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Una latinista felice

Scritto e pubblicato da Maria Rita
Maria Rita - Studio e Formazione

Sono siciliana, ho ventisette anni, frequento il Dottorato di ricerca e sono latinista. Anzi, sono una latinista felice.

Sono arrivata a Firenze nove anni fa, facendo un grande salto nel vuoto e lasciando il paesino siciliano di provincia, spinta dalla voglia di cambiare vita, facce, orizzonti. Avevo un’unica, solida certezza che mi aiutava ad affrontare la novità e il distacco dagli affetti e dalla vita di sempre: laurearmi in Lettere Classiche, il sogno più anacronistico e in controtendenza che si possa avere in Italia oggi. Eppure ho preso la mia scelta. Perché sono testarda e ho sempre voluto seguire i miei sogni fino in fondo, anche a costo di andare contro tutto e tutti, e dover affrontare l’inevitabile solitudine.

Il mio sogno era quello di approfondire il più possibile le conoscenze acquisite durante gli anni di Liceo Classico, che per me erano stati troppo pochi. Me ne servivano almeno altri cinque. E sono stati cinque anni di università densi e intensissimi, ritmati da un incessante studio che non sentivo come un “dovere”, come un impegno noioso da rimandare, ma piuttosto come un dono prezioso da non sprecare…
Ottengo la Laurea Triennale, poi quella Magistrale, con una tesi in Letteratura latina, soddisfatta e orgogliosa.
Finisce il mio percorso di studi, ma sento che ancora ho bisogno di studiare, scrivere, dire qualcosa. Quindi provo l’esame di ammissione per il Dottorato di Ricerca, pur con molti timori e dubbi, ma alla fine supero la selezione.

Al di là delle infinite ore passate in biblioteca, la mia esperienza all’estero mi sta permettendo di crescere e arricchire il mio bagaglio di esperienze

Adesso sono passati ormai due anni dall’inizio di questa nuova avventura, che mi ha portata ad immergermi nella letteratura antica con maggiore maturità, spirito critico e consapevolezza delle mie capacità.
La vita del dottorando non è facile: è costellata da momenti di euforico entusiasmo intervallati da istinti omicidi-suicidi, scatenati per lo più dall’ambiente accademico, che non è certo sempre quello scenario idilliaco e armonioso che si potrebbe pensare. È pieno di gente invidiosa e opportunista, che non facilita un tipo di lavoro già di per sé complesso, perché svolto per lo più in solitudine.
Nonostante questo però io mi sento molto fortunata: grazie alla stima della mia tutor e alle amicizie con alcuni simpatici colleghi, e grazie soprattutto al mio lavoro di ricerca che svolgo ogni giorno con devozione e attenzione, posso dire di essere felice. Tanto più che sto scrivendo da Oxford, città splendida e perfetta per chiunque nutra questo smodato amore per lo studio! Qui per otto splendidi mesi, grazie alla borsa di studio della Regione Toscana, sto avendo la possibilità di continuare le mie ricerche per la tesi, frequentando le più belle biblioteche d’Inghilterra e incontrando altri latinisti folli come me.
E non è solo questo: al di là delle infinite ore passate in biblioteca, la mia esperienza all’estero mi sta permettendo di crescere e arricchire il mio bagaglio di esperienze, confrontandomi con una realtà completamente diversa da quella italiana e imparando sempre qualcosa di nuovo anche nella vita di tutti giorni.

E se oggi sono qui, soddisfatta del mio presente, sentendomi la persona giusta nel posto giusto, nonostante l’ovvio timore per un futuro accademico molto incerto, lo devo in primis alla mia testardaggine e alla mia passione. Una passione che per molti è qualcosa di “morto” (inevitabile la domanda idiota: ma che te ne fai del latino?), ma che per me ha significato tutto, il cambiamento, la crescita, la novità e certamente la sfida più importante della mia vita.

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