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Siamo partiti per metterci in gioco

Salvatore - Lavoro

Salvatore, insieme alla fidanzata Veronica, ha beneficiato di una borsa di mobilità professionale in Europa, opportunità promossa dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì e rivolta a coloro che vogliono svolgere un’esperienza di lavoro o tirocinio all’estero. Noi di Accènti lo abbiamo intervistato per farci raccontare come è andata.

Salvatore, tu e Veronica avete scelto di fare un’esperienza di lavoro all’estero, in Svizzera, usufruendo entrambi di una borsa di mobilità professionale in Europa, opportunità che rientra nell’ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani. Cosa vi ha spinto a partire? Ci racconti perché avete deciso di cogliere questa opportunità? 

Siamo partiti per metterci un po’ in gioco. Lavoriamo negli hotel, da cinque anni eravamo in un albergo 5 stelle e sentivamo l’esigenza di metterci in gioco per capire quanto valevamo in un contesto diverso. Simo venuti a conoscenza di questa opportunità grazie ad un’impiegata molto gentile del centro per l’impiego che ci ha spiegato in maniera molto chiara di cosa si trattava e ci ha detto che c’erano delle posizioni disponibili in Svizzera. Così siamo partiti.

Quando ne parliamo a me e Veronica luccicano gli occhi, perché è stata un’esperienza bellissima. Grazie di cuore Giovanisì

Che tipo di lavoro avete svolto e di cosa vi siete occupati?

Siamo rimasti sempre nel settore turistico-alberghiero in una struttura di lusso nella città di Davos. Io ero nel reparto manutenzione, mi occupavo di tutto quello che si rompeva, mentre Veronica l’hanno subito impiegata alla reception della SPA, perché sa tre lingue e quindi è stata subito valorizzata. Abbiamo notato molte differenze con il lavoro in Italia, ad esempio sui tempi di lavoro: i giorni liberi sono sacri, bisogna trascorrerli con la famiglia e  a noi li davano sempre lo stesso giorno in modo da poter passare il tempo insieme. Poi per esempio le pause sono obbligatorie e se non le fai ti prendi una ramanzina. Servono sia per riposarsi che per fare amicizia con i colleghi, per creare un clima migliore a lavoro. Tutte cosa a cui in Italia non si dà così tanta importanza.

In generale, come valuti questo tuo periodo passato all’estero?

È stata un’esperienza bellissima per entrambi. Ci ha cresciuto prima di tutto professionalmente: hai la possibilità di lavorare con altre persone, con altre culture, di conoscere aspetti nuovi del lavoro. Ma anche umanamente è stata una grande crescita: trovarsi in un posto come Davos, famoso in tutto il mondo perché ogni anno ospita il World Economic Forum, è un’esperienza che ti cambia. Noi ad esempio in hotel avevamo tutti i capi di stato. Ti ritrovi proiettato in un altro paese, con altre usanze e con un’altra lingua anzi diverse lingue, perché lo svizzero tedesco è una lingua particolare e poi spesso serviva l’austriaco. Confrontarsi con un’altra cultura è stato molto formativo. Gli svizzeri sono un po’ freddi, prima di aprirsi ci vuole un po’. Ma una volta che si entra in intimità sono persone di cuore.

Consiglieresti a un giovane di vivere un’esperienza come la tua?

Lo consiglio a tutti. Ho un fratello di 14 anni, gli ho già detto che quando finisce gli studi deve fare un’esperienza all’estero, perché ti forma tanto, ti cambia tanto, fai un cambio di prospettiva incredibile. Qui in Italia nella fretta magari professionalmente non guardi il dettaglio, mentre lì mettono tantissima attenzione a quello che a un primo sguardo può sembrare superfluo. Ti fanno riflettere molto sul lavoro, e poi ti valorizzano, dandoti molta autonomia e coinvolgendoti nella struttura e nel mondo del lavoro. Anche se sei un dipendente partecipi alle decisioni, è un’apertura mentale incredibile. Io lo dico a tutti i miei amici, fate un’esperienza all’estero che ne vale veramente la pena. La borsa di mobilità professionale promossa dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì è un grande incentivo perché, per dire, in svizzera gli affitti sono molto alti, quindi questo contributo mensile è stato fondamentale per pagare tutte le spese. La borsa ci ha dato una possibilità che altrimenti non avremmo potuto cogliere. Quando ne parliamo a me e Veronica luccicano gli occhi, perché è stata un’esperienza bellissima. Grazie di cuore Giovanisì.

Intervista pubblicata il 30/03/20

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