Migliorare il benessere dei bambini e delle bambine, anche a distanza
Simone
Simone è uno dei neolaureati in Scienze motorie che anima il progetto di ‘Sport e scuola compagni di banco’, realizzato da Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì, Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, Università degli Studi di Firenze, Università di Pisa, Coni Toscana e CIP (comitato italiano paralimpico della Toscana).
Scopo del progetto è potenziare l’insegnamento dell’educazione fisica nelle classi prime e seconde delle scuole primarie attraverso l’inserimento nell’organico della scuola di neolaureati in Scienze motorie, che in qualità di esperti affiancano le insegnanti. In seguito all’emergenza legata al Covid-19, vista l’impossibilità di proseguire l’attività in classe, il progetto si è trasformato puntando sulla didattica a distanza. Abbiamo intervistato Simone per farci raccontare in che modo
Ci racconti qualcosa di più del progetto “Sport e scuola compagni di banco”?
Il progetto è attivo ormai da cinque anni. Il ruolo che abbiamo in qualità di esperti è quello di accompagnare le attività delle insegnanti di educazione motoria nelle classi prime e seconde delle scuole primarie, agendo in compresenza, proponendo e programmando le attività da svolgere con le classi. Questo approccio ci permette di fare un’analisi preliminare della situazione della classe, per poi andare a definire un modus operandi che nell’arco delle ore del progetto, ci da la possibilità di implementare l’efficacia delle lezioni di educazione motoria, per poi ovviamente procedere ad una valutazione finale del risultato ottenuto. La compresenza, la programmazione e il continuo monitoraggio delle attività sono elementi che ci permettono di cucire ad hoc le attività che proponiamo ad ogni classe, differenziandole il più possibile in base alle esigenze dei bambini e delle bambine. In più cerchiamo di porre una particolare attenzione verso i bambini diversamente abili, tramite figure specifiche che hanno il compito di adattare le attività alle varie tipologie di disabilità, siano esse di tipo motorio, fisico o di carattere cognitivo e psicologico.
Questa era l’attività che portavamo avanti prima dell’emergenza Covid 19.
In seguito all’emergenza Covid-19 e alla chiusura delle scuole, avete invece trasformato il progetto adattandolo alle nuove modalità a distanza? Come?
Sì, la Regione Toscana ha attivato la Didattica a Distanza anche per il progetto “Sport e scuola Compagni di banco”, quindi noi abbiamo la possibilità, tramite le referenti di plesso o le insegnanti delle classi, di proporre delle attività similari a quelle che svolgevamo in palestra, ma adatte all’ambiente casalingo. Da un mese quindi abbiamo attivato questa nuova modalità: inviamo dei video che contengono varie proposte di attività motoria da svolgere in casa, ma anche delle proposte di attività pratiche, tese a coltivare capacità manuali di disegno o di costruzione con oggetti di uso quotidiano, reperibili facilmente in casa.
Il compito dell’insegnante di motoria infatti, non è soltanto quello di occuparsi dell’educazione motoria del bambino, ma a noi è deputato il compito di migliorare le condizioni di benessere a 360°, quindi non solo per quanto riguarda gli aspetti del movimento, ma anche per aspetti come il riposo o l’alimentazione. Con la didattica ordinaria puntavamo a dare ai bambini delle piccole pillole su questi argomenti che adesso decliniamo anche in questa nuova modalità, con percorsi che riguardano ad esempio il sonno, il riposo o la corretta alimentazione. Il contatto e il confronto constante con le insegnanti ci da poi la possibilità di adattare e modificare le nostre proposte in base alle esigenze della classe o dei singoli bambini.
Che riscontro state avendo da parte delle famiglie e dei bambini e bambine?
Personalmente ho ricevuto, tramite le insegnanti, qualche video da parte dei genitori dei bambini delle classi che seguiamo, che li riprende mentre svolgono le attività che abbiamo proposto. Mi ha fatto molto piacere, anche perché noi siamo passati dal vedere costantemente questi bambini a non vederli più, quindi riuscire ad avere un contatto con loro, anche tramite un video, ci fa sentire meno distanti. Il riscontro da parte delle insegnanti poi è molto positivo: sono contente che si sia riuscito a portare avanti il progetto nonostante tutto, con questo successo. Continueremo ad inviare i video fino alla fine dell’anno scolastico. È chiaro che non possiamo chiedere troppo, perché in casa non è semplice, ma è importante andare avanti, anche a piccoli passi, per mantenere un contatto con l’attività motoria in un’ottica di propedeuticità rispetto ad una ripartenza futura, che ci auguriamo possa arrivare quanto prima.
Intervista pubblicata il 29 Aprile 2020