Una start up a misura di professionisti
Leonardo
Intervista a Leonardo Magursi, 28 anni, beneficiario del bando “Startup Innovative”, promosso dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì (finanziato dal POR CREO FESR 2014/2020), intervenuto alla tappa di Firenze di “Giovanisì in tour, il progetto raccontato dai giovani toscani”. A cura di Gianluca Testa, giornalista di Intoscana.it.
Leonardo, tu sei un ingegnere e hai deciso di costruire la tua idea di futuro grazie al bando “Start-up Innovative”, promosso da Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani. Perché hai scelto di partecipare al bando?
Mi sono laureato in Ingegneria Edile Architettura all’Università di Pisa e, dopo gli studi, ho notato come ci fossero delle difficoltà per un giovane professionista a immettersi nel mondo del lavoro. Così, grazie al bando di Giovanisì, ho pensato di creare un’attività capace di agevolare altri giovani che, come me, si stavano avvicinando alla libera professione.
Così mi sono domandato quale fosse l’esigenza primaria di un professionista che inizia a lavorare e ho pensato subito al luogo di lavoro. I professionisti sanno quanto può essere oneroso pagare l’affitto di un ufficio e il mio obiettivo, grazie alla mia attività, è quello di offrire postazioni lavoro a costi accessibili.
Quindi la tua impresa nasce con l’idea di aiutare i giovani che si avviano alla professione. Ma, nello specifico, in cosa consiste?
Ho fondato un coworking, però con un occhio rivolto verso il mondo tecnico professionale. Come dicevo, l’avvio di una professione rappresenta un ostacolo, specie per quanto riguarda le professioni tecniche come possono essere architetti e ingegneri. Credo sia un peccato, perché molto spesso si tratta di difficoltà di natura economica. Così ho creato un’impresa che ha l’obiettivo di aiutare i giovani professionisti, offrendo dei servizi capaci di farli competere nel mondo del lavoro con realtà più consolidate e maggiormente attrezzate. Questo perché credo che le opportunità lavorative ci siano, ma è chiaro che un libero professionista che si scontra, sullo stesso terreno, con un’azienda – piccola o grande che sia – non può che combattere una guerra impari.
Intervista effettuata il 30 maggio 2019