La felicità è nei piccoli gesti

Filippo

Area tematica: Partecipo

Intervista a Filippo Bandinelli, 21 anni, beneficiario del Servizio Civile regionale, opportunità promossa dalla Regione Toscana nell’ambito del progetto Giovanisì. L’intervista, a cura di Gianluca Testa di intoscana.it, è stata realizzata nel corso della seconda tappa di “Giovanisì in tour” con il Presidente Eugenio Giani, alla quale hanno partecipato i giovani ragazzi e ragazze inseriti in progetti di Servizio Civile presso le Botteghe della salute e le aziende sanitarie toscane.

Filippo, tu svolgi Servizio Civile presso il pronto soccorso di Careggi.  Ci racconti in cosa consiste il tuo progetto e come aiuti il personale sanitario? 

Il progetto inizialmente prevedeva l’accoglienza delle persone che arrivavano, quindi i parenti che rimanevano nelle sale d’attesa, dove si creava un po’ quel clima di tensione per non sapere cosa accadeva all’interno del pronto soccorso. Il nostro progetto doveva appunto cercare di mettere a proprio agio le persone che si trovavano in questa situazione. Per via del Covid19, però, questa cosa non è più possibile, perché le sale d’attesa sono completamente chiuse. E quindi noi cerchiamo di inserirci in una struttura che è ben organizzata, perché il pronto soccorso se lo vedi da un punto di vista esterno è qualcosa che funziona anche da sé. Però una cosa l’abbiamo capita, una cosa fondamentale: il tempo che si può dedicare alle persone. Quindi noi cerchiamo di affiancare gli infermieri, i medici, gli oss, cercando di svolgere quelle attività che potrebbero prender loro del tempo e che invece possono dedicare ad altri pazienti.

Quindi magari si tratta di chiudere una cartella, o di attività burocratiche o di un percorso di back office, per permettere loro di dedicare più tempo alle altre persone. È qualcosa di indiretto, ma sai che stai portando qualcosa ad altre persone. Quindi noi ci siamo trovati a fare qualcosa di diverso, ma che ci dà una concretezza anche in ciò che facciamo.

In questo modo hai anche la soddisfazione di sentirti utile. Mi dicevi che lo senti anche se, banalmente, aiuti un paziente a trasportare una valigia, perché è proprio in queste piccole cose che si percepisce il senso e la funzione del servizio.

Sì, noi siamo lì a disposizione, quindi quando vediamo un paziente o una persona che arriva e ha bisogno di portare qualcosa e non può entrare, lasciamo ciò che stiamo facendo e andiamo incontro all’altra persona. In questo modo porti un pezzo di te all’altro. C’è una felicità anche in questi piccoli gesti che poi rimane dentro e quindi sono contento di fare questa cosa.

Non ti ho fatto dire una cosa: so che desideri diventare vigile del fuoco e anche avere questo sogno e questo obiettivo significa voler svolgere un lavoro che in qualche modo ha a che fare con l’emergenza e che è ugualmente al servizio degli altri, quindi significa avere un’attitudine e una predisposizione. 

Intervista pubblicata il 01/06/2021

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