Vivere la memoria
Alessandro
Preservare il ricordo, perché certi eventi non accadano più. Alessandro Gazzetti, 16 anni, è presidente del Parlamento regionale degli studenti, uno dei soggetti firmatari del Tavolo Giovani di Giovanisì, e ha partecipato proprio in qualità del proprio ruolo all’iniziativa del Treno della Memoria 2019, viaggio-studio in Polonia che ha avuto luogo dal 20 al 24 gennaio 2019.
Alessandro, hai viaggiato sul Treno della Memoria 2019, iniziativa promossa dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì, in qualità di presidente del Parlamento regionale degli studenti: che cosa ti ha spinto a vivere questa esperienza in compagnia di oltre 550 studenti toscani?
Noi membri del Parlamento regionale degli studenti abbiamo ritenuto che fosse necessario partecipare a un evento di questo genere, per non dimenticare e per preservare la memoria. Siamo infatti convinti che iniziative come quella del “Treno della Memoria” siano fondamentali non solo per i giovani che partecipano all’evento, ma anche per coloro che pur non partecipando hanno comunque interesse a seguire il viaggio dei loro coetanei, naturalmente tramite i vari organi d’informazione, ma soprattutto grazie ai social. Per tale motivo, abbiamo lanciato, in occasione del viaggio-studio in Polonia, l’hashtag #vivilamemoria in modo tale che i partecipanti potessero raccontare la loro esperienza e i non partecipanti la potessero, in qualche modo, rivivere in tempo reale.
Durante il corso del viaggio, avete visitato molti luoghi, tutti legati alla Shoah e avete partecipato a diverse iniziative: quale di queste esperienza ti ha maggiormente colpito e quale invece ha colpito, secondo te, i giovani studenti?
Sicuramente ciò che ha colpito di più tutti noi sono state le visite ai campi di concentramento di Birkenau ed Aushwitz. Da un punto di vista climatico era davvero freddo (-11 gradi), ma non era niente a confronto del freddo che provavamo dentro. A scuola studi l’Olocausto e magari lo fai anche approfonditamente, ma poi quando ti trovi a dover fare i conti davvero con i luoghi che hanno “ospitato” quel dramma che è stata la Shoah le cose cambiano. Anche solo sentire il rumore dei nostri passi lungo i viottoli che attraversavano i campi di concentramento – lo stesso probabilmente di quelli dei prigionieri dei campi molti anni fa – ci faceva raggelare il sangue nelle vene.
Porterò sempre con me, però, anche il ricordo dei momenti di preghiera durante le nostre visite, contraddistinti dalla presenza di rappresentanti delle religioni cattolica, ebraica, e dove le preghiere sono state recitate anche in lingua romanì (lingua parlata dalle popolazioni di origine rom e sinti) e poi, anche l’evento “Citizen Dialogue”, a cui abbiamo partecipato noi studenti italiani insieme ai nostri coetanei polacchi, alle sorelle Bucci (due sopravvissute all’Olocausto), il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans. Quest’ultima è stata sicuramente un’iniziativa importante che non si è limitata ad affrontare il tema del passato, ma, proprio attraverso il dialogo tra giovani e istituzioni, ha aperto una finestra anche verso il futuro.
All’interno del treno, sono stati realizzati anche dei laboratori rivolti ai ragazzi partecipanti, naturalmente dedicati al dramma dell’Olocausto. Ci puoi spiegare in cosa consistevano queste attività?
Praticamente vi era una carrozza del treno adibita ad aula studio. Dato che lo spazio era ristretto, sono stati creati 11 gruppi di lavoro che seguivano i workshop a turno, in modo tale che tutti potessero partecipare attivamente agli incontri, tutti diversi e incentrati su temi differenti: per esempio, ce ne sono stati alcuni dedicati alla deportazione e alle discriminazioni che continuano ancora oggi a subire i cittadini di origine rom e sinti, e gli omosessuali.
Dopo un viaggio di questo tipo, alla scoperta dei luoghi dell’Olocausto, tornare a casa, alla vita di tutti i giorni non è sicuramente facile. Quale bagaglio di esperienze e quali emozioni hai riportato a casa?
Si tratta certamente di un’esperienza che non potrà mai essere scordata e che ci stimola a non perdere la memoria storica, in modo tale che tanti eventi non si ripetano nel presente o nel futuro. Piano piano, i testimoni dell’Olocausto saranno sempre meno e quindi siamo noi giovani che dobbiamo farci carico della responsabilità di preservare il ricordo.
Intervista effettuata l’1/2/2019
Fotografia scattata da Simone Cresci (Redazione Web Toscana Notizie)
Il Treno della Memoria è un’iniziativa formativa rivolta studenti degli istituti secondari superiori e delle università toscane: un viaggio nei luoghi dello Sterminio per far conoscere ai giovani ciò che è avvenuto nel cuore dell’Europa durante la seconda guerra mondiale.