Uomini e donne, la Toscana scrive il primo bilancio di genere
Data e ora: Pubblicato il: 10 Dicembre 2013 15:51
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La pubblica amministrazione considera il cittadino indipendentemente dal fatto che sia maschio o femmina: tutti i cittadini sono uguali. Ma uomini e donne hanno bisogni e necessità diverse, combattere le disparità non vuol dire non considerare le differenze – anzi, il contrario – e così rileggere il bilancio della Regione in base al ricadute di genere può aiutare a capire se le politiche messe in atto hanno ben funzionato o se, al contrario, hanno creato ulteriori diseguaglianze, per correggerle.
Nasce così il bilancio di genere: il primo, per la Regione Toscana, è stato approvato dalla giunta regionale ieri, alla vigilia del consueto meeting sui diritti umani festeggiato anche quest’anno al Palamandela di Firenze con novemila ragazzi delle scuole di tutta la regione e dedicato proprio ai diritti delle donne.
Strumento di trasparenza – “Questo bilancio – sottolinea l’assessore alla presidenza e al bilancio, Vittorio Bugli – è uno strumento di trasparenza e democrazia che ci consentirà, oltre che di ragionare sui numeri , anche di vedere quali ricadute hanno le scelte che mettiamo in atto, per migliorarci ed utilizzare le risorse pubbliche con maggiore equità ed efficienza. Naturalmente è uno strumento che potrà essere ulteriormente affinato e lo faremo”. La legge toscana sulla cittadinanza di genere, la n. 16 del 2009, prevedeva questo strumento. “Una bella legge” commenta Bugli. Ancora il bilancio di genere non aveva però visto la luce: ora c’è.
Sapere per combattere le discriminazioni – “Le cittadine e i cittadini hanno necessità e bisogni talmente differenti che, se ignorati, provocano una serie di disuguaglianze reali” annota l’assessore al welfare della Toscana, Salvatore Allocca. “Il bilancio approvato ieri dalla giunta con una lettura differenziata tra donne e uomini delle conseguenze dell’operato di ogni amministrazione pubblica – prosegue l’assessore – è il primo passo verso una sempre maggiore integrazione delle politiche dal punto di vista del genere”. “Per questo – conclude l’assessore – ci sarà naturalmente bisogno non solo di rilevazioni sempre più affinate ma, soprattutto, di una sempre maggiore consapevolezza culturale dell’importanza di conseguire un’effettiva uguaglianza fra uomini e donne”.
“Vogliamo essere in prima fila nella lotta alle discriminazione di genere e agli stereotipi – sottolinea Bugli -, a partire dalle scuole e tante altre azioni di sensibilizzazione. Quelle discriminazioni, drammaticamente attuali, si combattono infatti con una nuova cultura di genere”.
Bilancio scaricabile – Il bilancio approvato dalla giunta può essere consultato e scaricato dal sito della Regione. Si rivolge agli amministratori, ma anche ai semplici cittadini. Si tratta infatti di un testo abbastanza snello, che non conta più di settanta pagine. Racconta le risorse messe in campo all’interno dei 9 e 10 miliardi che compongono il bilancio annuale della Regione Toscana: quelle che direttamente hanno a che fare con le politiche di genere e quello che indirettamente le riguardano, dal 2010 al 2012.
Numeri, grafici e testi in un rapido repertorio, accompagnati da una fotografia sulle condizione femminile: dalla lotta degli stereotipi che inizia dai primi anni della scuola (700 mila euro stanziati negli ultimi tre anni) alla diffusione, con altre iniziative, del principio di parità (1 milione e 150 mila euro spesi), dall’attività della consigliera regionale di parità alla formazione, i tirocini retribuiti (2.261 donne su 4.252 nel 2012), i tirocini che sono diventati un posto di lavoro (e che hanno riguardato 672 donne su 1240 contratti firmati, dal 2011), i percorsi di apprendistato, il servizio civile, gli incentivi per le assunzioni di giovani laureati, quelli per la mobilità e le stabilizzazioni, il sostegno al credito per gli atipici e dei giovani professionisti, fino al sostegno all’imprenditoria. Senza dimenticare i voucher per nidi e la scuola materna a vantaggio delle donne che lavorano, i percorsi legati alla maternità, gli investimenti sugli ospedali o le iniziative contro e per prevenire la violenza sulle donne.
Documenti
Bilancio di genere 2013