Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

“Noi non vendiamo illusioni. Il progetto Giovanisì non dà tutte le risposte, ma offre opportunità e riconosce dei diritti”. Così oggi pomeriggio al teatro Verdi di Firenze il presidente Enrico Rossi si è rivolto a un migliaio di ragazzi che stanno per vivere l’esperienza del Servizio civile. L’ultimo bando regionale vede accolte 2109 domande. “Voi mi ponete il problema del lavoro – ha detto rispondendo ad alcune domande – E’ una questione aperta. Fino a che non ci sarà una rivoluzione che cambia la politica nazionale e redistribuisce la ricchezza, la situazione diventerà sempre più grave, provocando sofferenza e ribellione. L’Europa e il governo devono prendere qualche miliardo, 6 o 7 miliardi, una bella pacchettata di soldi pubblici, devono prendere i soldi ha chi ha tanto o evade le tasse e con questi creare 500mila posti di lavoro, nei settori dell’ambiente, della cultura, del sociale. Nel 2014 anche se non ci sarà recessione non ci sarà più occupazione. C’è paura, la gente che ha un po’ di soldi non li spende. Ci vuole la volontà di creare lavoro e rilanciare lo sviluppo. Si faccia il salario minimo, che in Italia non esiste”.

“Oggi però – ha proseguito – parliamo di un’altra cosa. La Regione e io personalmente siamo stati sollecitati dagli stessi giovani a investire sul servizio civile. Con questa misura del progetto Giovanisì (come con i tirocini che danno dignità al lavoratore in formazione) i giovani vengono a contatto con la realtà del lavoro, possono sperimentarsi, mettersi alla prova e imparare qualcosa. Offrendo i 433 euro al mese noi offriamo una opportunità, un diritto. Non è un lavoro, ma è la possibilità di fare qualcosa, di essere utile invece che stare a casa a non fa nulla. Non è poca cosa, vuol dire stare vicino ai giovani. Voglio ringraziare le associazioni che hanno presentato 450 progetti”.

“Temo – ha detto ancora Rossi – una frattura tra adulti e giovani, mentre la trasmissione del sapere e delle esperienze tra le generazioni è una ricchezza e guai a noi se la interrompessimo. Doppiamo ricostruire un rapporto: il paese che perde una generazione è un paese che prende la rincorsa per sbattere contro il muro, se non abbiamo le gambe dei giovani la Toscana rischia di rimanere seduta”. E infine, anche rispondendo a interventi dalla platea dei giovani, il presidente ha concluso: “Condivido la vostra febbre per il lavoro. Ma vi invito anche ad andare avanti e a guardare a quanto abbiamo costruito con il progetto Giovanisì. Non buttate via il bambino con l’acqua sporca, piuttosto fatevi sentire e chiedeteci di più”.

Comunicato stampa di Susanna Cressati, Toscana Notizie