Camilla, Filomena, Camilla e Maria Rosaria / #serviziocivile

Il desiderio di renderci utili

Camilla, Filomena, Camilla e Maria Rosaria - Servizio civile

Siamo Camilla B., Filomena, Camilla S. e Maria Rosaria, quattro psicologhe che hanno iniziato il loro viaggio per affacciarsi alla professione. Ognuna di noi frequenta una scuola di psicoterapia di orientamento diverso, ma ci accomuna la passione per la psicologia e la scelta di aver intrapreso a giugno 2017 il Servizio Civile presso la Noi Per Voi.
È sempre stato forte in tutte noi il desiderio di renderci utili, consapevoli che non avremmo svolto il ruolo di psicologhe, ma che avremmo contribuito a supportare l’associazione nella presa in carico dei pazienti e delle loro famiglie.

“Ho conosciuto la Noi per Voi tramite una compagna dell’ università. Mi sono sempre domandata cosa l’avesse spinta a scegliere questo tipo di volontariato. La mission dell’associazione mi spaventava molto e mi sono resa conto quanto la malattia nei bambini e il lutto, fossero dei tabù per me. Ho scelto quindi di fare il servizio civile alla Noi per Voi per affrontare tematiche sconosciute e per provare ad abbattere delle barriere personali.”

Camilla B.

“Ho scelto di fare il servizio civile presso l’Associazione Noi per Voi in un momento in cui sentivo forte e urgente il desiderio di mettermi in gioco non solo come “professionista” ma anche come persona.
Conoscevo da tempo l’associazione e più volte, nel corso degli anni universitari, ho pensato di iscrivermi al corso di formazione per iniziare a fare volontariato, ma ogni volta trovavo delle scuse (gli esami.. mi toglierà troppo tempo.. e via dicendo).
Quando ho visto il bando a Marzo, qualcosa dentro di me è scattata: era il momento di provare, l’occasione che forse stavo aspettando da tanto tempo e che ora mi trovava più consapevole del percorso fatto e del mio modo di procedere.
Fin dal primo impatto con l’Associazione, ho sentito l’intensità di quello che poteva aspettarmi e, inizialmente, questo mi ha spaventata: ho ripreso a domandarmi se stavo facendo la scelta giusta, se ero “davvero” pronta per questo, se ero in grado di gestire il tutto. Penso di aver operato una sorta di “costrizione” rispetto a tutti i miei dubbi iniziali e ora posso dire di essere felice di averlo fatto e di essermi data una possibilità.”

Filomena

“Sono stati mesi intensi e dalle forti emozioni. Ho cominciato questa esperienza addentrandomi nel mondo dei reparti; non era la prima volta per me…ho già bazzicato tra gli ospedali per la mia formazione, ma sicuramente questa esperienza è stata diversa. Neurochirurgia, Oncologia, Tmo non sono reparti come gli altri e certamente trovare il giusto modo per affrontarli non è stato semplice. Ancora oggi cerco il giusto equilibrio tra difese necessarie ed empatia che mi contraddistingue. Sono una persona curiosa, vogliosa di imparare e di mettersi in gioco. Questi mesi sono stati molto formativi. Non è semplice per me “stare” quotidianamente a contatto con un’angoscia di morte che inevitabilmente caratterizza questi luoghi, questa
esperienza, i reparti che frequentiamo e le famiglie che incontriamo.”

Maria Rosaria

“Ho conosciuto l’associazione tramite il tirocinio post-lauream. Prima di questo momento non avevo mai avuto modo di conoscere l’associazione e soprattutto era la prima volta che mi affacciavo all’ambito dell’oncologia pediatrica. Nel momento in cui ho fatto il colloquio per il tirocinio ho capito quello che potevo fare e ciò che quel tirocinio avrebbe potuto offrirmi. Ho deciso quindi di buttarmi e di provare una nuova esperienza in un campo totalmente sconosciuto per me. Alla fine del tirocinio mi è stato proposto di proseguire tramite il Servizio Civile, essendomi trovata molto bene sia con l’associazione sia nei rapporti che ho costruito con i bambini e le famiglie incontrate. Ho partecipato al bando con l’intento di proseguire l’esperienza per arricchire il mio bagaglio.”

Camilla S.

