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Giovani toscani del mondo a Palazzo Strozzi Sacrati. Sara Nocentini, assessora alla cultura, al turismo e da alcuni mesi anche ai Toscani nel mondo, ha incontrato ieri i 29 giovani di origine toscana e residenti all’estero che stanno frequentando a Siena il corso di lingua e cultura di tre settimane che viene organizzato da tempo tutti gli anni. A volte anche più di una volta all’anno. “Posso capire cosa vi ha spinto qui. Mia madre è tedesca”, ha sottolineato l’assessora. Diciassette di loro parteciperanno anche a una cinque giorni da stagisti grazie a Confindustria, che li guiderà in realtà produttive molto significative.
Altri 13 giovani, più grandi, si tratteranno invece in Toscana tre mesi; si sono aggiudicati le borse di formazione Mario Olla, anche queste proposte da tempo ed intitolate al sindaco di San Marcello Pistoiese che per primo, negli anni Settanta, riannodò i fili con i toscani nel mondo. Dunque quarantadue ragazze e ragazzi in tutto (in netta minoranza i maschi, una decina) giunti per lo più dal Brasile e l’Argentina, dove più numerosi sono i toscani all’estero, ma anche da Venezuela, Canada, Stati Uniti, Irlanda e Australia, Cile e Uruguay.
Cambiano le facce, ma non le sensazioni e i motivi per cui questi ragazzi, nipoti o bisnipoti di chi è emigrato dalla Toscana verso i quattro angoli del mondo, hanno deciso di tornare per qualche settimana o qualche mese. Vogliono imparare meglio l’italiano e capire cosa vuol dire essere toscano. O imparare un lavoro e fare esperienza. Come Federico, tra vigne e cantine delle colline fiorentine. Come Pedro, in uno studio di architettura. Come Laura, a disegnare gioielli, o Guillermina, che di design anche lei si occupa mai industriale. E poi turismo, ristorazione, biomedicale: le tante eccellenze toscane.
Si torna qui per tenere vivo un legame, non per nostalgia
In Toscana non si torna per nostalgia, ha ricordato il vicepresidente di Toscani nel mondo Nicola Cecchi forte di tante esperienze precedenti; perché questi giovani diciottenni, ventenni e trentenni sono cittadini del mondo più di tanti altri. Quanto semmai per il bisogno di non recidere il filo che legava loro (e i loro nonni) a questa terra, conoscere la ‘loro’ Toscana e farne magari un’opportunità: di crescita e di lavoro. Lo hanno messo per scritto in quasi tutte le brevi frasi scritte sui biglietti che l’assessora Nocentini ha distribuito tra loro chiedendo loro di commentare l’esperienza vissuta nella terra delle loro radici.
Un’esperienza vantaggiosa per tutti, anche per la regione, le sue imprese e la sua economia. La sfida degli ultimi quattro anni è infatti quella di fare dei toscani nel mondo sentinelle, ambasciatori ma anche una rete di relazioni importanti per promuovere il “made in Tuscany” e le eccellenze toscane. “Un vero e proprio ponte costruito da chi oggi è qui, da chi li ha preceduti, da chi verrà dopo – ha aggiunto l’assessora Nocentini -, un luogo di scambio e di circolazione per contributi e anche giudizi, perchè abbiamo bisogno di sentirci raccontare da chi ci è legato, ma ci guarda da fuori. E può aiutarci a fare meglio, sempre meglio”.
Toscani nel mondo: un ponte di memorie ed emozioni
Quando la
Consulta dei toscani all’estero è nata, nella seconda metà degli anni Settanta, il primo bisogno era quello di ricostituire un’affettività che era venuta meno. Le comunità di emigrati chiedevano attenzione ed aiuto. Sostegno andava assicurato a chi voleva tornare definitivamente in Toscana ma non aveva i mezzi per farlo. C’era anche una memoria da custodire. E infatti la Regione ha sostenuto ricerche, diari e quaderni sull’emigrazione. E continua a farlo anche ora. Costruire assieme ai toscani all’estero una rete di promozione, a costo zero, è la nuova frontiera.
I numeri della Toscana in fondo non sono quelli di Campania e Calabria, della Sicilia o del Friuli. Ma anche la Toscana ha in fondo tanti emigrati all’estero. Gli iscritti all’Aire., che è la speciale anagrafe degli emigranti di tutto lo stivale, erano all’inizio del 2013 (fonte Migrantes) 133 mila su quattro milioni e 300 mila italiani. Non tantissimi, ma neppure pochi. Una città come Pisa. E molti di più sarebbero considerando anche solo chi vanta discendenze lontane. Più di cento sono le associazioni, diffuse soprattutto in America e Australia, con oltre 13 mila iscritti e 558 famiglie coinvolte.
Comunicato stampa di Walter Fortini e Dario Rossi, Toscana Notizie