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Il primo approccio telematico all’attività motoria in ambito scolastico

Lorenzo - Giovanisi+

Lorenzo è uno dei laureati in Scienze motorie che anima il progetto di ‘Sport e scuola compagni di banco’, realizzato da Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì, Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, Università degli Studi di Firenze, Università di Pisa, Coni Toscana e CIP (comitato italiano paralimpico della Toscana).
Scopo del progetto è potenziare l’insegnamento dell’educazione fisica nelle classi prima e seconda delle scuole primarie attraverso l’inserimento nell’organico della scuola di neolaureati in Scienze motorie, che in qualità di esperti affiancano gli insegnanti.
In seguito all’emergenza legata al Covid-19, vista l’impossibilità di proseguire l’attività in classe, il progetto si è trasformato puntando sulla didattica a distanza. Abbiamo intervistato Lorenzo per farci raccontare in che modo

In cosa consiste il progetto “Sport e scuola compagni di banco”?

Il progetto è nato cinque anni fa con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’insegnamento in ambito motorio nella scuola primaria dal punto di vista educativo e, più in generale, per migliorare le condizioni di salute e benessere dei bambini e delle bambine.

In seguito all’emergenza Covid-19 e alla chiusura delle scuole, avete trasformato il progetto adattandolo alle nuove modalità a distanza. Ci racconti come?

In seguito all’emergenza e alla conseguente chiusura delle scuole, abbiamo dovuto adattare le attività del progetto alla nuova situazione, prendendo spunto dalle linee guida fornite dal Miur (Ministero Istruzione, Università e Ricerca).
Si tratta probabilmente del primo approccio telematico all’attività motoria in ambito scolastico: ogni esperto sta creando dei video  pensati e sviluppati con l’obiettivo di far fare attività motoria in casa ai bambini e alle bambine. I video contengono istruzioni, proposte e giochi che possono essere svolti anche grazie all’utilizzo di oggetti reperibili in casa come giornali, bottiglie, tappi, nastro adesivo, che all’occorrenza diventano strumenti per trasmettere la proposta educativa.
Queste attività, tramite le insegnanti, vengono veicolate direttamente alle famiglie, e possono essere svolte dai bambini in casa insieme ai genitori. Certo, c’è una bella differenza fra fare attività fisica in una palestra o in casa, però tramite questi video stiamo adattando al meglio le proposte di attività motoria che portavamo avanti con in bambini a scuola, all’ambiente casalingo.

Mantenere un contatto con le famiglie e i bambini in questo momento di difficoltà è per noi fondamentale

Avete immaginato anche delle attività per gli studenti diversamente abili?

Sì, da quest’anno abbiamo introdotto una nuova figura sperimentale, per la quale sono stato selezionato come referente per la provincia di Prato, che ha il compito di migliorare i livelli di inclusione proprio attraverso l’attività motoria scolastica.
A livello internazionale la disabilità infatti non viene più classificata come deficit di abilità ma come un insieme di abilità che devono essere esaltate inserendo facilitazioni ed eliminando barriere all’interno della scuola e, nel nostro caso, all’interno dell’ora di educazione fisica. Quindi l’attività motoria, da motivo frequente di esclusione, diventa strumento di inclusione.
Stiamo adattando anche questa figura di supporto a livello telematico: abbiamo deciso però, per evitare di generare possibili dinamiche di esclusione, di non proporre dei video standard per la disabilità. Siamo partiti dal presupposto che ogni persona con disabilità ha delle abilità diverse dall’altra, quindi non non ci sono esercizi o giochi standard ma ogni gioco viene adattato al singolo bambino e alle sue abilità. Quindi ci stiamo relazionando direttamente con le famiglie e con le insegnanti per inserire delle facilitazioni, degli adattamenti o delle alternative ai giochi proposti, in modo tale che anche il bambino diversamente abile possa svolgere le attività presenti nei video in casa.

Che riscontro state avendo da parte delle famiglie e dei bambini e bambine?

Le famiglie sono molto contente: ci aggiornano costantemente sulle attività che i bambini stanno svolgendo e su come vanno. Quello che stanno apprezzando di più è soprattutto la vicinanza che abbiamo voluto dimostrare portando avanti questo progetto a livello telematico in questa fase di emergenza. Tramite queste attività le famiglie si stanno sentendo meno sole: riescono a tenere attivo il proprio bimbo o bimba e dall’altro lato sentono che la scuola, l’istituzione scolastica, è presente sempre, anche in questa situazione difficile. Mantenere un contatto in questo momento di difficoltà è per noi fondamentale.

 

Intervista pubblicata il 27 Aprile 2020

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