Abbiamo preso parte al Progetto “Individuo e Globalità: verso un Modello Integrato di Intervento” entrando in contatto con i pazienti e le famiglie dei reparti di Oncoematologia, Neurochirurgia, Tmo del Meyer, Oncologia Ricostruttiva e Radiodiagnostica di Careggi.
Abbiamo inoltre avuto l’opportunità di intervenire presso il domicilio di alcune famiglie intraprendendo un percorso più intimo e costante con il paziente ed il suo contesto di vita.
La nostra presenza all’interno dell’associazione è stata rivolta anche allo svolgimento di mansioni pratiche legate alla vita della Noi per Voi. Ci siamo infatti occupate anche dell’organizzazione dei turni del vasto gruppo di volontari; abbiamo preso parte alle vendite solidali promosse dall’associazione; abbiamo seguito i corsi di aggiornamento e di supporto per i volontari.

“Il corso di formazione è stato molto importante, perché oltre alle nozioni teoriche e pratiche che sono state fondamentali, ha messo le basi per un lavoro di rete. Da quel momento ho capito quanto fosse importante il legame tra i volontari dato che uno degli obiettivi è proprio quello di proporre una rete sociale solida per gli utenti dell’associazione. Ho capito che questa rete sociale solida doveva partire proprio da noi. Il servizio civile è subito iniziato a pieno regime, con un primo domiciliare e con tanti turni nei vari reparti.”

Camilla B.

“Ricordo il mio primo turno nel reparto di neurochirurgia, con tutta l’ansia, l’agitazione e l’attesa di iniziare e di vedermi lì “nel mezzo della mischia”. Sono state tante le emozioni provate: in primis, la paura di varcare la prima porta, di bussare e di sembrare inopportuna, di invadere, di violare uno spazio così delicato, fragile e sensibile. La sorpresa, quel giorno, fu trovare dall’altro lato della porta un sorriso, e non di circostanza, ma un sorriso che diceva “Grazie”. A partire da quel momento, ho cercato di ricambiare quel primo sorriso ricevuto ad ogni altra persona che incontravo, nonostante non ci fossero, comprensibilmente, sempre sorrisi ad attendermi. Ho sentito quanto potesse essere significativo e potente per un paziente percepire, anche solo per un po’, la vicinanza, il calore e il sostegno di un’altra persona, estranea alla sua vita fino a quel momento.”

Filomena

“Attraverso le domiciliari è stato possibile mantenere una “quotidianità” tale che mi ha consentito, nelle esperienze avute, di stabilire una relazione di fiducia sempre più forte sia con il bambino/a che con i genitori. Con T. per esempio è stato sorprendente quanto all’inizio mettesse distanza per poi aprirsi sempre di più alla dolcezza e alla tenerezza, ma anche alla rabbia e al bisogno di sfogarsi che ho rintracciato in lui più volte. È stato significativo stare accanto alle persone in un momento di bisogno e costruirci una relazione, per camminare insieme.”

Maria Rosaria

“In questi mesi ho potuto svolgere quasi tutte le attività che l’associazione offre, quella dove mi sono sentita più a mio agio e che mi ha fatto appassionare al servizio offerto, è stata quella dell’attività domiciliare. Mi piaceva stare a contatto diretto con i bambini e ho potuto sperimentarmi nelle attività di gioco, a volte dovendo tornare bambina anche io per immedesimarmi nei personaggi. Ho imparato a capire come attraverso il gioco possiamo osservare il modo in cui i piccoli vivono e reagiscono alla malattia, in quanto proprio durante le attività ludiche sono liberi di esprimere le loro emozioni senza filtri e con spontaneità.”

Camilla S.

Questi mesi ricchi di esperienze non sono stati privi di difficoltà. Crediamo che questo sia inevitabile. Alcuni momenti critici sono stati il primo impatto nei reparti e nell’affrontare situazioni nuove, qualche ostacolo durante il percorso e la ricerca di un modo di “essere” nelle relazioni. Tali situazioni ci hanno portate ad affrontare momenti difficili, a livello personale, professionale ed emotivo. Sono questi momenti che però ci hanno permesso di crescere e di maturare, affrontandoli con l’aiuto del gruppo e di Donatella, la nostra tutor di riferimento.

