Martina / #studioeformazione

Chiamatemi pure Mlle Bequilles!

Scritto e pubblicato da Martina
Martina - Studio e Formazione

Ebbene si, vi chiederete il perché di un nome talmente bizzarro, la cui traduzione in italiano è letteralmente “Signorina Stampelle” ?

Beh perché la mia avventura a Bruxelles della durata di 2 mesi è stata tutta all’insegna delle mie fide compagne di viaggio, le stampelle appunto. Ho saputo della partenza con il progetto di mobilità trans-frontaliera MO.VE. (Mobility Versilia) a luglio 2014 ma allora ero ben lontana dal sapere che di lì a 3 giorni dalla partenza stabilita per l’8 settembre (2014) mi sarei rotta un ginocchio. Eggià quando si tratta di partire per fare cose belle l’imprevisto è sempre in agguato! Nonostante gli infiniti inconvenienti del caso e con l’aiuto di Francesco, il Responsabile del Progetto sono riuscita comunque a partire posticipando di qualche giorno la partenza.

Questo progetto coinvolgeva più persone per cui la Dea Fortuna ha fatto sì che non fossi mai da sola. Al mio arrivo in serata a BXL con più di due ore di ritardo perché il taxi che avevo riservato, facendo presente la mia impossibilità nel camminare, mi ha letteralmente lasciata sulla sedia a rotelle con cui, nel caso non lo sappiate, è obbligatorio muoversi all’interno dell’aeroporto. Tra una prima lacrima e il panico incombente con l’aiuto del ragazzo che mi aveva in carico per il trasporto in aeroporto sono riuscita ad avvicinarmi ai taxi collettivi posteggiati giusto davanti all’uscita e mi sono fatta avanti chiedendo loro aiuto affinché mi portassero fino al residence invece che fino alla Gare de l’Est. Sono stata fortunata, mi è stata tesa la prima mano da persone che non avevo mai visto prima che mi hanno presa in braccio e lasciata davanti al 12 di rue des princes dove le mie colleghe, divenute poi mie grandi amiche, erano sull’uscio ben preoccupate per il ritardo ad aspettarmi. Prima domanda posta è stata: “A che piano sarò?” Per fortuna c’era l’ascensore, altrimenti sarei morta a fare i due piani di scale. Da brava ultima arrivata ho avuto il posto d’onore nell’appartamento da 3 al piano più basso che sarebbe poi divenuto più una comune che un semplice alloggio dove con le altre ragazze trascorrevamo il tempo libero tra una tisana, una cioccolata e tante chiacchiere.

Il giorno dopo essere arrivata sono andata direttamente sul posto di lavoro per intraprendere la vera avventura. La EuroPartners & Associés, una società belga attiva nell’europrogettazione e nel settore delle Piccole e Medie Imprese dove da subito la mia collega ha mostrato oltre che una direi quasi “OVVIA” compassione vedendomi stampellaia e dolorante, una grande disponibilità e col tempo anche qui, dell’affetto. La mia Tutor dal primo momento si è mossa per rendermi ogni cosa più facile possibile.

Si, non vi ho ancora raccontato la cosa più “divertente” avvenuta esattamente dopo 9 giorni di permanenza.. et voilà, il mio autobus mentre tornavo a casa ha avuto un incidente e il mio ginocchio mal concio ha finito col distruggersi  definitivamente 🙁 . Di lì tirocinio/fisioterapia/tirocinio/casa; una routine per niente male che mi ha accompagnata fino all’ultimo giorno.

Tornando alle cose serie, anche se credo che l’obiettivo di questo diario sia quello di condividere davvero ogni cosa successa, posso tranquillamente dire di essere (almeno in senso figurato!) caduta in piedi, la società lavorava su argomenti di mia competenza, ero quasi quotidianamente in Parlamento Europeo visto che oltre alle attività strettamente connesse ai partner della Società supportavamo l’attività, in alcune Commissioni Parlamentari, di una delegazione. Interessantissimo perché essendo spesso le Commissioni nello stesso orario io e la mia collega dovevamo necessariamente separarci e lavorare ognuna per proprio conto. Tranquill*, non davo per niente nell’occhio quando entravo al suon di stampelle! In Parlamento è facilissimo conoscere giovani stagisti e il confronto è all’ordine del minuto, non del giorno, basta solo non lasciarsi troppo trasportare dall’entusiasmo perché la competizione poi al di fuori è altissima e “nessuno guarda in faccia nessuno”. Due mesi di lavoro intenso, tra ricerche, report, agende e colloqui un po’ in ogni dove per scovare partner interessati, attività di lobbyng e la Tutor sempre alle calcagna perché il nostro lavoro fosse impeccabile. Fare nottata a revisionare il lavoro, quasi come fossi tornata a scuola con i compiti da dover necessariamente portare a termine e le scadenze sempre in agguato. Tanta pressione, tanto stress ma poi anche tanta soddisfazione nel sentirsi dire “bien joué”.

La mia Bruxelles come avrete capito è stata però molto di più, dalle risate e i pianti per le delusioni d’amore, il mio compleanno a sorpresa e la mia espressione inebetita dallo stupore perché ero lì da nemmeno 2 settimane.. alla spesa fatta dalle mie coinquiline perché “se no sforzi il ginocchio!”, le foto scattate a mia insaputa mentre per lenire il dolore dormivo in posizioni davvero irripetibili, le gite fuori porta nonostante l’handicap, le foto a zonzo la domenica, i mercatini, il bel tempo che non ci ha quasi mai voltato le spalle,  i sorrisi e le lacrime per la fine, un nodo alla gola che rendeva davvero difficile dirsi: “A presto!” piuttosto che a dopo.. Sono stata fortunata, sono state loro le mie vere stampelle: Alessandra, Carlotta, Francesca, Giulia, Greta, Irene. Grazie.

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