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Sono otto le memorie che si contendono l’edizione 2012 del premio intitolata a Saverio Tutino

Da racconti di infanzia violata a memorie di guerra, dall’esperienza dell’immigrazione alla difficoltà di essere omosessali negli anni Cinquanta.

Sono questi gli otto testi finalisti del 28° Premio Pieve, promosso dall’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano (Arezzo) che dedica questa edizione al suo fondatore Saverio Tutino, scomparso lo scorso anno.

Come sempre sono moltissime le testimonianze sotto forma diaristica che sono arrivate al primo concorso in Italia dedicato all’autobiografia: il vincitore sarà proclamato dal 14 al 16 settembre quando il Premio animerà il borgo aretino.

“Molti dei testi finalisti sono accomunati dal tema dell’infanzia violata e abbandonata – spiega Natalia Cangi, direttrice organizzativa dell’Archivio – sia nelle parole scritte dai finalisti sia in quelle che si leggono nei testi della lista d’onore, torna con forza questo argomento. Ma non è l’unico: la guerra rimane in primo piano, anche se rispetto alle scorse edizioni viene raccontata da punti di vista differenti, ad esempio al femminile”.

Sono questi gli otto finalisti: Ubaldo Baldinotti di Firenze con “I guai della guerra non erano finiti”, Castrenze Cimento di Alia (Palermo) con “L’odissea della mia vita”, Aurelio Dimarco di Torino con “Uscire allo scoperto”, Mario Fenoglio di Cuneo con “Spasimo d’amore patrio”, Giacinto Maria Guaia di Sanremo (Imperia) con “Idee nere”, Lireta Katiaj di Valona con “Le luci dell’alba”, Lilly Sammartino di Agrigento con “Rompo il silenzio”, Paola Valli di Forlì con “Dacci oggi la nostra paranoia quotidiana”. Il primo diario che parla di omosessualità arrivato in finale al Premio Pieve è quello di Aurelio Dimarco, “Uscire allo scoperto”.

 

Fonte: www.intoscana.it