Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

I vincitori del bando sperimentale in favore dei cosiddetti NEET (acronimo per “Not in Education, Employment or Training” vale a dire giovani non inseriti in alcun percorso di formazione, istruzione o lavoro) promosso dalla Regione all’interno di Giovanisì e rivolto ai soggetti del Terzo settore, si sono incontrati oggi pomeriggio a Palazzo Strozzi Sacrati per la prima volta ad un mese dall’attivazione dei vari progetti.

All’incontro è intervenuta la vicepresidente Stefania Saccardi. “Tanti giovani – ha detto – al servizio di altri giovani, quindi con grande conoscenza delle problematiche che i secondi si trovano ad affrontare. Il progetto vuol essere un contributo importante a persone che si trovano ad affrontare una fase molto delicata della loro vita. La nostra azione, insieme a quella promossa a livello nazionale, vuol servire a coinvolgere il numero maggiore di persone, a formarle, a farle sentire parte attiva delle loro comunità. Che è poi anche il senso – ha concluso – dell’investimento che abbiamo fatto poco tempo fa sul servizio civile regionale con l’idea, in un momento di crisi devastante, di dare la possibilità non dico di avere un lavoro ma almeno un’attività che faccia sentire queste persone protagoniste della loro vita”.

L’incontro è servito soprattutto per condividere con i vari referenti tutti gli aspetti legati alla comunicazione e confrontarsi, insieme ad i responsabili di Giovanisì, sulle problematiche emerse in questo primo mese di attivazione dei 17 progetti che hanno ottenuto il cofinanziamento regionale. Gli incontri, hanno spiegato i responsabili di Giovanisì, si terranno con cadenza periodica per monitorare in modo sistematico l’andamento delle varie iniziative e permettere ai referenti territoriali un costante scambio e condivisione di informazioni.

Una delle criticità maggiori del fenomeno NEET è la difficoltà di individuare i giovani coinvolti, soprattutto da parte dei servizi territoriali non dotati di strumenti specifici. Per ridurre i numeri dei giovani coinvolti diventa indispensabile elaborare strategie condivise per farli emergere dall’invisibilità. Da qui il bando sperimentale promosso da Giovanisì, nato per individuare e stimolare la costruzione di buone prassi finalizzate all’intercettazione di questa tipologia di giovani sul territorio toscano da parte di soggetti del Terzo settore.

Comunicato stampa di Federico Taverniti