Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani
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Lingua, inserimento sociale e scolastico, riqualificazione urbanistica, accesso ai servizi pubblici. Sono queste i cinque temi, sviluppati in una serie di proposte, che la Rete degli Osservatori Sociali provinciali ha individuato come prioritari per promuovere l’integrazione dei migranti. Le proposte sono contenute in un documento che è stato presentato stamattina a Siena nel corso della prima parte del convegno ‘Le sfide locali per l’integrazione’ che si è tenuto presso l’Aula Magna di Scienze Politiche. L’iniziativa è organizzata da Regione, Osservatorio Sociale Regionale, Provincia di Siena e Università di Siena.

“La collaborazione con l’Università di Siena ed il lavoro svolto dagli Osservatori sociali provinciali – ha detto l’assessore al welfare Salvatore Allocca – si sono rivelati preziosi perchè ci consentono di avere una visione di dettaglio relativamente ad un fenomeno che va gestito a livello territoriale. In ciascun ambito infatti si possono osservare tantissime varianti, condizioni particolari, peculiarità. Il quadro di dettaglio è il punto di partenza per lo sviluppo delle politiche. L’incontro della mattina ha avuto il merito di affiancare alle proposte in tema di integrazione alcune ipotesi concrete di intervento”. Allocca poi, durante il dibattito pomeridiano, ha aggiunto che “l’immigrazione è un fenomeno che va affrontato pensando globalmente ma agendo localmente. Dobbiamo avere la capacità di poter agire in ciascuna singola realtà territoriale ma anche di avere un’interpretazione di un fenomeno epocale con il quale tutte le società devono fare i conti”.

Pretesto per l’organizzazione della giornata è stata anche la presentazione del volume ‘Le dinamiche locali dell’immigrazione. Esperienze di ricerca in Toscana’, curato da Fabio Berti e Andrea Valzania, sociologi e studiosi dei fenomeni migratori. Il volume costituisce il proseguimento del lavoro del 2010, ‘Le nuove frontiere dell’integrazione. L’immigrazione straniera in Toscana’, che ha tentato di misurare il grado di integrazione in Toscana, attraverso un’analisi trasversale dei principali ambiti sociali (lavoro, status giuridico, cultura, identità, servizi), in un’ottica regionale. Il nuovo libro, che come il precedente è sostenuto dalla Regione, è scaturito dalla necessità di approfondire lo studio del livello locale di integrazione, partendo dall’idea di fondo secondo la quale questa non si realizza ovunque allo stesso modo, ma varia in ogni contesto, con proprie specificità. Contributo importante, soprattutto per lo sguardo locale, è arrivato dalla rete degli Osservatori sociali provinciali e dalle loro strutture di ricerca, che hanno approfondito alcuni aspetti particolari del processo.

Le proposte in sintesi. Riguardo alla lingua italiana, viene proposto il potenziamento degli interventi di insegnamento e la progettazione di corsi diretti agli adulti per colmare il gap linguistico con i figli. Il secondo tema riguarda il cosiddetto potenziamento del capitale sociale, vale a dire la valorizzazione dei legami con i paesi d’origine, la promozione di corsi di lingua madre per permettere ai figli nati in Italia di non perdere il proprio patrimonio identitario, l’inserimento dei migranti all’interno di associazioni esistenti e la creazione di nuove, la semplificazione delle procedure per l’apertura di luoghi di culto adeguati. Un’altra proposta prevede l’utilizzo di politiche urbanistiche per rivitalizzare determinate aree degradate abitate o frequentate in prevalenza da cittadini immigrati, per recuperare centri di aggregazione (circoli, case del popolo, ecc.) o, attraverso progetti specifici, spazi pubblici abbandonati e per promuovere agenzie di mediazione di conflitti. L’inserimento scolastico e la lotta alla dispersione rappresentano un altro punto nevralgico, da sviluppare attraverso la formazione e la motivazione degli insegnanti, la creazione di classi e scuole troppo caratterizzate da un punto di vista etnico, l’orientamento degli studenti stranieri nel passaggio dalla scuola dell’obbligo ai livelli di istruzione successivi, la promozione di attività di tutoring per il superamento delle difficoltà ed il potenziamento dei servizi del dopo scuola. Infine l’accesso ai servizi pubblici, attraverso la creazione di uno sportello informativo in ognuna delle 34 zone socio-sanitarie, la standardizzazione delle procedure di accesso agli sportelli, l’aumento dei servizi di mediazione linguistica, una migliore informazione sui servizi sanitari disponibili ed un miglioramento delle capacità di comprensione e comunicazione da parte dei medici di medicina generale.

In Toscana gli immigrati regolari, secondo le stime del Dossier Caritas/Migrantes al 1 gennaio 2011, sono 396 mila, il 10,6% della popolazione regionale. Quelli residenti, ovvero iscritti presso le anagrafi comunali, sono poco più di 364 mila, pari al 9,7% del totale. Sono numeri superiori sia alla media nazionale (7,5%) che a quella UE (6,5%) ed indicano una tendenza di crescita costante. Se restiamo al dato relativo ai residenti possiamo osservare che dal 1995 al 2010 il loro numero è aumentato di oltre 7 volte.

Comunicato stampa di Federico Taverniti, Toscana Notizie