Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani
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Il libro a cura di Donatella Lippi e Laura Verdi “Storia della magrezza. Corpo, mente e anoressia” analizza dal punto di vista storico e iconografico attraverso fonti letterarie e opere d’arte il tema dell’anoressia in un excursus storico su questa patologia. “L’idea è nata qualche anno fa “ dichiara l’autrice Donatella Lippi“per rispondere alla domanda su chi era e chi è oggi la persona magra”.
Un uomo del passato aveva dei canoni estetici diversi da quelli di oggi, nel mondo antico essere magro significava essere malato, successivamente ha acquisito anche un significato morale. Nell’epoca romana al lusso sfrenato della nobiltà il filosofo Seneca contrapponeva il valore della frugalità, prerogativa dell’uomo libero. Nel medioevo la riflessione sull’alimentazione si fa più complessa, si cerca di dare una giustificazione alla povertà fatta di malattie e carestie dichiarando che tutto ciò che si trova sotto il diaframma costituisce peccato. Nascono le Sante digiunatrici che dominano i loro istinti dominando il loro corpo, è una scelta puramente femminile che unisce un concetto etico ad uno estetico. Con la nascita del termine ‘anoressia nervosa’ il problema si sposta nella mente e diventa una vera e propria patologia psichiatrica.
“Dal 1950 ad oggi l’anoressia è aumentata esponenzialmenteaggiunge la Professoressa Lippi “ anche a causa dell’overloading delle donne a cui si chiede di ricoprire troppi ruoli: madri, mogli, amanti, professioniste sempre impeccabili. Si assiste sempre più spesso alla anoressia delle cinquantenni in carriera”.

Secondo Benedetta Barzini ex modella e oggi professoressa al Politecnico di Milano che ha vissuto per dieci anni l’anoressia sulla sua pelle “l’anoressia è soprattutto una denuncia sociale da ascoltare. Si uccide il corpo per salvare la mente perché a volte convivere con le sensazioni fisiche è difficile. Dove sono oggi i modelli per una ragazzina che non vuole assomigliare a sua madre?” – aggiunge – “C’è una enorme mancanza di punti di riferimento per il mondo femminile, non esiste una mentalità che si oppone al pensiero maschile”. “Ci si ammala anche perché viviamo in una società che mai come oggi celebra il cibo e le diete allo stesso tempo. Siamo rincorse dalle ricette televisive e dall’obbligo di dimagrire. La società maschile vuole la donna magra e impedita nel camminare perché così è più debole e controllabile. E il bello è che obbedisce al diktat dell’essere magra la parte più emancipata della società femminile. Le donne pensano ‘se non sono magra non sono sicura’ o ‘magra e firmata valgo di più’. La prima medicina non è lottare contro i disturbi alimentari che sono la punta dell’iceberg ma acquisire una maggiore consapevolezza dell’essere donna oggi”.

In una società il cui serve un’interpellanza parlamentare per vietare operazioni di chirurgia estetica alle minorenni o per vietare la taglia 37, come successo recentemente in Spagna, servono strumenti ai aiuto alle donne e ai dottori per ascoltare il grido di dolore di ragazze che  vorrebbero solo scomparire.

L’incontro si terrà il 17 dicembre ore 14.30, nella Presidenza della Facoltà di Medicina a Careggi (viale Morgagni, 85, Firenze). Interverranno: Benedetta Barzini ex modella e professoressa al Politecnico di Milano, Elisabetta Cianfanelli Assessore del Comune di Firenze, Giulia Luchi Miss Toscana 2009, Alberto Scaccioni Segretario Generale del Centro di Firenze per la Moda Italiana, Alberto Zanobini Dirigente Regione Toscana Settore Promozione della Salute. Conduce Camilla Ulivi, studentessa Facoltà Medicina e Chirurgia.