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Forse non tutto è perduto

Scritto e pubblicato da Giancarlo
Giancarlo - Casa

Buon pomeriggio a tutti.  Cercherò di essere breve; scrivo questa lettera perchè, navigando nel buio della disoccupazione e della mancanza di speranza, tra l’oblio delle Istituzioni e i falsi sorrisi che circondano questi nostri infami tempi, tra promesse di interessamento sperperate da chiunque e mai mantenute in una jungla di bestie feroci travestite da pecorelle innocenti, ho trovato il coraggio di sorridere seppur per cinque minuti, di dirmi che esistono ancora delle persone coscienti, di pensare, anche per una manciata di minuti, di non essere solo, di ripetermi che forse non tutto è perduto. Non voglio andare troppo sul personale dato che la tragedia sociale che ci circonda è un problema comune, collettivo e devastante.

Posso solo dire di essere uno dei tanti laureati in discipline umanistiche sfiduciati verso presente e futuro. Ho fatto una varietà di lavori tale, negli ultimi 10 anni, che adesso che ne ho 34 ho l’impressione di essere già in pensione, ma devo ancora cominciare ad accumulare marchette. Credo non ci sia un settore, a livello occupazionele, nel quale io non abbia provato ad entrare, partecipare , ma non ho avuto la possibilità di specializzarmi in niente: la dispersione, lo spreco di tempo e di risorse pende sulla mia testa come una mannaia…. ma sono acora vivo, o almeno cosi’ credo. Ho fatto il giornalista, il professore, lo scrittore, l’animatore, il pittore, il fotografo, il videomaker, il cameriere, l’operaio, l’assistente per anziani, il babysitter, il dogsitter, il promoter pubblicitario, il venditore e cosi’ potrei continuare consumandomi le dita su questa tastiera: non ho ricevuto nulla, o quasi nulla; oltre ai soldi, che purtroppo non sono l’ultimo problema, non c’è stato un lavoro che mi ha lasciato un biglietto da visita utile per il mio futuro, pare quasi che tutti gli sforzi fatti siano serviti solo a passare il tempo, o a dire -oggi non sono disoccupato-. Non mi vergogno piu’ di essere sprovvisto di occupazione, perchè adesso so che non è colpa mia. Mi vergogno, altresì, di dover ancora avere a che fare con una classe dirigente fatta di gente senza scrupoli, di bambini viziati pronti a tutto pur di risultare vincenti grazie alle disgrazie altrui, sono persone poco evolute e Dio me ne guardi da fare nomi e cognomi: devo almeno rispettare me stesso.

Detto questo, dopo aver letto la lettera aperta di Enrico Rossi sulle pagine del vostro sito, ho riscontrato una schiettezza che da certi ambienti non arriva mai, una sensibilità di cui ho dovuto prendere atto. Siete gli unici che avete aiutato me e la mia ragazza a non essere sfrattati; grazie al contributo all’affitto abbiamo avuto la possibilità di prendere una casa con contratto regolare e di scappare da un locatore che ci teneva per il collo con un’affitto in nero, una persona che non ha fatto mai fare una verifica alla caldaia di casa per 7 anni, per paura di essere preso in flagrante da guardia di finanza o chi di dovere. Non voglio lamentarmi ancora, ma ci sarebbero troppe cose da dire, cosi’ tante che è meglio tacere; è il sistema che deve essere cambiato, ma non affinchè nulla cambi; dobbiamo investire in educazione, per non creare quei mostri onnivori che hanno prosciugato tutto, i cui unici valori sono riscontrabili nell’accumulo di glorie e beni materiali a discapito della collettività; dobbiamo correggere quella disarmonia, è nostra responsabilità.

Io, comunque, Vi voglio ringraziare anche da parte della mia ragazza, Sara, e lo facciamo con tutto il cuore e tutta l’onestà possibile. Se una struttura come Giovanisì funziona ancora, allora forse non tutto è perduto, allora qualcuno ha ancora coscienza, allora possiamo ancora lottare armati di pazienza e buona fede. Abbiamo le mani legate, questo sì, ma anche con le mani legate si puo’ battere su una tastiera, per esempio.

Un abbraccio forte
Giancarlo

 

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