Dopo il dottorato inizia un periodo di limbo burocratico, fiscale e lavorativo: il postdottorato, meglio conosciuto in Italia come Assegno di ricerca. In teoria tutto sarebbe bellissimo, hai finalmente un contratto per fare ricerca! Pensi “ho un lavoro finalmente!”… e invece no: non ti sono riconosciuti molti dei diritti di un normale lavoratore, spesso, anche se non hai orario fisso, ti trattano come se dovessi timbrare il cartellino ma, soprattutto, questo contratto non ti garantisce alcun futuro…

Sei troppo specializzato per essere considerato dalle aziende e l’Università italiana ora non ha la capacità economica per stabilizzare il personale che fa ricerca (solo una piccola percentuale potrà avere questo privilegio)… Non sono di certo la pessimista del momento: è nato infatti un movimento nazionale dei #ricercatorinonstrutturati che sta cercando di portare avanti alcune battaglie importanti  (http://www.ricercatorinonstrutturati.it/) .

 Una nota positiva è arrivata però grazie all’Assegno di ricerca cofinanziato dalla Regione Toscana; infatti ho potuto continuare il mio progetto di ricerca con entusiasmo. Ho potuto sfruttare questo periodo per continuare a scoprire come funziona una piccola proteina che regola la contrazione del cuore e, nel frattempo, mi sono ingegnata per trovare nuove prospettive al mio futuro lavorativo…in questo momento per me la “partita” lavoro è ancora del tutto aperta: potrei continuare a far ricerca, entrare in azienda o fare la Biologa Nutrizionista! Chissà….di sicuro sono pronta a tutto…anche a tornare a fare la cameriera!

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