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Due studenti del Liceo Buonarroti di Pisa per una settimana sono diventati addetti stampa al Polo di Navacchio realizzando un articolo su “Pi-ship”. Il progetto di alternanza scuola-lavoro è promosso dalla Camera di Commecio di Pisa

Antonio Pacetta e Manuel Audisio, questi i nomi degli alunni del Liceo Scientifico Buonarroti di Pisa ospiti per una settimana del Polo Tecnologico di Navacchio, impegnati in uno stage, organizzato nell’ambito del progetto alternanza scuola-lavoro e sostenuto dall’A.S.SE.FI , Azienda Speciale della CCIAA di Pisa, e a cui il Polo aderisce già da diversi anni.

Obiettivo: far dare agli studenti una “sbirciatina” al mondo del lavoro per far acquisire loro competenze, che un domani, potranno poi utilizzare nel percorso professionale.

In questa ottica, gli studenti del Buonarroti sono, quindi, diventati “addetti stampa” del Polo per qualche giorno e dopo aver appreso cosa sia il Polo e l’Incubatore e svolto attività di vario genere relative all’ufficio stampa e comunicazione, hanno realizzato un’intervista alla società PITOM, start-up specializzata in robot auto pilotati che opera all’interno dell’Incubatore di Navacchio.

Ecco cosa ne è venuto fuori…:
“Siamo qui al Polo tecnologico di Navacchio per il progetto di alternanza scuola-lavoro organizzato dal liceo scientifico “F. Buonarroti” per le classi dell’indirizzo scienze applicate. I primi due giorni ci siamo informati sulla funzione del polo tecnologico, abbiamo imparato a fare una rassegna stampa e come impostare un volantino divulgativo.

Il terzo giorno del progetto, accompagnati dalla tutor dottoressa Orlandi, ci siamo recati all’azienda PI.TOM la quale realizza robot autonomi (droni) aerei, terrestri e marini. Questa azienda fa parte dell’Incubatore di aziende del Polo Tecnologico di Navacchio. L’incontro è avvenuto con l’ing. Roberto Mati che ci ha illustrato la progettazione dei vari droni che hanno sviluppato e ci ha spiegato il loro funzionamento. Le fasi per realizzare un drone consistono nel costituire la parte elettronica e meccanica di esso, progettare un sistema operativo ed infine inserire un software adatto per l’uso del drone. In particolare ci ha colpito l’imbarcazione PiShip: un drone marino che serve al monitoraggio delle acque soprattutto nei casi in cui non è possibile la presenza di un operatore.

Il drone è dotato di:
– Sensori per il monitoraggio dell’acqua (sensore del ph e termometro).
– Scandaglio, per creare una mappa 3D del fondale.
– GPS, giroscopio, accelerometro e magnetometro che servono al drone a “sapere” la sua posizione esatta sul globo con un errore minimo. Il giroscopio calcola la velocità angolare, l’accelerometro calcola l’accelerazione e il magnetometro il campo magnetico.
– Telecamera indipendente dal drone capace di fotografare e filmare in modo da non oscillare per fattori esterni.
– Sistema di posizione dinamica il quale rende possibile al drone di rimanere immobile nonostante la corrente, le onde o il vento. Ciò è utile durante il monitoraggio di un determinato punto.
– Il drone può essere autonomo o essere guidato tramite un joystick con una portata di 1,5km.
Una cosa che ci ha colpito molto è che comunque le componenti del drone possono variare a seconda delle necessità dell’acquirente.”

Antonio Pacetta e Manuel Audisio

 

 

Fonte: www.intoscana.it