Tante soddisfazioni e una nuova consapevolezza
Celeste
Intervista a Celeste Gensini, 25 anni, beneficiaria del Servizio Civile regionale, opportunità promossa dalla Regione Toscana nell’ambito del progetto Giovanisì. L’intervista, a cura di Gianluca Testa di intoscana.it, è stata realizzata nel corso della seconda tappa di “Giovanisì in tour” con il Presidente Eugenio Giani, alla quale hanno partecipato i giovani ragazzi e ragazze inseriti in progetti di Servizio Civile presso le Botteghe della salute e le aziende sanitarie toscane.
Celeste, tu svolgi il servizio civile nella Bottega della Salute di Greve in Chianti, che se non sbaglio è anche il tuo paese di origine, quindi sostanzialmente fai il Servizio Civile “a casa tua”. So che ti sei occupata anche del digital divide. Ci racconti la tua esperienza?
Come tutti quelli che hanno partecipato in questo periodo alle Botteghe della salute, abbiamo dovuto affrontare una tematica molto importante che spesso è molto marginale, quella del digital divide, che banalmente è la non possibilità di accesso alla rete internet e al computer per vari motivi, come per esempio l’analfabetismo digitale. E i primi ad essere colpiti molto spesso sono gli anziani. Ora, in questo momento storico della pandemia, anche banalmente la prenotazione di un vaccino diventa un muro invalicabile che probabilmente, senza l’aiuto dei ragazzi delle Botteghe della salute e di tutti i volontari che sono scesi in campo per aiutare queste persone, sarebbe stato assolutamente impossibile. E quindi per me è un’esperienza veramente importante perché il volontariato, oltre a essere qualcosa che fai per gli altri, è qualcosa che ti arricchisce molto.
È molto importante per questo, perché ti dà indietro tante soddisfazioni, ma soprattutto consapevolezza, ti rende un individuo migliore. Mi ha dato coscienza e mi ha reso una persona diversa, mi ha fatto capire che è importante aiutare il prossimo anche per vivere bene. Insomma, è fondamentale anche rendersi conto di una verità: non c’è merito nell’essere nati nella parte giusta del mondo, nell’essere giovani, nell’essere sani e nell’essere ben integrati (senza sforzo) in questa matassa complicata che è la società.
Celeste, sei anche la coordinatrice di un progetto speciale. Brevemente, ci dici quale?
Sì, molto volentieri. Allora, io sono la coordinatrice di un gruppo di ragazzi che la domenica vanno a pulire lo sporco che viene abbandonato nei boschi. Noi ci chiamiamo Ris-Chianti, che sta per: Raccattiamo Il Sudicio, molto simpaticamente, in toscano. Siamo 35/40 volontari che tutte le domeniche si ritrovano per andare a raccogliere lo sporco che la gente abbandona nei boschi e lungo la strada – ed è tanto, veramente tanto.
Questo in qualche modo conferma anche che il senso di cittadinanza c’è. Ed è presente, al di là dei percorsi formalizzati, anche all’interno di opportunità come il servizio civile.
Intervista pubblicata il 22/06/2021