Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani
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4119998723_26a29c65eb_mE’ stato sottoscritto durante Filigrane 2009 al SaschAll di Firenze il Documento sulle Politiche Giovanili proposto dai giovani toscani e rivolto alle istitutzioni regionali.

Questo il testo:

L’UTOPIA E’ REALIZZABILE
I sogni ce li mettiamo noi, la politica ci metta il coraggio.

Proposta condivisa per porre al centro la questione giovanile in Toscana
1. Come la pensiamo.
2. Priorità, problematiche e bisogni.
3. Cosa suggeriamo.
4. Risposte….

 

1- COME LA PENSIAMO

I problemi dei giovani sono quelli della nostra società
Il lavoro, gli spazi in cui vivere e muoversi, la formazione, l’educazione, oltre alla possibilità di rendersi protagonisti del percorso di vita: sono tutti temi a cui si legano problematiche sempre più urgenti e diffuse in ampi strati della popolazione. Sono problemi di ordine operativo, ma anche criticità di tipo valoriale, che attraversano la società dei nostri giorni, colpendo anche noi giovani.
Infatti costituiamo parte integrante della società, e non possiamo esser ridotti a mera appendice del mondo degli adulti. Come uno sguardo grandangolare, piuttosto, osservare le problematiche del mondo giovanile può servirci per comprendere meglio, dal privilegiato osservatorio di chi al mondo si affaccia, le criticità di un sistema economico, sociale e culturale che riguarda tutti.
E’ da qui che le politiche giovanili in Italia dovrebbero avere il coraggio di partire: cancellando termini inutili e stereotipati, come “disagio giovanile”, per passare ad un’operatività nuova in cui tutti – giovani, adulti, anziani – si facciano carico delle difficoltà di una società in cui solo ascoltandosi reciprocamente si potranno proporre alternative più efficaci e condividere le responsabilità. Fondamentale è quindi l’ipotesi di una società che osservi ed ascolti con più attenzione i giovani, cercando un dialogo più serrato e diretto. Ciò esplicita la necessità di una riflessione sul compito educativo e la necessità di riferimenti e testimoni pieni di valore. Il mondo dei giovani e quello degli adulti devono quindi esser intesi come vasi comunicanti il cui scambio deve esser incentivato.

Per un approccio meno stereotipato, e per soluzioni più efficaci
Solo in relazione ad una visione complessa e articolata del rapporto tra i giovani e la società in cuiviviamo, accettiamo di parlare di “questione giovanile”, la quale deve tornare ad essere al centro della discussione politica e dell’attualità, e non più e non soltanto in connessione al tema del disagio.
Il disagio non è, infatti, una condizione insita nella gioventù, ma piuttosto un fenomeno derivante da specifiche dinamiche che, a seconda dei casi, sono ascrivibili all’ambito psichico, sociale, economico, culturale.
Appare dunque superficiale ed inutile fermarsi a quelle definizioni mediatiche, spesso stereotipate, svincolarsi quindi da narrazioni preconcette del mondo giovanile mettendosi piuttosto in ascolto di una realtà sfaccettata e mutevole, oltre che ricca di idee e potenzialità.
Da qui, nasce un’idea fondamentale per la discussione politica: i giovani risentono delle difficoltà presenti, e si fanno altresì portatori di altrettante potenzialità che sono presenti nei nostri contesti di vita.
Responsabilità della politica e delle istituzioni è conoscerle, mettere in relazione le esigenze fondamentali proporre soluzioni adeguate ed efficaci per il bene comune ed attivare tutte le possibilità per la realizzazione dei singoli progetti di vita, rendendole condivise e parimenti accessibili a tutti i giovani senza distinzione di genere e di provenienza.

