Imparare il mestiere di 'Progettista motori'

Giacomo

Area tematica: Lavoro

Storia tratta dal primo numero di “TXT  Young” e scritta da Giacomo, beneficiario della misura Tirocini del progetto Giovanisì.

Dopo tanti anni di studio avevo finalmente conseguito la mia laurea in Ingegneria Meccanica. Ora mi si presentavano davanti principalmente due percorsi: continuare la carriera universitaria con un dottorato o muovere i primi passi nel mondo del lavoro. La scelta non fu difficile: ormai sentivo che avevo già passato abbastanza tempo in quel mondo che conoscevo bene e volevo fare il grande passo, puntai quindi sulla seconda opzione.

Cominciai a spedire i primi curricula a varie aziende, ai quali seguirono poi numerosi colloqui e con questi le prime domande circa la posizione che avrei voluto ricoprire in azienda, la visione che avevo di me stesso proiettato nel futuro e così via. Molte delle domande fatte in quel momento non avevano una risposta precisa nella mia testa e non nego che la cosa un po’ mi spiazzava.

L’occasione mi si presentò dopo qualche mese, quando fui contattato per uno stage alla Piaggio. Lo stage, della durata di sei mesi si sarebbe svolto nell’ufficio Progettazione Motori: dunque il mio ruolo sarebbe dovuto essere quello di un “Progettista di Motori”. Agli occhi di un giovane neo-laureato la prospettiva appariva veramente affascinante e fui subito entusiasta della cosa.

Fin dai primi giorni mi apparve chiaro che il divario tra mondo universitario e mondo del lavoro era enorme. Mi trovai in un ambiente completamente nuovo e iniziai a dover affrontare numerose problematiche relative ad una materia che, sebbene in parte conoscessi già perché già affrontata durante la mia esperienza universitaria, richiedevano una preparazione molto più approfondita.

Col passare dei giorni e con le prime esperienze molte difficoltà si smussarono, ma non per questo il tirocinio diventò facile.

Ciò che mi colpì più di tutto fu che le principali difficoltà che avvertivo erano di gran parte di carattere tecnico; inizialmente pensavo che la mia preparazione universitaria avrebbe dovuto aiutarmi nell’affrontare questo tipo di problemi, poi capii che necessitavo solamente di una maggiore esperienza e di tempo per conoscere meglio il settore.

Mi sento in dovere di spezzare una lancia in favore dell’università: se da una parte è vero che la preparazione verso il mondo di lavoro non è stata esauriente, dall’altra mi ha fornito tutti gli strumenti necessari per affrontare gran parte dei problemi che ho incontrato: le basi e la forma mentale per imparare ogni volta molte cose nuove.

Il periodo del tirocincio ha poi determinato la graduale integrazione nella realtà lavorativa. In questi mesi infatti, ho avuto la possibilità di imparare molto, iniziando a progettare ma senza la necessità di portare immediatamente dei risultati.

Ho avuto la possibilità di approfondire numerosi argomenti e problemi non solo inerenti all’attività che seguivo in quel preciso momento; in questo modo ho potuto avere una visione più ampia senza dovermi limitare a svolgere esclusivamente il mio compito.

Devo ringraziare l’azienda che si è rivelata molto corretta verso di me, utilizzando il tirocinio con il suo vero scopo: formare – e non sfruttare – i futuri dipendenti e puntare alla ‘crescita’. Anche i miei colleghi si sono rivelati estremamente disponibili e collaborativi: mi hanno aiutato ad inserirmi in azienda e nel mio percorso di lavoro.

Dai primi giorni di lavoro, in cui iniziavo ad “imparare il mestiere”, al lavoro vero e proprio il passo è stato automatico e naturale, tanto che non saprei neanche dire quando, durante i sei mesi di tirocinio, è avvenuto l’effettivo passaggio.

Poco tempo dopo la fine del tirocinio sono stato assunto nello stesso ufficio con un contratto di apprendistato. Oggi – sono poco più di due anni da quando sono entrato per la prima volta in Piaggio – posso dire che quei sei mesi sono stati molto importanti nella mia (seppur breve) carriera lavorativa..

Cosa è cambiato dopo questo tempo?

Lavoro ancora in Progettazione Motori, ho ‘cambiato scrivania’, i miei compiti si sono allargati e le responsabilità sono ovviamente aumentate; ora sento di aver acquisito una buona esperienza relativa alle attività che ho seguito e, cosa fondamentale, non ho mai smesso di studiare.

Non so dire se senza l’esperienza iniziale del tirocinio sarei potuto arrivare a questo ma mi reputo molto fortunato di aver avuto questa opportunità. Sono soddisfatto della mia crescita: ho acquisito una mentalità nuova, più orientata verso il mondo del lavoro e, di questo, sono molto orgoglioso.

Ciò che ne è conseguito poi non è cosa da poco: ho trovato un posto di lavoro in un’azienda che rappresenta il sogno per ogni ingegnere meccanico in questo problematico periodo di crisi.

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