Una cura 4.0 per vedere lontano

Laura - Studio e Formazione

Intervista a Laura Pavese, 32 anni, beneficiaria di una borsa di dottorato internazionale Pegaso, opportunità promossa dalla Regione Toscana nell’ambito del progetto Giovanisì, intervenuta alla prima tappa di “Giovanisì in tour” con il Presidente Eugenio Giani, a cui hanno partecipato oltre 100 ricercatrici e ricercatori delle borse Pegaso. A cura di Marco Martinelli, divulgatore scientifico Scuola Superiore Sant’Anna⁣⁣⁣⁣.

Laura, il corso di dottorato in Neuroscienze, presso l’Università di Firenze, ti ha consentito di diventare una dottoressa 4.0! Da medico oculista hai potuto attivare una collaborazione con un’azienda che ti ha permesso di contribuire allo sviluppo di software per interpretare dei dati che sono legati ad eventuali patologie della retina.

Mi occupo di distrofie retiniche ereditarie, malattie della retina causate dalla mutazione di geni, che sono molto eterogenee per le loro caratteristiche. Molto presto qui a Firenze presso l’ospedale Careggi verrà testata una delle prime terapie geniche, attraverso la somministrazione di un farmaco a pazienti affetti da retinite pigmentosa o amaurosi congenita di Leber, causata dalla mutazione di un gene specifico, l’RPE65. Durante il dottorato monitorerò i pazienti idonei a questa terapia genica in tutte le fasi: nella selezione del candidato, nella procedura chirurgica che viene fatta per l’inoculazione di questo farmaco e nei follow-up successivi per testarne l’efficacia. Si tratta di tecnologie molto avanzate. Il fine fondamentale è quello di monitorare l’apparato visivo di questi pazienti. Si parla di patologie che portano alla distruzione delle cellule della retina e alla progressiva cecità che spesso interessano cluster familiari. Quello che andremo a fare attraverso questi esami tecnologici sarà quella di monitorare sia la morfologia della retina sia la sua funzione.

Collaborerai con un’azienda, in che modo?

Lavorerò con un’azienda, la CSO, leader nella produzione di strumenti oftalmici in Italia ma anche all’estero. Cosa faremo? Questi esami che monitorano la struttura della retina in questi pazienti sono molto complessi. Dalla mia collaborazione per circa sei mesi vorremmo elaborare un software che consenta di unire la valutazione funzionale alla valutazione strutturale in aree specifiche della retina in special modo quelle in cui questo farmaco dovrebbe andare ad agire.

Una terapia 4.0 unita ai big data e sviluppo di software. Queste sono le frontiere della Ricerca che si spera un domani porteranno anche dei risultati, anche questa è la grande forza di unire la ricerca ad una realtà aziendale!

Intervista pubblicata il 30/06/21
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