Pisa-Copenaghen, un viaggio all'insegna della formazione

Tommaso

Area tematica: Lavoro

Intervista a Tommaso Pelosini, 30 anni, beneficiario di una una borsa di mobilità professionale in Europa, opportunità promossa dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì, intervenuto alla tappa di “Giovanisì in tour, il progetto raccontato dai giovani toscani” dedicata alle #StoriePossibili sull’innovazione che si è svolta nell’ambito dell’Internet Festival di Pisa. A cura di Davide De Crescenzo, Direttore di Intoscana.it.

Tommaso, tu sei un ingegnere edile e hai scelto di svolgere un tirocinio all’estero, usufruendo anche di una borsa di mobilità professionale in Europa, opportunità che rientra nell’ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani. Perché hai deciso di fare questa esperienza e dove ti sei recato?

Dopo la laurea, stavo cercando un’opportunità che mi permettesse di fare un’esperienza di lavoro o tirocinio fuori dall’Italia, perché volevo implementare le mie conoscenze in ambito architettonico. Così ho cominciato ad inviare curricula in giro, concentrandomi sopratutto sul Nord Europa. Tramite l’università sono riuscito ad avere un contatto in uno studio di Copenaghen, in Danimarca e così, anche grazie alla borsa di mobilità promossa da Giovanisì, sono potuto partire per partecipare a un progetto innovativo che mi affascinava molto.

Ci descrivi un po’ meglio il progetto al quale hai collaborato?

Ho partecipato a un progetto di ricerca con lo studio AREA di Copenaghen in qualità di ricercatore e ingegnere. Si trattava di progettare strutture sensibili all’uomo e all’ambiente, ovvero pannelli mobili. I pannelli sono stati applicati nella biblioteca di KEA University a Copenaghen e avevano due principali movimenti: l’apertura e la chiusa di lamelle termo-foto sensibili e la rotazione dei pannelli stessi, azionati da sensori. Tramite algoritmi di programmazione io e il team con il quale collaboravo siamo riusciti a creare differenti scenari in base alla temperatura, valore UV, CO2, sensori di spostamento e suono, dati catturati da oltre 6 postazioni sparse per la biblioteca.

In generale, come valuti questo tuo periodo all’estero?

Ho vissuto un’esperienza che mi ha cambiato la vita, sia da un punto di vista formativo e lavorativo, sia da un punto di vista umano. Questo perché non solo ho potuto acquisire competenze e fare tanta esperienza, ma anche perché mi sono trovato ad interfacciarmi con una realtà nuova per me e molto stimolante. Ho potuto lavorare in un team composto da architetti e ingegneri provenienti da altri paesi (in particolare Danimarca e Germania) e questa possibilità di confrontarsi con colleghi provenienti da altre nazioni ha significato tanto e mi ha anche insegnato tanto. Inoltre, lo studio presso il quale ho svolto il tirocinio mi ha lasciato molto libero di portare avanti la mia ricerca in autonomia, e questo non credo sia un aspetto da trascurare.

Consiglieresti a un giovane di vivere un’esperienza come la tua?

Assolutamente sì, e consiglio anche di non lasciarsi sfuggire l’opportunità delle borse di mobilità promosse da Giovanisì, perché rappresentano un incentivo importante per decidere di partire per l’estero e mettersi in gioco.

Intervista effettuata l’11 ottobre 2019

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