“Devo dire che mi sono sentita molto insicura e questo accade anche adesso in certi casi. In un ambito così delicato è facile sbagliare o essere  impertinenti. Per questo, nonostante il corso di formazione, penso che il tutoraggio sia stato davvero importante. Mi è servito, e continua a servirmi, per trovare il mio modo di essere all’interno di questo contesto. Mi sento in un ambiente protetto, in cui posso chiedere consiglio e trovare un aiuto. Questo aspetto è importante perché mi permette di crescere soprattutto grazie agli scambi e alle dritte di Donatella ma anche tramite ai confronti che avvengono tra noi ragazze del Servizio Civile.”

Camilla B.

“Pensavo di non essere in grado di gestire dei contatti così ravvicinati con delle persone in situazioni di sofferenza, di disperazione, di rabbia e soprattutto di relazionarmi con dei bambini in tali situazioni. Mi sono sorpresa, invece, nel trovarmi sempre più a mio agio, sempre più consapevole di quello che stavo facendo e con sempre più risorse da utilizzare nelle varie situazioni che ho affrontato.
Inizialmente, anche i domiciliari che ho seguito e che tuttora seguo sono stati fonte di paure e di ansia per una difficoltà a costruire, a capire cosa sarebbe accaduto. Mille emozioni e tante sensazioni provate: dal creare una relazione così intima, tra le mura di casa, entrare nella vita di una famiglia, sentire la fiducia che pian piano si cementa nella relazione, a vivere momenti di difficoltà, di stanchezza, di frustrazione e “starci” con tutto ciò che comporta.
Devo molto al lavoro di squadra per quella che sento come una crescita personale e professionale: dai confronti che abbiamo con Donatella, dai quali ricevo sempre uno stimolo per arricchire la mia esperienza, alla collaborazione con Camilla, Meri e Camilla che ho sentito sempre più solida e presente.”

Filomena

“Inizialmente non è stato facile per me trovare la giusta “distanza”, tuttavia assolutamente necessaria in questo contesto. Sarà che ci metto sempre tutta me stessa negli impegni che prendo e anche in questa esperienza tutta me è stata coinvolta. Grazie all’aiuto del gruppo e di Donatella sono riuscita a superare e vivere in modo costruttivo questa difficoltà. Senza la giusta distanza non credo potremmo essere di aiuto all’altro, e questo Servizio Civile mi ha aiutata a comprenderlo realmente.”

Maria Rosaria

“Le prime settimane mi sono sentita spesso spaesata, non sapevo bene come muovermi, cosa dire davanti alle famiglie e come comportarmi. In questo mi sono stati molto utili i volontari che erano con me in servizio, che mi hanno subito fatta sentire parte di un gruppo, mi hanno accompagnata, consigliata e ci siamo supportati a vicenda nelle situazioni più difficili e critiche. Nelle attività che ho svolto individualmente nel servizio domiciliare, mi hanno sempre guidata la psicologhe dell’associazione, in particolare Donatella, dandomi consigli e qualche suggerimento, su come comportarmi nelle attività con i piccoli pazienti. Sono proprio questi ultimi che mi hanno fatta sempre più appassionare al servizio che andavo svolgendo: questi
piccoli pazienti che ti coinvolgono, ti cercano, ti aspettano, nonostante tutto quello che stanno vivendo, rimangono spensierati con la voglia di vivere e di giocare.”

Camilla S.

Sono stati dei mesi molto intensi: ognuna di noi si è messa in gioco in modo diverso, sperimentandosi in contesti emotivamente carichi e profondi. Giorno dopo giorno, gradualmente, siamo riuscite ad abbandonare le nostre paure, incertezze e timori iniziali per far spazio all’Altro e a quello che abbiamo incontrato lungo la strada.
Arrivate al termine di questo viaggio possiamo dire con certezza di essere diverse, e di portare sulle spalle uno zaino più ricco di strumenti, risorse, persone e consapevolezze.

“Pensando al futuro, oggi sentiamo di poterci guardare alle spalle ed essere soddisfatte del lavoro fatto finora e delle persone che abbiamo conosciuto. Abbiamo preso qualcosa da ognuna di loro e da tutte le occasioni che abbiamo incontrato. Porteremo tutto questo dentro di noi.”

Filomena, Camilla B, Maria Rosaria, Camilla S.

Possiamo rivelarci a noi stessi attraverso un altro.
Non possiamo riuscirsi da soli.
La riflessione può fare coscienza, ma l’amore fa anima.
(James Hillman)

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