Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani
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Giovani liberi professionisti uniscono scrivanie e giro d’affari: è il coworking.

Sono quattro ragazzi di Firenze che, ricordando che l’unione fa la forza, hanno avuto l’idea di creare uno spazio dove tanti nella loro stessa situazione potessero lavorare insieme: condividendo non solo le scrivanie e la connessione internet ma anche il giro d’affari.

Nasce così Multiverso: 600 metri quadrati a Campo di Marte a disposizione di chi opera nel settore della grafica, del web design, della pubblicità, dell’organizzazione di eventi o della produzione video. E ovviamente ha un contratto atipico.
Sono ancora aperte le candidature all’iniziativa, a cui hanno già aderito una ventina tra singoli, piccole società ed enti no profit: a settembre sarà operativa e coinvolgerà in tutto 40 persone. (Per informazioni: www.multiverso.biz)

“Precari o imprenditori? In realtà siamo entrambe le cose – spiega Antonio Ardiccioni, di Switch, una delle quattro menti dietro a Multiverso –
la nostra sede prima era una fabbrica di lumi, vogliamo che qui continuino ad essere fabbricate lampadine, ovvero idee”.
Multiverso propone un coworking su due livelli. Chi partecipa versa una quota mensile per avere a disposizione un open space con postazione, una sala riunione, un front office con segreteria e una sala post produzione audio e video: tutti servizi che nessun giovane a partita Iva potrebbe permettersi da solo.
Ma non finisce qui: ogni singolo porta la sua clientela in dote e può decidere di lavorare insieme alle altre professionalità presenti in Multiverso, per poter così offrire prodotti e prestazioni che da solo non sarebbe stato in grado di presentare.
Dalla spirale virtuosa del giornalista che collabora col grafico o col tecnico video, Multiverso stima di poter creare un mercato comune pari al 25 % della somma dei diversi giri di affari degli aderenti. Adesso il circuito vale già 50mila euro e a regime dovrebbe sviluppare opportunità lavorative per circa 400mila euro all’anno.

Sono Antonio Ardiccioni, Silvia Baracani e Niccolò Pecorini gli altri tre inventori del progetto di coworking che sarà gestito dalla società Back S.a.s.: il marchio Multiverso però non sarà di proprietà di nessuno, ma resterà un bene collettivo e presto darà vita anche a un magazine multimediale, che tratterà dei temi del precariato, della mobilità sociale e delle nuove generazioni.

“Questo è l’esempio che serve a Firenze per dimostrare che anche i privati possono lanciare iniziative commerciali di successo, in un momento di crisi come questo dove gli enti pubblici non possono elargire finanziamenti, per questo noi lo appoggiamo in pieno” ha commentato l’assessore alle politiche del Comune, Cristina Giachi, che ha partecipato questa mattina al lancio del progetto
Se non si può sempre contare sui soldi pubblici, è anche vero che avere credito da una banca è praticamente impossibile, come hanno fatto notare i fondatori di Multiverso, che hanno sborsato di tasca loro (e dei loro parenti) i fondi necessari a far decollare la loro idea.
Ma nonostante le difficoltà, l’impresa è compiuta ed è una risposta chiara e forte alle difficoltà occupazionali dei giovani in Italia: cambiare si può, se stiamo insieme.

Ilaria Giannini

Fonte: www.intoscana.it