Lotta all’individualismo sfrenato
Il pluralismo delle idee e degli stili di vita è un valore che deve essere ribadito come inalienabile di fronte ad un conformismo culturale sempre più imperante. Riteniamo l’individualità un concetto positivo, e la sfera individuale un ambito prezioso e inviolabile, per ogni società che si ritenga libera e laica. Rifiutiamo invece l’individualismo sfrenato che spinge a vivere i problemi e le prospettive come fatti strettamente personali e non come occasioni per sviluppare percorsi condivisi. Rigettiamo con forza l’imperativo della competizione esasperata, a favore del principio della collaborazione, i tentativi di frazionamento ed isolamento, a favore degli sforzi per unire, condividere e quindi rafforzare. Respingiamo l’idea assurda del tutto ruota intorno a me che ha portato a costruire una società che assomiglia parecchio ad un consorzio di egoismi. Perché è un dato di fatto che ai “successi” di pochi, corrispondono i sentimenti di fallimento, di isolamento, di frustrazione dei molti. Pensiamo, e sono solo alcuni esempi, ai tanti laureati costretti a lavori ben al di sotto delle proprie competenze, ai tanti giovani che nell’epoca dei co.co.pro fanno fatica a rivendicare gli elementari diritti del lavoro. Non vogliamo rischiare ulteriormente che il giovane si faccia portatore di battaglie solitarie, o ancor peggio si senta tanto isolato da rinunciare a dare voce ai propri desideri, bisogni, diritti.

Torniamo a sognare, e ad avere coraggio
C’è una forte necessità di ri-proporre trame di positività nelle vite delle persone, di ri-sentire che si può sperare insieme senza dover anteporre la paura al coraggio, la preoccupazione alla felicità. Vogliamo e dobbiamo riproporre con forza la dimensione del sogno. E per coronare un sogno ci vuole coraggio. Noi vogliamo mettercelo, ma abbiamo bisogno della politica per poterlo davvero realizzare. Abbiamo dunque necessità di strumenti, iniziative, percorsi più coraggiosi rispetto al passato.
Il presente documento vuole essere questo: un’indicazione per la politica e un appello perché essa possa esprimere azioni più coraggiose.
2 – PRIORITA’, PROBLEMATICHE E BISOGNI

Figli, già cittadini
Ci aspettiamo dalla società un approccio al mondo giovanile di collaborazione alla presa in carico del percorso di crescita ed emancipazione, non relegandoci alla stereotipata dimensione dei “figli che non vogliono crescere”.
Le problematiche ed i bisogni sono numerosi e complessi, ed è per questo utile individuare delle priorità che abbiamo voluto organizzare su due piani, collegati ma distinti. Da un lato abbiamo quindi posto gli aspetti “valoriali” e dall’altro quelli “operativi”. Si tratta naturalmente di una suddivisione di carattere analitico, ma che ha il vantaggio di indicare, fin dal primo sguardo, quattro grandi macroaree: l’istruzione, la formazione, il lavoro e l’abitare.
Tutte queste proposte debbono inoltre tener presente il fondamentale filo rosso dell’ambiente e dell’attenzione alle risorse naturali, che costituiscono una preziosa eredità che ognuno di noi deve sentirsi obbligato a proteggere.

1. Educazione: l’investimento sul tempo futuro.
L’educazione ha un ruolo importante nel percorso che abbiamo immaginato: essa è l’attività che per eccellenza investe sul tempo futuro. La pensiamo non come un passaggio nozionistico, ma come la chiave per il miglioramento della qualità della vita che non può prescindere, ma anzi si deve basare sulla relazione con l’altro, qualsiasi sia la realtà da cui esso proviene o alla quale appartiene. Educazione quindi come promozione delle specificità e fuga dall’omologazione.
2. Formazione.
La formazione è passaggio permanente di conoscenza, cultura, idee, pensieri, capacità; essa, pertanto, si arricchisce nella differenza, che deve esser quindi accolta e valorizzata.
La formazione la intendiamo come processo didattico di arricchimento e preparazione individuale, connesso, ma non dipendente dalla logica dell’inserimento lavorativo. Formarsi deve quindi avere un valore intrinseco: un’idea che si rafforza anche attraverso la rivalutazione del ruolo degli insegnanti.
Le intenzioni educative perdono la loro forza se mancano le condizioni strutturali di tradurle in pratica.

