Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani
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phoca_thumb_l_snb15715Montelupo. Uscire dal ‘guscio’, provare a camminare con le proprie gambe per sentieri sconosciuti e guardare vite disperate, senza voltarsi da un’altra parte. Più facile a dirsi che a farsi, specie quando si hanno 17-18 anni ed il mondo sembra finire tra le comodità domestiche e la preoccupazione maggiore che può capitare è di esaurire la ricarica del telefonino. Ma c’è chi ci prova. Come gli oltre trecento studenti toscani che quest’anno (e altri loro coetanei nei due precedenti) hanno partecipato al programma «Noi e gli altri», ideato da Unicoop Firenze e sostenuto dalla Fondazione Mps e Regione Toscana, che ha l’obbiettivo d’avvicinare i giovani a Paesi e realtà lontane e sofferenti, per portare aiuto e solidarietà, certo, ma anche ’crescere dentro’, per essere migliori (dopo) nel cortile di casa.

Sette gli istituti coinvolti quest’anno (il liceo scientifico Balducci di Pontassieve, l’Itc Forti di Monsummano,l’It Santoni di Pisa, l’Iti Sarrocchi di Siena, l’Itg Fossombroni di Arezzo, lo scientifico Castelnuovo di Firenze e lo scientifico Varchi di Montevarchi) ed altrettante ‘missioni’. Così c’è stata la classe che è andata in Burkina Faso a piantumare alberi in un centro per bambini disabili e quella che è volata in Camerun per avviare concrete iniziative di aiuto da sviluppare poi in Italia; una che è andata in Terra Santa per toccare con mano i drammi che scaturiscono da una difficile convivenza tra popoli diversi ed un’altra ancora in India per aiutare i bambini di strada. E poi ‘viaggi’ più domestici ma non meno formativi: nelle terre di Calabria confiscate alla ’ndrangheta, in un centro per giovani down o in una casa d’accoglienza per disabili della propria città. Esperienze sempre precedute da un percorso di formazione, svolto in classe con gli insegnanti, in cui gli studenti hanno approfondito il tema della «cittadinanza solidale» e le problematiche proprie del Paese che sono andati poi a visitare o delle realtà che li hanno visti protagonisti attivi.

Ieri è stato il momento dei consuntivi. I trecento e passa studenti si sono ritrovati nell’Auditorium del Consorzio Etruria a Montelupo dove, sotto la regia di Daniela Mori, che dell’Unicoop Firenze è la responsabile dei progetti sociali, hanno raccontato le loro esperienze, meglio: le loro emozioni, aiutati dai video realizzati nelle singole missioni. Nel pomeriggio poi porte aperte ai genitori e alle numerose associazioni di volontariato che hanno affiancato il progetto, con la presenza discreta di Turiddo Campaini,presidente Unicoop, cui va ascritto il merito di aver per primo creduto in questa iniziativa. Atmosfera assai poco formale, un happening di sentimenti genuini e di speranza in un domani più solidale.Che ha già un nome: ‘Cambia- Mente’, l’associazione nata dalla volontà di un gruppo di «veterani» di «Noi e gli altri» (e alla quale chiunque vorrà potrà portare il proprio contributo), per non disperdere quel che di buono è stato fin qui creato e le molte energie messe in campo.

Anche se le cose più belle sono quelle che non si vedono. Come le parole scritte da una mamma di una giovane partecipante ad uno di questi viaggi e che Claudio Vanni, direttore della cooperazione internazionale della Coop, ricorda, quasi con pudore, al cronista: «Da quando mia figlia è tornata ho scoperto di avere accanto a me un’altra persona, con qualità che non sospettavo neppure che avesse. Questo suo viaggio ha fatto bene anche a me perché oggi la guardo con occhi diversi…».

Articolo pubblicato sul quotidiano “La Nazione” http://lanazione.ilsole24ore.com/firenze/ il 10/05/09 a firma di Sandro Fornaciari