Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

“Nel servizio scolastico, le istituzioni devono farsi concretamente carico delle particolari e notevoli difficoltà che incontrano nella scuola tanti ragazzi e tanti giovani provenienti da famiglie immigrate, di norma particolarmente deboli sul piano linguistico, culturale ed economico”. Così Ugo De Siervo, presidente emerito della Corte Costituzionale, ha concluso la sua lectio magistralis al convegno (“Costituzione, istruzione, cittadinanza“) organizzato da Cgil Toscana nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione Toscana.

E nella successiva tavola rotonda, Stella Targetti, vicepresidente di Regione Toscana con delega all’Istruzione, ha annunciato di aver appena firmato la proposta di legge popolare (“L’Italia sono anch’io“) per la riforma della normativa sulla cittadinanza e per il riconoscimento del diritto di voto ai cittadini stranieri regolari in occasione delle elezioni amministrative locali.

Per Stella Targetti (“La sfida dell’inclusione si vince soprattutto a scuola dove i ragazzi che normalmente, fuori, siedono su muretti distanti, stanno seduti accanto”), il convegno del comparto scuola di Cgil è stata anche l’occasione per una specifica sottolineatura su come viene applicato il titolo V della Costituzione in rapporto alla scuola. Non si tratta – ha detto – tanto di una rivendicazione delle Regioni per ottenere più competenze nell’organizzazione della rete scolastica quanto di riflettere sulla centralità dei diritti civili e sociali rispetto alle contingenze economico-finanziarie (“Il valore aggiunto della politica tanto bistrattata dovrebbe essere proprio riportare l’attenzione su quali siano i diritti da garantire come priorità del Paese e della spesa pubblica. In Toscana stiamo provando a farlo: ad esempio sostenendo il diritto dei bambini di tre anni ad andare a scuola e quello degli studenti disabili a percorsi di vera inclusione scolastica”).

Ugo De Siervo (“A voler essere sinceri il vigente complesso legislativo sull’immigrazione appare non solo inadeguato rispetto alle caratteristiche attuali del fenomeno ma anche caratterizzato da gravi inadeguatezze sul piano funzionale”) ha analizzato le più recenti sentenze della Corte Costituzionale nel settore dell’accesso, degli stranieri residenti in Italia, ai vari servizi sociali. Si è in particolare fermato sul caso delle seconde generazioni: le oltre 600 mila persone nate in Italia da genitori immigrati ma anche sui tanti altri giovani che, nati fuori dall’Italia, vi sono poi giunti e qui sono cresciuti frequentando le nostre scuole. Per loro, ma anche per tutti gli immigrati che vogliano restare stabilmente in Italia e anche per quelli interessati solo a una permanenza temporanea, il presidente emerito della Corte Costituzionale ha sottolineato come “assolutamente preliminare che si esiga il rispetto del principio di uguaglianza e non discriminazione”.

Oltre 700 mila – ha ricordato De Siervo – gli alunni di cittadinanza non italiana che hanno frequentato le nostre scuole, dall’infanzia alle secondarie, nel 2010/2011. E vanno aggiunti i circa 60 mila universitari.

Comunicato stampa di Mauro Banchini, Toscana Notizie