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Consigli per gli acquisti

Scritto e pubblicato da Anna
Anna - Casa

Il contributo sull’affitto è la carotina legata al bastone che si affaccia su un dirupo.  Ed è la prova che si pedala solo quando si ha una bicicletta.

Perché se non ho fatto la fame – nei i primi mesi che ho beneficiato del contributo – poco ci è mancato.

Avevo messo da parte due soldi d’estate, pensate, ci ho fatto pure un viaggio e ho potuto così anticipare i soldi per la caparra e menate iniziali.

Ma poi sei un disgraziato senza lavoro e basta. Un nullatenente con un affitto. Con una casa propria. Razzoli i ramini sotto i sedili della macchina ma hai una casa tua. Quando arrivano i soldi, nemmeno un mese dopo che hai stipulato il contratto d’affitto, li spendi tutti per tappare i buchi che hai fatto e per farti una spesa decente. Poi non ci sono già più.

Avevo deciso di vivere in tenda facendo zapping  nelle aziende agricole il giorno prima che accettassero la mia domanda. Non mi sarei mai imbarcata in questa roba se non mi avessero dato questo contributo. Perché non è una stanzuccia in una casa di studenti. Ci sono le menate degli allacci, le volture, del cambio di residenza, dell’arredare da zero (nel mio caso) e anche un po’ del silenzio. Ma sapete: alla fine so come, mi sono fatta davvero in quattro, adesso vivo mesi tranquilli. Adesso posso dire di farcela bene a pagare il mio affitto. E faccio pure la spesa decentemente.

Questo è quello che voglio dirvi: il contributo è la spintina che serve per capire che alla fine siamo più forti di quello che si crede, che quando ci troviamo in alcune situazioni ce la possiamo anche fare. Ma in alcune situazioni ci dobbiamo mettere. Ed essendo dei tardoni ci ha pensato la Regione a farci sentire il profumo dell’indipendenza.  Forse loro avevano bisogno che ripartisse il mercato immobiliare. Non mi frega. Perché grazie a questa cosa ho capito davvero molte cose su me stessa. Ed è questo quello che conta.

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