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Con la Borsa Pegaso porto la mia ricerca in Svezia

Stefano - Studio e Formazione

Intervista a Stefano Barbera, 27 anni, beneficiario di una borsa di dottorato internazionale Pegaso, opportunità promossa dalla Regione Toscana nell’ambito del progetto Giovanisì, intervenuto alla prima tappa di “Giovanisì in tour” con il Presidente Eugenio Giani, a cui hanno partecipato oltre 100 ricercatrici e ricercatori delle borse Pegaso. A cura di Marco Martinelli, divulgatore scientifico Scuola Superiore Sant’Anna⁣⁣⁣⁣.

Stefano, ci racconti la tua esperienza in connessione da Uppsala, in Svezia, dove stai concludendo il corso di dottorato in Biochemistry and Molecular Biology dell’Università di Siena. Ti è stata già offerta una posizione lavorativa successiva al dottorato, da ottobre 2021, vero?

 Il fatto che la borsa Pegaso ti assicuri un periodo così lungo (fino a 18 mesi) è fondamentale per un ricercatore poiché la comunità scientifica di fatto è fortemente internazionale.

Sono un dottorando ormai al terzo anno in Biochemistry and Molecular Biology. Ho studiato biologia a Siena e, dopo, la magistrale in biologia molecolare. Adesso sto svolgendo la mia attività all’estero con una borsa Pegaso partita inizialmente a 6 mesi e poi estesa a 18 mesi. Per questa iniziativa particolarmente importante devo ringraziare intanto il mio tutor Maurizio Orlandini ed il suo dipartimento per il supporto. Il fatto che la borsa Pegaso ti assicuri un periodo così lungo (fino a 18 mesi) è fondamentale per un ricercatore poiché la comunità scientifica di fatto è fortemente internazionale. Io mi occupo sia di ricerca di base che di ricerca applicata. Per quanto riguarda la ricerca di base la svolgo in ambito di biologia vascolare dove studio una proteina coinvolta nell’angiogenesi che è importante sia in fenomeni patologici che fisiologici come il cancro. Questa ricerca è applicata in una forma di immunoterapia innovativa contro il glioblastoma, una forma di tumore aggressivo al cervello. Da ottobre 2021 continuerò questa ricerca con il gruppo svedese che mi sta attualmente  ospitando.

Interessante. Raccontaci, che cosa ti hanno offerto per il prossimo futuro?

Per chi vuole rimanere nella settore di ricerca c’è il cosiddetto “post-doc” o attività post dottorale, che generalmente è un periodo di circa due anni,  fondamentale per i neo addottorati per vedere nuove realtà, stare in un ambiente multietnico, formarsi e iniziare la propria attività di ricerca per poi, nella migliore delle ipotesi, riportare le conoscenze acquisite nel proprio paese.

Intervista pubblicata il 9/3/2021
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