Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

Banner-Azioni-DEF2-11Anche i liberi professionisti, così come le micro, piccole e medie imprese (MPMI), potranno accedere al Programma del FESR, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Prima tra le Regioni italiane, la Toscana ha approvato, nell’ultima seduta di giunta, una delibera che fissa i requisiti necessari per l’ accesso dei liberi professionisti ai bandi e agli avvisi per le agevolazioni alle imprese del POR FESR 2014-2020. 

La possibilità di estendere i bandi della programmazione dei fondi strutturali europei 2014/2020 anche ai liberi professionisti è disposta dalla legge di stabilità 2016, che ha recepito quanto affermato dalla Raccomandazione della Commissione europea 2003/361/CE e dal Regolamento Ue 1303/2013 che equiparano i professionisti alle MPMI. 

“Si tratta – afferma il presidente della Regione, Enrico Rossi – di consentire ai 148.000 professionisti toscani di accedere ai fondi europei destinati alla formazione e allo sviluppo. Ci siamo battuti, in Europa e anche a livello nazionale, perchè questo fosse possibile. Ed oggi questa possibilità è reale. Lo abbiamo fatto anche su sollecitazione delle categorie economiche e degli ordini professionali. Sarà il modo per permettere la crescita di un settore che rappresenta il 20% del nostro prodotto interno lordo”.

Per quanto riguarda l’accesso al FESR, la delibera stabilisce la necessità di adeguare alcuni requisiti, che vengono richiesti dalle Regioni alle MPMI beneficiarie di agevolazioni, alla categoria dei liberi professionisti. In particolare viene richiesto che vengano rispettate due norme comunitarie ritenute fondamentali, ovvero:

– l’art. 125, comma 3, lett. d) Regolamento Ue 1303/2013, secondo il quale l’Autorità di Gestione, relativamente alla selezione delle operazioni, deve accertarsi che il beneficiario abbia la capacità amministrativa, finanziaria e operativa;

– l’art. 3, comma 3 , lettera b), Regolamento Ue 1301/2013, con cui si esclude il sostegno del FESR alle imprese in difficoltà.

Il rispetto di queste due norme considerate fondamentali impone tutta una serie di requisiti di ammissibilità (diciannove in tutto) che i liberi professionisti devono avere per poter partecipare ai bandi e agli avvisi per le agevolazioni alle imprese del POR FESR 2014-2020 della Regione Toscana:

 I requisiti di ammissibilità

  • essere in regola con gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori o essere in regola con la certificazione che attesti la sussistenza e l’importo di crediti certi, liquidi ed esigibili vantati nei confronti di pubbliche amministrazioni e verificabile attraverso il DURC di importo almeno pari agli oneri contributivi accertati e non ancora versati da parte del medesimo soggetto (DURC);

  • essere in regola con la normativa antimafia, da prevedere in caso di richiesta di aiuto superiore a 150mila euro, con esclusione, come previsto dalle norme nazionali, di chi esercita attività agricole o professionali non organizzate in forma di impresa, nonché di chi esercita attività artigiana in forma di impresa individuale e attività di lavoro autonomo anche intellettuale in forma individuale;

  • possedere il merito creditizio;[quando ricorre]

  • possedere la capacità economico-finanziaria in relazione al progetto da realizzare; e, nel caso di ricorso a coperture finanziarie da parte di terzi, possedere la “finanziabilità” dello stesso, accompagnata da adeguata documentazione;

  • avere sede o unità locale destinataria dell’intervento nel territorio regionale;

  • essere regolarmente iscritto al relativo albo/elenco/ordine professionale, ove obbligatorio per legge, e – in ogni caso – essere in possesso di partita iva rilasciata da parte dell’Agenzia delle Entrate per lo svolgimento dell’attività, e di esercitare, in relazione alla sede destinataria dell’intervento, un’attività economica identificata come prevalente rientrante nelle sezioni ATECO ISTAT 2007;

  • non trovarsi in stato di fallimento, liquidazione coattiva, liquidazione volontaria, scioglimento e liquidazione, concordato preventivo (ad eccezione del concordato preventivo con continuità aziendale), ed ogni altra procedura concorsuale prevista dalla Legge Fallimentare e da altre leggi speciali, né avere in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni nei propri confronti;

