Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

“La Toscana si colloca, insieme al Veneto, al terzo posto per gli interventi sulle politiche sociali, dopo il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna per gli interventi verso gli anziani – non autosufficienti e disabili e per i sevizi per l’infanzia. In più, in Toscana, abbiamo fatto una cosa importante con il progetto Giovanisì, che in pochi mesi ha dato una mano a diversi giovani a mettere su casa e famiglia”. Lo ha detto il presidente Enrico Rossi, intervenendo al convegno della Cisl che si è svolto stamani a Firenze alla presenza del segretario regionale Riccardo Celsa, del segretario nazionale della Fnp-Cisl Ermenegildo Bonfanti e di don Giovanni Momigli della Diocesi di Firenze.

“In Toscana abbiamo un buon sistema di sostegno alle famiglie in difficoltà – ha aggiunto Rossi –, c’è bisogno invece di lavorare di più sul tema delle politiche per agevolare la formazione della famiglie e soprattutto per aiutare quelle che hanno deciso di avere uno o più figli”.

Il deficit che la Toscana segna nei confronti delle altre regioni italiane e degli altri Paesi europei in tema di natalità e struttura della famiglia non è certo di questi ultimi anni, ma ha radici lontane nel tempo, sicuramente dovute alla struttura della società e alle condizioni del lavoro tipiche di questo territorio. La Toscana ha il primato nel mondo per attesa di vita, e allo stesso tempo segna il più basso indice di natalità. E’ il luogo al mondo dove “si vive di più” e dove “si nasce di meno”. Nel 2010 sono nati 32.636 bambini, solo 8,7 ogni 1.000 abitanti. La media italiana è del 9,3 (nord est 9,5, centro 9,2, sud 9,3). Meno della Toscana solo il Piemonte (8,6), la Sardegna (8,1) il Molise e la Basilicata (7,8), la Liguria (7,4).

“Ricordo benissimo di aver preso un impegno in campagna elettorale: prevedere un assegno per le famiglie con figli piccoli e redditi bassi, in modo da sostenere la scelta della natalità. Purtroppo da allora molte cose sono cambiate e in peggio. Quando prendemmo questo impegno la Regione aveva una disponibilità di 500 milioni di euro in più all’anno, ben il 25% in più di disponibilità . Il nostro bilancio è stato falcidiato dai tagli. Ma quell’impegno ce lo ricordiamo bene. Il fatto è che in questi anni siamo dovuti intervenire per sopperire ai tagli fatti all’assistenza agli anziani non autosufficienti, alla scuola a partire dagli asili nido fino alla scuola dell’obbligo, ai servizi per i disabili e al trasporto locale. E poi abbiamo finanziato con nostre risorse il progetto Giovanisì.

Il bassissimo indice di natalità della Toscana è da imputare, oltre alle difficoltà economiche anche alla struttura e all’organizzazione del lavoro caratterizzata da una forte presenza dell’artigianato e dalle piccole imprese a conduzione familiare che non offrono adeguate opportunità alle aspirazioni lavorative delle donne e al loro desiderio di essere madri. In altri paesi e regioni dove vi è stata una presenza di grandi imprese che offrivano opportunità e servizi per le madri lavoratrici si è assistito infatti ad una minore diminuzione delle nascite. “Non esiste nel nostro Paese una politica mirata ad aumentare la propensione delle coppie a fare famiglia e a mettere al mondo i bambini. Dobbiamo fare in modo che fare famiglia e mettere al modo bambini non sia causa di perdita di benessere e non siano percepiti come un lusso che pochi si possono permettere”.

In Toscana mancano all’appello circa 150.000 bambini ogni anno, mentre il positivo contributo delle famiglie immigrate si va restringendo. Tuttavia il livello di offerta dei servizi per l’infanzia è in questa regione il più alto d’Italia: siamo gli unici ad avere un offerta di servizi in grado di rispondere al 33% della domanda a fronte di una media nazionale del 12 per cento.

“Oggi la Toscana, come tutta l’Italia – ha concluso il presidente Rossi – ha bisogno di investire di più sulla natalità, sul fare famiglia. Bisogna aiutare le coppie che decidono di avere figli, cosa necessaria e utile, altrimenti il Paese invecchierà velocemente. Appena le cose riprenderanno a marciare regolarmente saremo in grado di attivare anche questo intervento. Sarebbe importante venire incontro alle famiglie attraverso la detassazione, in base al numero dei figli e del reddito. Queste sono scelte nazionali, da concertare anche con le Regioni”.

 

Testo di R. Fattorini