Comunicare la scienza per valorizzare la ricerca

Katia

Area tematica: Studio e mi formo

Fonte: intervista pubblicata sul sito del Consiglio Nazionale delle Ricerche – IFC – Istituto di  Fisiologia Clinica nell’ambito del Progetto ORMA, all’interno della rubrica “Conosci la MIA ORMA”, con cadenza trimestrale, per conoscere meglio le borsiste di alta-formazione, il loro percorso e le attività che svolgono nell’Area della Ricerca di Pisa.  

Il progetto ORMA – Alta fORMAzione e ricerca–azione presso enti di ricerca toscani è finanziato con le risorse del POR FSE TOSCANA 2014-2020 e rientra nell’ambito di Giovanisì (giovanisi.it), il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani.

In questa intervista, Katia Genovali, borsista di alta-formazione del progetto ORMA presso l’Istituto per i Processi Chimico-Fisici di Pisa, racconta il suo percorso. Una laurea in Scienze Fisiche e poi un PhD in Astronomia, negli ultimi anni si è dedicata a tempo pieno alla comunicazione scientifica e alla didattica della scienza.

Il suo percorso di formazione CLIMATE – raCcontare La crIsi energetica, econoMicA ed ecosisTEmica, è promosso da Istituto per i Processi Chimico-Fisici di Pisa (CNR-IPFC), Istituto di Fisiologia Clinica (CNR-IFC), Istituto di Chimica dei Composti Organo Metallici (CNR-ICCOM), Istituto di Geoscienze e Georisorse (CNR-IGG), Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri (CNR-IRET), Istituto Nazionale di Ottica (CNR-INO) dell’Area della Ricerca di Pisa.

Parlaci del percorso CLIMATE.

Il percorso CLIMATE nasce per formare delle figure specializzate nella comunicazione della tripla crisi che stiamo vivendo a livello planetario – energetica, economica ed ecosistemica – e di tutte le sue complessità e criticità. La comunicazione è un passaggio fondamentale della ricerca scientifica in quanto, se ben progettata, consente di raggiungere coloro che possono trarre beneficio in vari modi dai risultati raggiunti. Pensate a quanto fu fondamentale la pubblicazione delle opere in volgare di Galilei per cambiare la mentalità di secoli di storia in favore del pensiero scientifico. Non parlo soltanto di divulgazione al grande pubblico, ma anche di quello che è la comunicazione con gli stakeholder: imprese, decisori politici, investitori (vi ricordate a chi era dedicato il Dialogo? La risposta in fondo alla pagina*) e anche tra gli stessi scienziati.

Formare le persone alle sfide del prossimo futuro rappresenta un grande esercizio di democrazia perché apre la strada a decisioni sociali più consapevoli e ragionate. La scienza è finanziata dai cittadini e i cittadini hanno diritto di far parte del mondo della scienza, cosa che si è palesata più che mai in questi due anni di pandemia.

Di che cosa ti occupi?

Il mio percorso formativo si è inaugurato con una pila di libri suggeritimi dal responsabile della mia borsa, il dottor Luciano Celi, che da grande conoscitore di queste tematiche ha ritenuto importante fornirmi le basi culturali che mi mancavano. Il mio attuale impegno consiste nel realizzare, in collaborazione con la WebTV del CNR di Pisa, dei video che presentino alle imprese del territorio della Toscana le competenze e l’offerta scientifica degli istituti ORMA-CLIMATE.

Per questa serie dedicata al trasferimento tecnologico mi sono soffermata sugli argomenti di ricerca che maggiormente rispondono alle problematiche ambientali, energetiche e sociali alla base del mio percorso: tutti gli studi legati alla transizione ecologica ed energetica, alla trasformazione dell’economia da lineare a circolare e più in generale alla sostenibilità del nostro produrre e consumare.

Spero di trovare nelle imprese della nostra regione un terreno fertile e pronto ad accogliere le indicazioni e le innovazioni apportate dalle ricerche d’avanguardia di cui gli istituti del CNR si occupano e che mettono a disposizione del territorio.

Come può essere di aiuto alla ricerca (e al CNR) un ruolo come il tuo?

La mia borsa prevede un percorso specifico attorno alla questione della sostenibilità. Un profilo come il mio tuttavia può rappresentare un supporto per chi fa ricerca in molti altri ambiti.

Per prima cosa, perché facilita il lavoro al ricercatore che, pur dovendosi dedicare, in virtù del proprio ruolo di scienziato, anche alla divulgazione, non sempre possiede (e non è tenuto a possedere) gli strumenti e le competenze necessari per comunicare in modo efficace.

Per comunicare la scienza non è sufficiente saper spiegare ciò che si fa; possiamo piuttosto dire che il saper spiegare è un passaggio necessario. L’altro requisito è quello di rendere interessante quello che si ha da dire per le persone che ci interessa raggiungere, cosa che talvolta richiede anche una certa professionalità a livello tecnico.

Che si parli a cittadini, studenti o imprenditori, comunicare la scienza significa cercare la chiave con cui sbloccare le porte della curiosità, in un modo che è diverso per ognuno di noi, e quella chiave va saputa forgiare. Ciò permette di aiutare i ricercatori a valorizzare il loro lavoro quotidiano, raccontandolo all’esterno.

In che modo il progetto ORMA può apportare ricadute positive al tuo istituto e, in generale, al CNR?

Per quello che ho potuto sperimentare, pur nelle difficoltà dell’isolamento legate alla pandemia, poter lavorare all’interno di un gruppo di lavoro eterogeneo come il nostro, fatto di altissime professionalità tutte diverse tra loro, è un asset fondamentale del progetto ORMA.

Nei nostri ambiti lavorativi spesso ci troviamo a operare nel chiuso delle nostre bolle, dove il confronto avviene la maggior parte delle volte col collega di scrivania che ha la stessa nostra specializzazione. L’ambito della comunicazione scientifica mi ha permesso di sperimentare la ricchezza che scaturisce dal confronto tra diverse competenze, aspirazioni, professionalità in grado di arricchire un progetto, apportando da un lato creatività, dall’altro anche una forte aderenza con la realtà. Il progetto ORMA è anche questo.

Che cosa ti aspetti di conseguire in questi due anni di percorso?

Senz’altro lavorare per il principale ente di ricerca italiano è per me una grande emozione, dopo anni di didattica e comunicazione scientifica non istituzionale. In un certo senso è stato come rientrare nel mondo della ricerca con un cappello diverso da quello con cui ne ero uscita da astrofisica.

Sto proseguendo la mia formazione per quello che concerne la comunicazione specifica dell’ambiente e dell’energia e al contempo mi sto facendo le ossa su quello che è lavorare in un istituto di ricerca, dovendo gestire molte relazioni interpersonali. In questi mesi ho conosciuto ricercatrici e ricercatori con cui amerei molto poter realizzare dei progetti di divulgazione sulle tematiche dell’ambiente, dell’energia e della materia di cui si occupano. Incrocio le dita!

* Galilei dedicò il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo a un grande stakeholder dei sui tempi, il Gran Duca Ferdinando de’ Medici, figlio di quel Cosimo II che a Galileo aveva fornito il supporto necessario per potersi dedicare ai propri studi e scritti.

Leggi qui l’intervista pubblicata sul sito del Consiglio Nazionale delle Ricerche – IFC – Istituto di  Fisiologia Clinica.

Intervista pubblicata il 13/04/22

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