Da Siena a Tirana

Scritto e pubblicato da Celik
Celik - Studio e Formazione

Voglio iniziare questo post ringraziando Giovanisì per avermi dato la possibilità di raccontare la mia esperienza di studio e formazione un questo spazio prezioso di storytelling.

Quando ho letto sul sito della Regione Toscana il bando sul Voucher per l’alta formazione all’estero, ho pensato subito di fare domanda. Ho pensato subito che fosse una buona possibilità per rientrare nel mio paese d’origine per conoscerlo meglio, considerando che la mia carriera universitaria l’ho trascorsa a Siena.

Quindi, ho scelto di frequentare un Master in Pubblica Amministrazione presso l’Università  Marin Barleti, a Tirana, Albania,  durante l’anno accademico 2013 – 2014. Questo, dopo aver studiato presso la Facoltà di Scienze Politiche e vissuto nella piccola e meravigliosa Siena per tanti anni.

Un altro motivo importante per cui ho scelto di fare rientro nel mio paese è stata, e purtroppo lo è ancora per molti miei colleghi, la situazione precaria che la nostra generazione vive nel periodo post laurea.

Il mio rientro a Tirana non è  stato facile nelle prime settimane. Quando penso a Siena, penso alla sua tranquillità, alla qualità della sua gastronomia, al suo patrimonio storico e culturale e  all’organizzazione dei servizi, oltre agli amici che sono un tesoro preziosissimo. A Tirana è  tutto un po’ diverso.

Tiran è una città con quasi un milione di abitanti,  sempre rumorosa e con traffico,  in espansione  e sempre con qualche cantiere edilizio aperto, città capitale  sede delle istituzioni del paese e delle rappresentanze  internazionali,  che la rendono dinamica, vivace e caotica nello stesso tempo.

L’esperienza con i miei colleghi del Master e lo staff accademico all’Università è stata molto positiva, in quanto il modello anglo-americano dell’Università e l’interazione con i professori e colleghi durante tutto il percorso hanno aggiunto qualcosa in più alla mia precedente esperienza universitaria. Ho avuto la possibilità di conoscere meglio e in modo dettagliato l’organizzazione  amministrativa del mio paese, la sua amministrazione pubblica, il quadro legislativo attuale, ecc.

Ho avuto modo anche di concretizzare questa esperienza teorica con un periodo di pratica al Ministero del Benessere Sociale e della gioventù, presso il Dipartimento d’Integrazione Europea. Lo staff professionale e molto competente ha reso questa esperienza molto bella, facendomi conoscere in dettaglio il quadro legislativo entro il quale operano, i loro partner locali ed internazionali e il loro metodo di lavoro.

Durante l’esperienza al Ministero, insieme ad altri colleghi, sono stato coinvolto in una campagna globale sulla parità di genere che si chiama #HeForShe, di UN Women Albania. E’ una campagna che mira a coinvolgere i maschi in primo piano a riflettere e diventare loro stessi  protagonisti del cambiamento nei confronti di ogni discriminazione verso le donne.
Una collaborazione  che continua tutt’oggi.

L’esperienza al Ministero è  servita anche come spunto per il lavoro sulla tesi finale, grazie alla collaborazione del Dipartimento del Ministero e del Centro Jean Monnet dell’Università Marin Barleti.
Il lavoro della tesi consisteva sui programmi IPA I (2007 – 2013) e IPA II (2014 – 2020) che sono programmi di assistenza di pre – adesione per i paesi candidati e potenzialmente candidati all’Unione Europea.

Ecco, pensando alla mia esperienza, dopo un  anno e mezzo, la città caotica a cui prima non riuscivo ad abituarmi ora la sento mia. Questo perché  è  una città viva, piena di eventi di ogni tipo e facilmente collegabile con tutte le zone del paese.

Voglio prendere in prestito la citazione sull’esperienza di Victoria Holt: “Non te ne pentirai. Se è bene, è meraviglioso. Se è male, è esperienza”.

Sono molto contento di aver fatto questa scelta, perché nonostante questo di oggi sia un mondo fatto di lauree e medaglie, a me importano le cicatrici che lascia ogni singola esperienza.

E’ stata una bella esperienza e per questo voglio chiudere ringraziandoVi molto per l’opportunità, mi auguro che altri colleghi possano farlo in futuro.

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