Enki Stove, la startup nata a Pisa brucia ma non inquina

Data e ora: Pubblicato il: 1 Agosto 2016 in Magazine

Luogo: da giovanisì

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wild-seaL’idea, nata da due studenti dell’Università, ha già raccolto 240 mila euro tramite crowdfunding e ha realizzato ben 2 linee di prodotto.

In questi tempi di crisi, vince chi riesce a ingegnarsi e risparmiare sulle bollette, una tra tutte quella del gas. A raggiungere l’obiettivo sono stati due studenti dell’Università di Pisa che hanno studiato una soluzione economica per produrre calore e riscaldare la casa. La loro idea non poteva passare inosservata e si è trasformata in impresa. Oggi la startup Enki Stove ha sede a Livorno, progetta e mette in commercio “bruciatori pirolitici”, sistemi basati su un’innovativa tecnologia che consente di ottenere energia e calore dalle comuni biomasse (pellet, legna, ramoscelli, pigne) riducendo al minimo la produzione di gas nocivi, inquinanti o responsabili dell’effetto serra.

Grazie al crowdfunding sono state già realizzate due linee di prodotto chiamate rispettivamente Enki Stove Uno e Wild. La prima è composta da tre sistemi di cottura e riscaldamento per esterni, l’altra da due modelli di fornello da campo a biomassa.

«La tecnologia alla base di tutti i prodotti Enki Stove è protetta da due brevetti ed è l’ottimizzazione di un processo già esistente, chiamato “pirolisi aperta” – spiega Ivan Mura, product designer e studente di Ingegneria aerospaziale all’Università di Pisa – Sono venuto a conoscenza di questo processo grazie alla mia passione per la tecnologia e alle nozioni imparate all’università e, dopo mesi di prove ed esperimenti, con la consulenza tecnica dell’amico Davide Nughes (tecnico elettronico e oggi responsabile IT di Enki Stove), sono arrivato alla costruzione di un dispositivo che finalmente soddisfaceva le mie esigenze: una fonte di calore efficiente, stabile, a basso costo, semplice da gestire e che non producesse fumi nocivi durante l’intero processo».

Insieme a loro, il progetto è seguito anche da altri amici. I membri del team Enki Stove sono Gianluca Ricciardi, responsabile marketing, laureato in Scienze e tecnologie della comunicazione, Andrea Moretti, responsabile public relations, specializzando in comunicazione d’impresa presso l’Università di Pisa e Simone Pisci, graphic designer.

«I sistemi Enki Stove trasformano le biomasse, sfruttando il gas derivato dalla decomposizione stessa per ottenere l’energia necessaria a sostenere il processo – spiega Ivan – Tale perfezionamento è garantito da una particolare conformazione geometrica della camera di combustione, unita a un sistema elettronico che gestisce e modula il flusso dei gas all’interno della camera, rendendo la pirolisi stabile, sicura e priva di fumi, semplice da utilizzare anche dal consumatore finale. Questa tecnologia è perfetta per costruire cucine da esterno, barbecue e fornelli da campo, ma in prospettiva è sviluppabile anche per mettere a punto riscaldamenti da interno».

Enki Stove ha anche partecipato al concorso indetto da CNRxEXPO, presso la facoltà di Agraria dell’Università di Milano, dove è stata premiata come “miglior tecnologia pirolitica”. Mentre, lo scorso giugno, ha partecipato alla Summer School in “Advanced Innovation Methods” organizzata dall’Università di Pisa nell’ambito del progetto ENDuRE.

La startup, tramite una campagna di equity crowdfunding sul portale StarsUp, ha raccolto ben 240 mila euro in cambio di una partecipazione del 34% circa nel capitale di 41 nuovi soci. Questo è servito a strutturare la società e a iniziare la produzione delle due linee di prodotto. Per il lancio dell’ultima linea Wild, l’azienda ha deciso di condurre una campagna su un altro portale di crowdfunding, Kickstarter, che ha raggiunto ottimi risultati: 94 mila euro raccolti in 1 mese da 434 backers.

Fonte: Marta Mancini  – intoscana.it

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