Una ricercatrice americana a Giovanisì
Data e ora: Pubblicato il: 12 Marzo 2013 13:05
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“Non dimenticherò mai la prima volta che sono venuta in Regione per incontrare lo staff di Giovanisí. Ero molto nervosa, e quella parte del mio cervello dove c’è l’italiano era paralizzata, ma grazie alla loro pazienza e gentilezza tutto è andato bene. Ognuno era accogliente, supportandomi dal primo giorno. Faccio approssimativamente 17,382 domande per giorno, e non so come, rispondono a ognuna con un sorriso. I giovani beneficiari con cui ho parlato sono persone meravigliose, e mi sono divertita a incontrarli e ascoltare le loro storie. Mi hanno dato prospettiva e conoscenza, molti panini, e troppi ricordi da raccontare.”
Lindsay Paiva
Da qualche mese nel nostro ufficio è arrivata Lindsay Paiva, ricercatrice ventiduenne originaria dello Stato del Rhode Island negli Stati Uniti.
Lindsay, dopo essersi laureata in letteratura al Connecticut College, ha vinto una borsa di studio del programma Fulbright per un progetto di ricerca di nove mesi a Firenze.
Come tema della sua ricerca Lindsay ha scelto Giovanisì: vuole raccontare le storie dei giovani toscani che hanno beneficiato delle misure del progetto.
Durante questi mesi, infatti, Lindsay ha girato la Toscana ed ha intervistato giovani che hanno ottenuto il contributo affitto, svolto un tirocinio, il servizio civile, aperto un’impresa o vinto una borsa di studio grazie a Giovanisì.
Queste interviste stanno piano piano diventando dei racconti – sempre scritti da lei – e alcuni di questi verranno inseriti nel libro di “Accenti – autonomi racconti di Giovanisì” insieme a quelli dei giovani scrittori toscani selezionati per il percorso.
Ecco le prime righe di uno dei suoi racconti:
“Incontriamoci sotto ai portici. Sai dove si trovano?” Alessia mi ha inviato un sms. “Ottimo. A lunedì!” ho risposto. Non avevo idea di dove si trovassero i Portici, ma è per questo che Google è stato inventato. Non mi piace mettere la mia vita nelle mani del piccolo punto blu raggiante di Google Maps, ma qualche volta è una necessità sfortunata.
…continua…