  • non essere impresa in “difficoltà” secondo la normativa vigente al momento dell’emanazione del bando;

  • non risultare associato o collegato con altra impresa richiedente l’aiuto all’interno dell’aggregazione, secondo la nozione di associazione e collegamento; [quando ricorre]

  • non essere stato oggetto nei precedenti 3 anni alla data di pubblicazione del bando di procedimenti amministrativi connessi ad atti di revoca per violazione del divieto di distrazione dei beni, di mantenimento dell’unità produttiva localizzata in Toscana, per accertata grave negligenza nella realizzazione dell’investimento e/o nel mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati dall’iniziativa, per carenza dei requisiti di ammissibilità, per irregolarità della documentazione prodotta comunque imputabile al soggetto richiedente e non sanabili, oltre che nel caso di indebita percezione del contributo per dolo o colpa grave accertata con provvedimento giudiziale definitivo, e, in caso di aiuti rimborsabili, per mancato rispetto del piano di rientro [secondo previsione del bando];

  • possedere capacità di contrarre: non essere stato oggetto di provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale o di provvedimenti interdittivi, intervenuti nell’ultimo biennio, alla contrattazione con le pubbliche amministrazioni e alla partecipazione a gare pubbliche, secondo quanto risultante dai dati in possesso dell’Osservatorio dei Lavori Pubblici.

  • non aver riportato condanne nei dieci anni precedenti alla data di pubblicazione del bando (secondo la legislazione italiana e risultanti dal certificato generale del casellario giudiziale o da documentazione equipollente dello Stato in cui sono stabiliti);

  • rispettare le norme in materia di contrasto del lavoro nero e sommerso;

  • essere in regola con le disposizioni in materia di aiuti ex art. 107 del Trattato che istituisce la Comunità europea individuati come illegali o incompatibili dalla Commissione europea;

  • non avere usufruito in precedenza di altri finanziamenti pubblici finalizzati alla realizzazione, anche parziale, delle stesse spese previste nel progetto; [quando ricorre]

  • rispettare quanto previsto dalla normativa sul “de minimis” [quando ricorre];

  • essere in attività già al momento della presentazione della domanda [ quando ricorre];

  • essere in possesso del certificato di attribuzione di partita iva rilasciato da parte dell’Agenzia delle Entrate [quando ricorre];

  • possedere la “dimensione” di MPMI o grande impresa [quando ricorre].

Le libere professioni in Toscana

Il settore professionale in Toscana rappresenta il 10 per cento del totale degli occupati e contribuisce per il 20 per cento al pil regionale. Al 31 dicembre 2013 gli iscritti ad Ordini e Collegi professionali erano 148.000, circa 39 professionisti ogni mille abitanti, 4 in più della media nazionale.

L’equiparazione dei liberi professionisti alle imprese per l’accesso ai bandi della programmazione dei fondi europei è l’ultima delle iniziative della Regione nei confronti di questa realtà. Sono state inoltre approvate dal Consiglio le modifiche proposte dalla giunta alla legge sul sostegno alla innovazione delle attività professionali intellettuali, con l’istituzione, tra l’altro, di un osservatorio delle professioni intellettuali presso IRPET con compiti di monitoraggio, studio e ricerca nel campo del mercato delle professioni sul territorio regionale.

Numerose gli interventi della Regione – alcuni dei quali rientrano nell’ambito di Giovanisì, il progetto regionale per l’autonomia dei giovani – destinati al mondo delle professioni. Tra questi, il Fondo di Garanzia per la concessione di garanzie per consentire l’avvio di nuove attività, il Contributo in conto interessi (concessione dell’importo degli interessi gravanti sui finanziamenti garantiti della precedente misura), i praticantati retribuiti per i giovani, i contributi per l’accesso al co-working (per chi è intende avviare un’attività autonoma), i voucher formativi (contributi per l’aggiornamento professionale) ed il Catalogo Servizi Avanzati e Qualificati per le PMI toscane.

 

Comunicato stampa di Federico Taverniti, Toscana Notizie