Un'opportunità sotto il cielo d'Irlanda

Marianna

Area tematica: Lavoro

C’è un tempo in cui devi lasciare i vestiti, quelli che hanno già la forma abituale del tuo corpo e dimenticare il solito cammino…

È proprio in quest’ottica che nel gennaio 2018, ho pianificato un viaggio all’estero a compimento del mio percorso di studi. L’opportunità si è presentata rapidamente grazie alle Borse di mobilità professionale in Europa promosse della Regione Toscana nell’ambito del progetto Giovanisì, di cui sono venuta a conoscenza presso il Centro dell’impiego di Arezzo, la mia città di origine. La strada, poi, si è delineata in fretta, come quelle decisioni prese a cuor leggero in quelle rare circostanze della vita in cui, con alle spalle una porta chiusa – quella degli studi o di un lavoro che non più ci appartiene – si fa tabula rasa e lo smarrimento lascia spazio alla libertà di scegliere un nuovo obiettivo.

Sapendo che il mio progetto avrebbe potuto essere sostenuto da un finanziamento, mi sono dedicata alla ricerca di un lavoro in Europa, focalizzandomi sull’Irlanda e la Svezia, due paesi che in modo diverso mi incuriosivano particolarmente. L’opportunità si è subito presentata a Cork, una vivace cittadina situata sulla costa meridionale dell’Irlanda, e l’ho colta al volo.

Ho volato con il mio compagno e il mio cagnolino in Irlanda per un lavoro di assistenza clienti in lingua francese per una nota multinazionale nel settore turistico. Certo, questo ruolo non rappresentava esattamente le mie aspettative professionali, ma aveva in sé ottime potenzialità.

Il primo obiettivo era perfezionare la mia conoscenza delle lingue, l’inglese e il francese, oggetto dei miei studi teorici negli scorsi dieci anni tra laurea e dottorato; significava, inoltre, misurarmi per la prima volta col mondo del lavoro all’interno di un’azienda di grandi proporzioni, in un contesto internazionale molto dinamico, che attrae migliaia di giovani professionisti da tutto il mondo. Con la possibilità, infine, di provare a crescere in questo territorio e, se le cose si fossero volte positivamente, prolungare la durata del mio soggiorno, inizialmente stimato di sei mesi.

L’impatto con la nuova città e col nuovo lavoro è stato subito positivo: i colori delle case del centro, l’accoglienza e i sorrisi delle persone dall’accento molto forte, l’odore del mare e la freschezza del vento, l’entusiasmo e la forte organizzazione dell’azienda, hanno contribuito al mio adattamento progressivo. Certo, non senza qualche difficoltà, data per lo più dalla sfida non sempre facile di ripartire da zero, di riguadagnarsi ciò può sembrare già nostro prima di un cambiamento, come la fiducia o la stima da parte di un ambiente di lavoro.

L’atteggiamento positivo e di leggerezza è stato la chiave per crescere e per migliorarmi ed è per questo che, a distanza di un anno, vivo ancora qui sotto il cielo d’Irlanda, che è capace di mostrarti le quattro stagioni nell’arco di qualche ora. Adesso svolgo un lavoro più specializzato e che sento più mio ed ho molta fiducia per il futuro.

Raccomando caldamente un’esperienza di questo tipo ai miei coetanei e connazionali o a chiunque si senta pronto a lasciare la propria zona di comfort, per uno, sei mesi o per un tempo indeterminato. Lo spirito dovrebbe essere quello di lasciare a casa qualunque zavorra materiale ed emotiva, qualunque remora, perché “nel bagaglio a mano due o più vite non ci stanno, c’è spazio per una soltanto, quella che hai. Trasportare il peso di quelle che non sono state o non saranno non si può, né si dovrebbe”.

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