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La disponibilità verso coloro che hanno più bisogno

Mattia - Servizio civile

Mattia sta svolgendo il Servizio Civile regionale, opportunità promossa dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì. Nonostante l’emergenza legata al Covid-19 e la possibilità di sospendere l’attività di volontariato, ha deciso di proseguire la sua attività di aiuto a mamme e bambini in una Casa famiglia di Firenze.

Ci racconti di che si occupa il servizio presso il quale sei volontario?

Il servizio nel quale sto svolgendo il Servizio Civile si occupa di assistere donne, soprattutto mamme con figli che si sono trovate in situazioni di difficoltà e quindi sono state accolte dalla nostra comunità. Le difficoltà sono diverse, di tipo economico per la maggior parte ma non solo, anche problemi familiari, ad esempio donne che si sono sparate dal compagno per vari motivi. Molte sono donne straniere che hanno incontrato difficoltà arrivate in Italia. Noi volontari aiutiamo soprattutto i bambini, nel fare i compiti, li intratteniamo in vari modi, giochiamo con loro. Ma non solo, aiutiamo anche i dipendenti che lavorano lì facendo un po’ di tutto per gestire il centro.

Nonostante l’emergenza Covid-19 il servizio è rimasto attivo e tu hai deciso di continuare la tua esperienza di Servizio Civile. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?

Perché volevo rendermi disponibile. Una disponibilità verso coloro che hanno più bisogno, mi faceva piacere questo.

La vita nella comunità è cambiata a causa dell’emergenza?

Di fronte a questa emergenza la vita delle persone che stanno in casa famiglia è molto cambiata. I bambini non si rendono molto conto, le mamme la stanno affrontando nel migliore dei modi però ci sono anche alcuni momenti di sconforto, inevitabili.

Quello che facciamo è importante sempre, ma forse in questo periodo di più

Già la situazione in cui si trovano non è delle migliori, poi devono stare in casa tutto il tempo. Non potendo uscire la situazione si aggrava maggiormente. I bambini poi sono quelli che soffrono di più: abituati almeno per gran parte del giorno ad essere a scuola, a divertirsi con gli amici e i compagni di classe, ritrovarsi così da un giorno all’altro a non poter uscire li ha un po’ destabilizzati.

Ora si trovano costretti a restare nel centro e soprattutto loro fanno un po’ tenerezza, li guardi e ti immedesimi e capisci la loro situazione, immagini cosa stanno provando. Soprattutto i piccoli, quelli un po’ più grandi capiscono la situazione, ma quelli piccoli non capiscono cosa sta succedendo. Quando escono vedi proprio la loro felicità, quasi un atto liberatorio. Per fortuna nella struttura c’è un giardino, però certo poter uscire è un altra cosa. E di questo sono stati privati a causa dell’emergenza.

Pensi che il volontariato svolga un ruolo importante in questo momento?

Sì questo sicuramente. Quello che facciamo è importante sempre, ma forse in questo periodo di più.

 

Intervista pubblicata il 10 Aprile 2020

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