Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

“Non può esserci sviluppo, né progresso e nemmeno lavoro senza rimettere al centro della politica la persona umana, con i suoi diritti e la sua dignità. E’ questo il capitale più importante sul quale è necessario investire, il fondamento di una democrazia basata sulla dignità e sulla giustizia”. Don Luigi Ciotti non ha dubbi. E’ da qui che si deve ripartire per costruire un quadro concreto, fatto di progetti e servizi nei quali dovranno trovare posto anche le politiche per i giovani, troppo spesso, dice il presidente di Libera, dimenticati o non ascoltati, in una società che si riempie la bocca con i loro problemi ma che poi non fa nulla per risolverli. Ben vengano, quindi, esperienze concrete, anche se condotte a livello locale, come quella che la Toscana sta sperimentando con il progetto Giovanisì. Ed è proprio il gruppo di lavoro di Giovanisì che ha promosso l’incontro con don Ciotti, “Pensare l’autonomia. Impegno e corresponsabilità” svoltosi oggi in Sala Pegaso a Palazzo Strozzi Sacrati.

Un appello accorato alla politica, quello lanciato da Don Ciotti – intervistato dal direttore dell’Agenzia Toscana Notizie Susanna Cressati – a una platea affollata e non solo da giovani. A una politica che sembra aver smarrito la capacità di cogliere i segnali, purtroppo sempre più frequenti e diffusi, delle nuove fragilità, delle povertà, conseguenza di una crisi che non è solo economica ma anche etica e politica. Questi bisogni, che affliggono in larga misura i giovani ma anche tanta parte della popolazione, devono avere risposte concrete, risposte non sporadiche, affidate alla solidarietà e al volontariato ma inserite in politiche sociali di ampio respiro.

“Meno solidarietà e più servizi”, ammonisce il presidente di Libera in un’affermazione solo apparentemente paradossale. Che poi chiarisce: “Se non si investe nel sociale, nella casa, nella scuola, nel lavoro, dalla crisi non se ne esce”. Il richiamo è al governo nazionale, che dovrebbe dare una cornice organica alle tante esperienze che stanno nascendo, ma che per ora non lo fa. Con il risultato di alimentare rabbia e violenza. Una violenza che rischia di essere cavalcata da chi la vuole portare all’e estreme conseguenze, strumentalizzata. Anche se la rabbia (Ciotti cita Sant’Agostino), è figlia della speranza ed è necessaria per capire come vanno le cose, così come il coraggio, che serve per cambiarle.

Lo conferma l’assessore Gianni Salvadori, spiegando come la Regione Toscana abbia costruito con le sue sole forze e con risorse del proprio bilancio il percorso del progetto Giovanisì, mentre dal governo, per i servizi sociali arrivavano solo tagli. L’assessore Salvadori, condividendo con Ciotti l’idea di una società che torni a fondarsi sulla dignità della persona e sulla ricerca della felicità e non del profitto, sottolinea la necessità di affrontare con urgenza anche altri temi, come la riforma del mercato del lavoro e della formazione, essenziali per reinventarsi un modello in grado di ridare, anche ai giovani, speranza.

Comunicato stampa di Barbara Cremoncini, Toscana Notizie