Protagonismo, comunità e politiche territoriali: trasversalità è la keyword

Data e ora: Pubblicato il: 20 Novembre 2009 in Magazine

Luogo: da

Dettagli Post Magazine

annibale_d_elia_filigrane_2009I giovani non sono una riserva indiana: trasversalità sembra essere la parola chiave per la comprensione dei bisogni giovanili e la preparazione di politiche efficaci in materia. Diversi settori di investimento devono essere coinvolti nella progettazione a favore dei giovani, che rischiano troppo spesso di essere confinati in “ghetti” di interesse. Questo è quanto emerso dalla tavola rotonda sulle politiche giovanili tenutasi al Saschall ieri pomeriggio all’interno dell’evento organizzato da Filigrane.

Presenti diversi esponenti del mondo delle politiche giovanili della Toscana e di altre regioni ospiti, coinvolte per portare all’incontro la propria esperienza. Giovanna Faenzi, responsabile delle politiche sociali integrate, in veste di moderatore ha aperto la tavola rotonda ricordando che il contesto fornito dalla Regione Toscana si sviluppa su diversi campi ed iniziative rivolte al protagonismo giovanile soprattutto nell’ottica di identità sociale. Emma Perrelli, del dipartimento della gioventù del ministero ribadisce l’importanza del dialogo strutturato verso i giovani, modus operandi che ci porta in un’ottica europea di protagonismo giovanile, in cui i giovani passano attraverso l’identità di utenti, protagonisti ed infine spettatori delle politiche stesse.

Paolo di Caro, direttore dell’agenzia nazionale per i giovani sottolinea come ci debba essere “un esempio di dialogo tra istituzioni e giovani che non può limitarsi a delineare strategie ma deve trasferirle nel concreto”. Cita come esempio pratico attuato dall’agenzia nazionale per i giovani uno scambio culturale tra dei ragazzi di un quartiere difficile di Roma ed uno di Marsiglia, sottolineando che si può parlare a più riprese di multiculturalità, ma se questo non passa da esperienze concrete purtroppo resta solo un enunciato senza realtà. Per Di Caro, la capacità illuminata di un paese è quella di governare per chi ci sarà tra 25-30 anni, è necessario investire nei giovani e conferire loro maggiori responsabilità, tenendo presente il carattere di trasversalità che devono avere le politiche giovanili, proprio per non rischiare la ghettizzazione della riserva indiana. E’ importante per i giovani avere l’occasione di poter sbagliare ed avere parimenti l’occasione di una seconda possibilità, per crescere e responsabilizzarsi.

Il futuro che costruiamo oggi è fondamentale per tutto il paese e non solo per i giovani, ricorda Gianluca Melillo del Forum nazionale dei giovani, mentre Orsola Patrizia Ghedini, del servizio cultura, sport e politiche giovanili dell’Emilia Romagna sottolinea l’importanza di azioni concrete e la capacità di cogliere i suggerimenti dei giovani.

Claudia Lanari, rappresentante della Regione Marche punta l’attenzione verso la possibilità di incoraggiare le espressioni possibili della creatività giovanile, anche attraverso la ricerca di nuove forme comunicative. L’intervento di Annibale D’Elia (nella foto), coordinatore del progetto “Bollenti Spiriti” della Regione Puglia ribalta il focus della discussione: non chiediamoci cosa possiamo fare noi per i giovani ma domandiamoci cosa i giovani possono fare per noi. Il rischio che la risposta da parte dei giovani possa non arrivare è già messo in conto, ma qualcuno risponderà all’appello e da lì partirà il dialogo. D’Elia introduce i concetti di Wiki-nomics e Wiki-politics, in un’ottica di protagonismo ispirato alla rivoluzione del web 2.0 che coinvolge le persone nel fare, nell’essere parte attiva. La condivisione delle proprie risorse strategiche per effettuare partecipazione di massa è fondamentale, si deve rompere la distinzione tra utente, cliente, spettatore e parlare di vero protagonismo.

La gioventù non è qualcosa di indistinto, ma fatto da tante identità diverse: giovane uomo, giovane donna, giovane immigrato ecc… il rischio è quello di cadere nella semplificazione e nella banalizzazione delle cose, ribadisce Vincenzo Striano, portavoce del forum toscano del terzo settore. Chiude la tavola rotonda Giovanni Pasqualetti, dirigente del settore Reti di solidarietà della Toscana, sottolineando come gli APQ (Accordi di Programma Quadro) hanno portato l’associazionismo e le istituzioni a discutere insieme sulle politiche giovanili. I giovani vogliono fare i conti con quello che gli viene raccontato, sono pronti a seguire l’esempio di partecipazione per cambiare qualcosa in cui si crede, a volte con risultati positivi che nemmeno loro stessi ritenevano possibili.

Ilaria Danesi

Condividi sui social:

Categoria post: Varie Categoria: #filigrane Categoria: #politiche giovanili