Storia di un fisico ai giorni nostri

Scritto e pubblicato da Rosa
Rosa - Studio e Formazione

“Studio Fisica”, una frase che ogni volta pronunciata alimenta stupore, curiosità e ammirazione. La mia storia comincia a Napoli, dove ho compiuto il mio percorso di studi. Ancora oggi non so dare una risposta chiara a chi mi chiede il perché di questa scelta. Certo a liceo mi piaceva studiare.

Mi sono ritrovata quasi per caso in un corso “sperimentale” che prevedeva l’insegnamento della Fisica sin dal primo anno, ma allo stesso modo amavo gli studi umanistici, perdermi nel pensiero dei filosofi, leggere i testi più disparati e fare il compito in classe di italiano per versare in quelle poche righe il mio mondo sentito.

Una miscela di innocente presunzione e incoscienza innescò in me la voglia di mettermi alla prova con qualcosa di difficile e singolare, e così, senza nemmeno pensarci troppo, scelsi di studiare Fisica, “… e vediamo che succede”, pensai.

percorrere questa strada è un continuo arricchirsi, sia dal punto di vista umano che professionale

Da allora sono trascorsi circa 8 anni, e tanti scalini li ho saliti con questo stesso pensiero nella testa. Oggi, grazie ad una Borsa Pegaso, sono una Dottoranda in Fisica Sperimentale presso l’Università di Siena. ‘Laser’ è la parola che mi sentireste pronunciare di più al giorno. Con i miei studi supporto un gruppo di ricerca attivo presso l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) di Pisa, e la nostra sfida: sviluppare un dispositivo laser ad anello capace di misurare, per la prima volta al mondo in un laboratorio terrestre, l’effetto Lense-Thirring, previsto dalla Teoria della Relatività Generale elaborata da Albert Einstein. Il nome che abbiamo dato all’esperimento è GINGER, acronimo di Gyroscopes IN GEneral Relativity.

Fare il dottorato è una esperienza davvero molto forte. Se si ha la fortuna di lavorare in un contesto stimolante e positivo, percorrere questa strada è un continuo arricchirsi, sia dal punto di vista umano che professionale: il lavoro è sempre in continuo divenire, si ha spesso la possibilità di confrontarsi con gruppi diversi, superare se stessi, cogliere l’occasione di meeting e conferenze per girare un po’ il mondo…

Ma è anche una strada molto difficile: ottenere “il risultato” non è così banale, e un piccolo passo avanti è spesso il risultato di lunghe e frustranti giornate in laboratorio durante le quali pensieri come “non ce la farò mai” possono essere spazzati via soltanto da una irrazionale passione che fanno di questa strada un percorso.

Il futuro? Non mi spaventa. Conosciamo ormai tutti la situazione della ricerca in Italia, i pochi fondi economici di cui dispone, il lungo precariato cui sono destinati i ricercatori, che spesso vedono rinnovarsi contratti annuali (chi è fortunato…). L’avere nessuna garanzia per il futuro mal si concilia con tutto il resto della vita (che “resto” non è…) e sporca anche il più grande entusiasmo.

Non so se dopo il dottorato avrò la possibilità di lavorare ancora in questo mondo e non so fin quando il mio entusiasmo rimarrà pulito. Potrei riscoprirmi un giorno a disinnamorarmi della Fisica e allora mi reinventerò.

Ho imparato a riempire il bicchiere piuttosto che contemplarne la parte piena o pensare a quella vuota. Oggi per me è ancora tempo di “… e vediamo che succede”.

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