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Il mio progetto di ricerca, partito a distanza, ora ha una marcia in più

Rosalba - Studio e Formazione

Rosalba sta beneficiando di un assegno di ricerca in ambito culturale presso l’Università di Siena, opportunità promossa dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì. Noi di Accènti, lo storytelling di Giovanisì, l’abbiamo intervistata per farci raccontare come sta andando avanti questa esperienza iniziata durante l’emergenza Covid19.

Rosalba tu stai beneficiando di un assegno di ricerca in ambito culturale e che nasce da una collaborazione fra l’Università di Siena e l’Ecomuseo Casentino (Ar). Ci racconti meglio il progetto al quale stai lavorando?

Il progetto di ricerca di cui sono parte si chiama LISTEN – Paesaggi Sonori attraverso l’Ecomuseo del Casentino. Nel complesso dura due anni e sono coinvolti: il Dipartimento di Scienze della Formazione, Scienze Umane e della Comunicazione Interculturale dell’Università di Siena, la Rete degli Ecomusei del Casentino, Unicoop Firenze e la Sovrintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. Gli ecomusei sono musei il cui obiettivo è quello di conservare e preservare il patrimonio immateriale del territorio e allo stesso tempo tenere vive le tradizioni millenarie documentate, che altrimenti andrebbero perdute. Il patrimonio immateriale è composto da elementi della tradizione popolare, dal patrimonio culturale documentato anche attraverso registrazioni e video che raccontano di storie di antichi mestieri, tradizioni locali, interviste, racconti, storie orali, biografie e storie di vita di chi popolava il territorio.

Il nostro lavoro sta ripartendo facendo tesoro dalle cose apprese durante l’emergenza

L’Ecomuseo ha quindi il compito di raccogliere tutta la documentazione esistente e renderla fruibile attraverso iniziative culturali. Quando si pensa ad un museo nell’immaginario comune c’è ad un percorso fatto di manufatti o opere da osservare, la diversità e l’innovazione degli ecomusei sta proprio nel rendere attrattivo un percorso in cui ad esempio si osservano e ascoltano racconti, o si riscoprono opere audio o video, che compongono un viaggio fra le voci dei luoghi e le tradizioni del territorio. Il mio progetto in particolare ha proprio lo scopo di valorizzare l’ingente patrimonio audio-video proprietà della Rete degli Ecomusei del Casentino attraverso dei percorsi sia di natura turistica, quindi volti a sviluppare un turismo che si appassioni anche al patrimonio immateriale, sia didattica, quindi rivolti alle scuole del territorio.

La tua attività di ricerca è iniziata durante la fase più difficile dell’emergenza Covid19 in modalità a distanza. Questo ha cambiato il vostro progetto iniziale? Come?

Il progetto è partito ufficialmente ad inizio aprile in questa situazione nuova e completamente inaspettata. Ci siamo subito messi a ragionare su come far partire il progetto a distanza, anche se non potersi recare fisicamente nei luoghi, per un progetto molto legato a questo, è una forte limitazione. Analizzando i materiali di cui l’ecomuseo dispone abbiamo pensato di provare a valorizzare questo patrimonio utilizzando i canali social dell’Ecomuseo. Durante il lockdown abbiamo quindi promosso una campagna di comunicazione con l’obiettivo di attrarre nuovo pubblico e suscitare interesse nei confronti dell’ecomuseo, postando soprattutto video che fanno parte di quel patrimonio che è nostro intento valorizzare. È stato un esperimento riuscito, i canali social sono cresciuti in termini di numeri ma soprattutto di interazioni. Senza la pandemia non avremmo mai immaginato un percorso del genere, basato sugli strumenti online.

Quali sono ora invece le prospettive future del tuo progetto di ricerca?

Il nostro lavoro sta ripartendo facendo tesoro dalle cose apprese nel momento di emergenza: prima di tutto dalle potenzialità che gli strumenti online hanno dimostrato, soprattutto nel coinvolgimento attivo della community che si è creata intorno all’ecomuseo. Il lavoro di questi mesi è stato un banco di prova importante che ci servirà per focalizzarci anche in futuro su questo aspetto, inizialmente assente. Stiamo infatti immaginando iniziative sia sul web e che sul territorio che possano coinvolgere tutta la rete dei partner del progetto. Il pubblico in questi mesi si è rivelato molto ricettivo, proprio per questo come prima iniziativa in vista della riapertura abbiamo pensato di coinvolgerlo tramite un questionario lanciato su Facebook, per chiedere quali attività ricreative e culturali potessero essere di loro interesse in vista della riapertura estiva. Hanno risposto in tanti e ora anche alla luce di quanto emerso, stiamo lavorando sul nuovo programma.

 

Intervista pubblicata il 29 Giugno 2020

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