Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

La Costituzione che parla di persone e che è attenta all’individuo con le sue peculariatà, “un libro da avere sempre a portata di mano”, e l’amore per il genere umano, lo stesso che lo scrutatore del libretto di Italo Calvino, al lavoro a un seggio dentro il Cottolengo di Torino, ritrova nei gesti di un padre e di una suora che cercano di alleviare un po’ della sofferenza che pervade il manicomio piemontese e gli fanno pensare che “umano arriva dove arriva l’amore”.

Sono due capisaldi che il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha affidato, come basi su cui costruire il proprio impegno, ai ragazzi del Servizio Civile regionale – sono 3.000 all’anno i giovani cui si vuole offrire questa opportunità – e ai 10 di loro che oggi erano seduti accanto a lui sul palco del Teatro Verdi per condividere con la platea affollata di ragazzi, in una sorta di “staffetta e di passaggio di consegne”, la propria esperienza, in corso o già alle spalle.

C’è Andrea che fa il servizio civile presso la Fondazione Michelucci, “un’esperienza che arrichisce il mio percorso formativo”, e Linda che è impegnata nel Parco di Migliarino San Rossore e che “scoprendo competenze che non sapevo di avere”, si sveglia alla 4 di mattina per andare a disporre i teli con cui catturare i daini in sovrannumero da trasferire altrove. Ci sono Chiara che in Val d’orcia deve contribuire a “abbassare il divario digitale”, ma il senso vero della sua esperienza lo trova nel sentirsi un riferimento per la comunità, Davide che in un consultorio per la salute e il sostegno psicologico a cittadini “Lgbt” cerca di abbattere stereotipi di genere e omofobia, e Gemma, che si occuperà di statistica, ma ora è impegnata in un progetto di accompagnamento e crescita di bambini con disagi familiari.

Silvia invece ha terminato il servizio civile che ha dedicato in Lunigiana ad un progetto “tutto suo” di mediazione culturale partendo dalle favole delle varie etnie che “hanno archetipi simili”. Anche Virginia fa il bilancio della sua esperienza dentro un progetto di cooperazione internazionale dell’Arci: “Mi ha insegnato la necessità di rimettermi in gioco e di accettare la diversità dell’altro”. Francesca ha aiutato col Cesp ragazzi disabili a muoversi dentro l’università, un confronto non semplice con le loro difficoltà alleviato però dallo spirito di collaborazione degli altri. Elisa invece ha assistito disabili e anziani, una esperienza che le ha insegnato a capire le situazioni e i bisogni delle persone, ma non le ha risparmiato momenti di choc, come quando una donna straniera vittima di violenze e maltrattamenti dal compagno è dovuta scappare col figlio piccolo, con l’aiuto dei Carabinieri, in una casa protetta.

Rossi si è detto colpito dalla maturità e dalla preparazione di questi ragazzi che con le loro testimonianze hanno messo in luce una Toscana meno nota, quella della povertà che la crisi attuale ha fatto emergere, con situazioni di indigenza assai più estese rispetto a qualche anno fa. “La passione e l’ironia con cui ci avete raccontato le vostre esperienze – ha detto Rossi – ci fanno vedere uno spaccato diverso della realtà e dovrebbero diventare un momento di condivisione. Si potrebbe pensare ad uno spazio apposito nel sito di ‘Giovanisì. Dall’altra parte confermano l’urgenza e la priorità del tema lavoro per i giovani, che sotto i 35 anni sono disoccupati in misura del 35%. Ma qui deve intervenire l’Europa, bandendo gli egoismi di alcuni paesi, deve intervenire lo Stato con incentivi pubblici, altrimenti non c’è soluzione. La questione va oltre l’impegno della Regione, che pure sul fronte giovani si è attivata più di altre regioni”.

Tra le misure del progetto Giovanisì, sono state finanziate 700 domande sul bando 2011-12 per la casa (quasi 3 milioni per tre anni), i tirocini retribuiti sono oltre 3.000 nel 2011/2012 e 400 in media quelli mensili. Circa il 30% si trasforma, nelle 2.00 aziende inserite nel database di GiovaniSì in una forma di contratto (a progetto, apprendistato, part-time, determinato, indeterminato). 100 tirocini sono interni alla Regione Toscana: periodi di formazione-lavoro di 6 mesi con rimborso spese di 500 euro.

 

Comunicato stampa di Lorenza Pampaloni, Toscana Notizie