Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

Le libere professioni hanno un ruolo sempre più rilevante nel sistema economico toscano. La conferma viene dall’indagine condotta da Irpet nell’ambito dell’Osservatorio regionale delle professioni, che rinnova una precendente indagine svolta nel 2015. Sono sempre più numerose ma alla crescita quantitativa non corrisponde un aumento proporzionale dei fatturati, mentre la crisi economica ha eroso in parte anche i margini di reddito delle attività più consolidate. La ricerca, presentata stamani a Sant’Apollonia nel corso di un convegno organizzato da Regione e Commissione dei soggetti professionali, ha preso in considerazione un campione rappresentativo dell’universo delle professioni, sia quelle ordinistiche che quelle non ordinistiche, attraverso un questionario online, rivolto direttamente ai professionisti, grazie alla collaborazione con i diversi ordini, collegi ed associazioni.

Fra le problematiche emerse, oltre a quelle economico-finanziarie, sono state segnalate difficoltà burocratiche, di accesso al credito, legate spesso alle caratteristiche tipiche degli studi professionali (piccolissime dimensioni, numero limitato dei clienti), nella formazione e nell’aggiornamento professionale, nella riduzione dei compensi e nei tempi di riscossione.

La contraddizione è solo apparente: si è trattato – spiegano gli autori della ricerca – di una evoluzione di tipo “estensivo”, determinata dall’ingresso di nuovi operatori, conseguenza dello sviluppo di nuove attività non particolarmente remunerative. Non a caso nel 63% dei casi gli intervistati segnalano fatturati inferiori ai 50mila euro, con il 31,8% che ha un fatturato inferiore addirittura ai 19mila euro.

Dall’indagine risulta, come si è detto, che complessivamente i volumi di attività si sono mediamente contratti, con solo una minima quota di professionisti che ha segnalato fatturati in aumento. In particolare sono emersi alcuni problemi sia sul fronte della quantità delle richieste (carenza di incarichi e talvolta anche perdita di clienti) che su quello della loro economicità (riduzione dei compensi e difficoltà di riscossione). Le difficoltà di riscossione, in particolare, hanno creato spesso anche problemi di liquidità, denunciati da 2 professionisti su 3.

Il quadro del settore conferma, oltre alla presenza di alcune difficoltà comuni, una forte polarizzazione al suo interno, in linea con quanto sta accadendo nell’intero sistema economico. Delle libere professioni, nel loro complesso, fanno parte sia attività di alta qualità rivolte sia alle famiglie che alle imprese, sia altre attività, più routinarie e di più basso profilo. Tale differenziazione è evidente sia guardando il numero di clienti (più di un terzo ha non più di 10 clienti). Il mercato di riferimento, per buona parte dei professionisti, è prevalentemente locale (spesso addirittura comunale); esiste solo una minima parte degli operatori che ha più di 100 clienti e si rivolge al mercato nazionale e persino estero.

Le conclusioni dell’indagine suggeriscono che il rilancio del settore, nel suo complesso, dovrà passare dall’ulteriore rafforzamento della parte più dinamica e che anche per i professionisti è vitale, come per le imprese in genere, aggiornare il bagaglio tecnologico, le strategie di comunicazione, innovare nella tipologia dei servizi offerti, anche attraverso la costruzione di reti che possano ovviare alle limitate dimensioni.

Numeri e azioni della Regione

In Toscana i professionisti iscritti agli ordini e collegi al 31 dicembre 2013 (Irpet-Sociolab) ammontava a circa 148.000 persone. Si tratta di circa 39 professionisti ogni mille
abitanti residenti, 4 in più rispetto al dato medio nazionale. Il peso delle professioni sugli occupati complessivi è del 10% circa (in Italia è del 6%).
Il grosso dei professionisti si concentra nelle professioni “storiche” ovvero quelle che sono dotate di ordini professionali, circa l’80% del totale. Il restante 20% è composto da professionisti che non sono inquadrati in un ordine professionale, i cosiddetti non ordinisti la cui determinazione è molto difficile. Per questo motivo è quasi impossibile avere i numeri precisi del settore che oscillano, infatti, secondo i parametri e la platea presi in considerazione. Una parte dell’universo delle libere professioni, accanto alle tradizionali costituite in ordini collegi e associazioni, è infatti fatto di nuovi lavori di consulenza, servizi di cura alla persona e alla famiglia, servizi per le imprese e le pubbliche amministrazioni che non necessariamente sono istituzionalizzati.

La Regione è stata la prima a capire l’importanza delle professioni, ordinistiche e non, per l’economia toscana. La legge 73 del 2008 è stata la prima a venire incontro alle problematiche del settore. E’ grazie a quella legge, rinnovata nel 2017, che si è costituita la Commissione dei soggetti professionali, che oggi siede anche al tavolo di concertazione, dove passano i principali provvedimenti della giunta che li riguardano e nei comitati di sorveglianza di Fesr e Fse, i due principali fondi europei. Non solo. La Toscana è stata anche la prima regione a dare corso alle indicazioni tese ad equiparare professionisti ed imprese per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi europei e, di recente, a dare direttive precise perchè si evitono comportamenti vessatori verso i professionisti ribadendo la questione dell’equo compenso per le prestazioni professionali.

Voucher formativi, contributi per tirocini e praticantati, percorsi imprenditoriali, garanzie e contributi in conto interessi a tasso zero per investimenti fino a 25 mila euro grazie ad uno specifico fondo di garanzia. E ancora finanziamenti per start up e nuove imprese. Sono queste le opportunità per i giovani professionisti e per i professionisti in genere, che la Regione mette a disposizione grazie al cofinanziamento dei programmi oerativi regionali del Fondo sociale europeo e del Fesr 2014-2020 o sostenute dal Fondo regionale di garanzia per le professioni istituito dalla Regione Toscana con la legge regionale 73 del 2008 e promosse dal progetto regionale Giovanisì.

Nel dettaglio, il Fondo regionale di rotazione per i professionisti ha una dotazione di 1 milione per contributi in conto interesse e garanzie per finanziamenti (prestiti per investimenti).
Nell’ambito del Programma operativo regionale (Por) del Fondo sociale europeo (Fse) 2014-2020, sono messi a disposizione dei professionisti voucher individuali (per professionisti overe under40, per imprenditori e liberi professionisti) per un totale di risorse impegnate o erogate per 6 milioni; per tirocini praticantati sono stati già impegnati o erogati contributi per 6,5 milioni (il bando è chiuso e sarà riaperto a breve); per il sostegno al coworking sono stati erogati o impegnati fondi per 400 milioni. Nell’ambito del Por Fesr, tutte le misure per le imprese sono oggi utilizzabili anche dai professionisti.

La ricerca presentata oggi avrà sviluppi ulteriori. Sono già stati messi in calendario quattro focus group: uno sulle prospettive del settore di qui al 2030, una sui giovani professionisti, una sul benessere e le condizioni di lavoro e l’ultimo sull’innovazione organizzativa e tecnologica. Un ulteriore passo avanti per mettere la Regione e le sue politiche in sintonia con una realtà che oggi rappresenta sicuramente una fetta crescente del prodotto interno lordo toscano.

 

Comunicato stampa di Barbara Cremoncini, Toscana Notizie