Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

L’Europa non è lontana, dice più volte il presidente Rossi. L’Europa vive attorno a noi: basta aprire gli occhi. Ecco così il progetto Eureka, che coinvolge 360 studenti di sedici classi di varie scuole della provincia di Arezzo – uno degli istituti è a Foiano – e 150 aziende del territorio. Obiettivo: avvicinare scuole e imprese, in questo caso della filiera della meccanica. C’è l’azienda all’avanguardia per la saldatura di imballaggi, quella che investe sui led intelligenti per illuminare le città. E poi chi produce e vende vino, chi grazie all’aiuto dell’Europa ha ridotto i consumi (con un vantaggio per il portafoglio e l’ambiente), chi sperimenta nuovi processi produttivi per la stampa di lavabi in vetro, chi punta ad accrescere la resa nel recupero di metalli preziosi da marmitte catalitiche per auto non più utilizzabili. Ci sono le aziende agricole. E ci sono quartieri e pezzi di città che rinascono.

Su questa Europa disseminata in ogni angolo della Toscana molte volte non cade l’occhio, ignota secondo l’Eurobarometro al 60 per cento degli italiani che non conosce i fondi strutturali Ue, inutile per l’80 per cento di chi sa cosa siano. “Quest’Europa – sottolinea ancora Rossi – vale però con la quota statale e regionale lo 0,5 per cento del Pil della Toscana e con le risorse che aggiungono privati e altre istituzioni muove un punto e mezzo di Pil regionale”. Non sono pochi e senza i fondi europei tante opere e iniziative non si sarebbero potute realizzare.

Prendi ad esempio ad Arezzo la Piazza Grande, la Fortezza Medicea che è diventata polo ricreativo, la riconversione delle ex caserme Cadorna, il recupero dell’ex mercato ortofrutticolo nel quartiere Pescaiola destinato ad ospitare il Polo digitale applicato o la rivitalizzazione di spazi pubblici, servizi ed apertura di nuovi negozi nel quartiere Saione. “Sembrava che i fondi europei – racconta il presidente della Toscane, Enrico Rossi – non potessero essere utilizzati per ristrutturare la città. Ma abbiamo spiegato che questo avrebbe creato le condizioni per la crescita e il lavoro. E in Europa, se uno avanza progetti seri, le soluzioni alla fine si trovano”. In tutta la Toscana per i Piu, i progetti di innovazione urbana, sono stati investiti 40 milioni. Ad Arezzo il costo dell’intervento sulla Piazza Grande la Fortezza Medicea vale da solo più 26 milioni e la metà arriva dalle risorse 2007-2013 del Fondo europeo per lo sviluppo regionale.

Prendi ad esempio il progetto Eureka, finanziato nell’attuale settennato con il Fondo sociale europeo  – quello che si rivolge alle persone – e che coinvolge anche l’istituto comprensivo statale Marcelli di Foiano della Chiana. E’ costato 115 mila euro, completamente finanziato dall’Europa.
Il progetto Eureka è stato finanziato attraverso il bando rivolto agli Istituti tecnici e professionali (ITP) per il miglioramento dell’offerta formativa il cui avviso rientra nell’ambito di Giovanisì, il progetto della RegioneToscana per l’autonomia dei giovani.

Prendi ad esempio le aziende aiutate nel rinnovare i propri macchinari, sostenendo innovazione e trasferimento tecnologico. L’Ilapak Italia di Foiano ha realizzato un innovativo sistema di saldatura a ultrasuoni per buste flessibili: quelle da insalata oppure per surgelati e croccantini per gatti. Il progetto è costato 2 milioni e 658 mila euro, 930 mila è stato il contributo pubblico e di questi 298 mila sono fondi europei. E grazie a quel progetto l’azienda ha potuto proporsi come produttrice di macchine per il confezionamento all’avanguardia in un mercato dominato da poche aziende tedesche e americane. L’Aec illuminazione di Subbiano, fondata nel 1957 ed oggi leader a livello internazionale, ha investito su una nuova tecnologia di led e su un software per il controllo dell’illuminazione pubblica in città sempre più smart: 1 milione e 360 mila euro il costo, 607 mila il contributo pubblico (di cui la metà risorse del Fesr).

Anche la Cantina Vini Tipici dell’aretino, a Ponte a Chiani, ha usufruito di contributi pubblici ed europei per rinnovare i propri macchinari oltre che per riqualificare gli edifici ed abbattere i consumi con l’aiuto del fotovoltaico. Di 2 milioni e 654 mila euro spesi, 1 milione e 58 mila euro sono infatti contributi pubblici e 456 mila euro in particolare risorse del Feasr, il fondo europeo per l’agricoltura.

L’ultima sosta, a mostrare in provincia di Arezzo l’Europa buona che non è solo veti e burocrazia, é alla Zeus di Bucine, che grazie ai fondi europei ha potuto abbattere del 56 per cento i propri consumi grazie ad una riqualificazione energetica.

Ma gli esempi di aiuti arrivati grazie all’Europa sarebbero molto più numerosi. L’Artelinea di Cavriglia, specializzata in prodotti in arredi e prodotti da bagno dal design esclusivo, su un progetto di sperimentazione di nuovi processi per la produzione di lavabi in vetro che vale 171 mila euro si è vista riconoscere un contributo pubblico di 60 mila euro, per metà fondi europei. Tra le aziende che hanno usufruito dei finanziamenti per abbattere i consumi c’è la Eco-Tech Finish di Arezzo, specializzata in finiture galvaniche per il settore moda. La Safimet ha messo invece a frutto 701 mila euro di contributi pubblici (la metà arrivati dall’Europa) per finanziare un progetto da un milione e 757 mila euro per accrescere le rese nel recupero di metalli preziosi dalle marmitte catalitiche dismesse. Altri beneficiari sono la Clm Consulting Eco-Ewaste, che punta al riciclo dei rifiuti elettronici, la Mpl Italia di San Giovanni Valdarno, che ha realizzato un portale in più lingue per la commercializzazione on line di prodotti tipici, e poi numerose aziende agricole.

L’Europa ha anche aiutato le amministrazioni pubbliche a consolidare e sistemare alveo e argini di fiumi e torrenti – è il caso dei comuni di Loro Ciuffenna e Castiglion Fibocchi – oppure la realizzazione di invasi per l’antincendio, come a Castelfranco-Piandiscò.

 

 

Comunicato stampa di Walter Fortini, Toscana Notizie