3. Lavoro
Il lavoro è uno dei valori fondanti della Repubblica Italiana e uno dei principi iscritti nella Costituzione (art. 1, art. 4, art. 35 e segg.). E’ alla base dell’emancipazione sociale, del pieno sviluppo della persona umana, e concorre al progresso materiale e spirituale della società. Deve essere quindi tutelato con forza, sempre e in ogni caso, nel rispetto delle scelte e dei percorsi di vita di ciascuno, nonché dei fondamentali diritti del lavoratore. Siamo pertanto disposti ad accettare l’esistenza di forme d’impiego, e una vita, flessibili, non saremo invece mai preparati ad essere lavoratori di seconda serie, privi di ogni diritto e tutela. La sempre più attuale mancanza di continuità del rapporto di lavoro – che già può minare la certezza sul futuro – deve, almeno e necessariamente, essere sostenuta da un reddito adeguato (alla prestazione svolta nonché alle competenze e le professionalità richieste) e dalla presenza di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione, maternità, malattia. Non da ultimo chiediamo maggiore trasparenza nell’accessibilità al lavoro, in base a criteri strettamente meritocratici, rifuggendo la logica clientelare o familistica.
4. Abitare
Una città più adatta ai giovani è una città più viva. Non crediamo negli spazi ad hoc per ogni fascia d’età, ma in cittadini che animano e fanno propri gli spazi pubblici. Gli spazi abitati sono anche più sicuri. Incentivare il movimento, purché ecologico, e le occasioni per uno svago non collegato allo sballo (concerti, musei, teatri, cinema, etc.) significa riappropriarsi e migliorare il territorio in cui abitiamo.
Il diritto alla casa, compreso costituzionalmente al diritto alla vita, deve inoltre esser tutelato ed incentivato, poiché esso garantisce, in particolare ai giovani, la possibilità di crescere e maturare in maniera autonoma e responsabile.
3 – COSA SUGGERIAMO

EDUCAZIONE
1. La prima educazione è l’accessibilità. Ingressi gratuiti a musei e parchi. Sconti su cinema, mostre, teatri e concerti.
2. Libri di testo open-source: fuori dai meccanismi che costringono le famiglie a spese sempre più alte per i libri scolastici è possibile immaginare testi scritti da esperti ma liberi dai diritti d’autore: per un’informazione accessibile, gratuita, neutrale. Da stampare su carta riciclata!
3. L’educazione parte dalla porta di casa. Una pista ciclabile per ogni scuola.
4. Incentivare le “comunità che si educano”. Più GAS per tutti, aiutare la costituzione di gruppi d’acquisto solidale.
5. Sviluppare la responsabilizzazione sulla cultura “pubblica”. Biblioteche autogestite
FORMAZIONE
1. Università a misura di mamma e babbo. Dal seggiolone in mensa, al nido universitario.
2. Assegni di studio diretti agli studenti per tutti gli anni previsti dall’Università.
3. Una bussola all’università (centri di studenti per gli studenti per districarsi nella burocrazia).
4. Un sistema integrato per stare in Europa. Scambi, stage, tirocini…che siano riconoscibili, per tutti e quasi obbligatori!
5. Formazione e lavoro. Avviciniamoli davvero di più: Tirocini obbligatori per ogni Università.
LAVORO
1. Precariato? Non è più possibile prescinderne, ma con tutele e sostegni. Intervenendo quindi sui datori di lavori con maggior controllo.
2. Accesso “culturale e pratico” al lavoro. Il microcredito come strumento e come modello di relazione in un contesto sempre più di “non bancabili”.
3. Maternità & paternità istituzionalizzate anche per i contratti anomali.
4. Fra un co.co.pro e l’altro sono disoccupato? Se lo sono dovrei proprio aver diritto ad un sostegno di disoccupazione.. no?!
5. iscrizione ai centri per l’impiego anche per gli studenti universitari
ABITARE
1. Spostamenti pensati e quindi rivoluzionati (sul costo, sulla frequenza, sulla tipologia). La notte viaggio in (bus, taxi) treno, non mi stronco e costa meno. E perché non pensare al risciò nei centri storici e a Bike-sharing con la tessera. Non inquinano, non fanno rumore, creano lavoro.
2. Sostegno al co-housing: vivere insieme significa imparare a condividere e consumare meno.
3. Più socialità in piazza.
4. Partecipazione vera. Pensare allo sviluppo culturale della legge regionale sulla partecipazione, al maggior investimento di risorse e alla reale capacità di “arrivare” a tutti. Restaurare con percorsi partecipati i vecchi o inutilizzati immobili. Da luoghi sofferenti a spazi vivi. Decidiamo come trasformarli in case in cui poi abitare spendendo un po’ meno!
5. Contributi in termini di risorse e strumenti pratici per la cultura del riciclo, dei rifiuti e dell’uso della acqua. Dalla scuola al pub con il solito bicchiere!

3 – RISPOSTE…
Bene, ora vi chiediamo risposte e poi vi chiediamo di continuare a farci fare domande.

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