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Stiamo riscoprendo l'importanza dei piccoli gesti

Martina - Servizio civile

Martina è una studentessa fuori sede che sta svolgendo il Servizio Civile regionale, opportunità promossa dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì, presso il Centro Missionario Medicinali. Nonostante la possibilità di sospendere il servizio a causa dell’emergenza Covid-19, ha deciso di restare. Scopriamo perché.

Ci racconti di che si occupa il servizio presso il quale sei volontario?

Io faccio Servizio Civile presso il centro missionario medicinali onlus, che è un centro che si occupa di raccogliere medicine che non sono scadute ma che non servono più e vogliono essere donate. Ad esempio se ho avuto la febbre, ho preso l’antibiotico ma ora non mi serve più, posso metterlo in uno dei punti di raccolta che si trovano nei supermercati o in alcuni centri di ritrovo e in questo modo lo dono a qualcun altro.

Spero che, in queste condizioni di emergenza vissuta da tutti in prima persona, riusciamo a ricordarci che ognuno di noi ha bisogno dell’altro

Noi ci occupiamo di raccogliere questi farmaci, di controllare che siano utilizzabili e integri e, insieme ai volontari farmacisti, di smistarli. Li inviamo dove c’è più bisogno, sia in Italia, nelle realtà più povere, sia in varie parti del mondo, ad esempio ad Haiti o in Africa. Io mi occupo anche di gestire la pagina Facebook dell’associazione e di registrare le varie spedizioni su excel.
Molti dei volontari del centro sono anziani, per precauzione in questo periodo di emergenza sono rimasti a casa. Quindi noi volontari più giovani abbiamo preso il loro posto e ora ci occupiamo quasi di tutto.

Tu infatti sei rimasta in servizio nonostante l’emergenza Covid-19. Perché hai fatto questa scelta?

Perché è un centro che non si può chiudere in questo momento. Da subito sono arrivate molte richieste di medicinali. Mi sono detta “come faccio a pensare che lì non c’è nessuno, proprio ora che serve”. Penso sia un servizio che non si può fermare, come gli ospedali come altri servizi essenziali. L’ho paragonato a questo e ho deciso di restare. Quindi ho continuato la mia attività di volontariato, anche quando la situazione era incerta e non sapevamo se potevamo restare o meno. Abbiamo preso tutte le misure di sicurezza e ora svolgiamo l’attività regolarmente. Noi volontari più giovani continuiamo a venire tutti, stiamo coprendo i posti dei volontari anziani che invece devono stare a casa per non sottoporsi a rischi.

È cambiato qualcosa nel servizio a causa dell’emergenza?

Sì, sono molto aumentare le richieste da parte di diversi di centri di accoglienza e casa famiglie del territorio. Quindi stiamo smistando molti più farmaci qui nel territorio rispetto a prima, probabilmente per via del contagio e della situazione di emergenza.

Pensi che il volontariato svolga un ruolo importante in questo momento?

Beh sì, forse un po’ per deformazione professionale (io infatti studio sviluppo economico, cooperazione internazionale socio-sanitaria e gestione dei conflitti) penso che proprio in questo periodo sia fondamentale.
Sinceramente non mi aspettavo che il servizio venisse sospeso all’inizio, infatti poi quando è stato riattivato ero contenta. Per me il servizio civile è un servizio alla comunità, e quando più che in questo periodo di emergenza c’è bisogno di dare una mano alla comunità. Il volontariato non si è mai fermato, e a maggior ragione in questo periodo deve portare avanti il suo lavoro di aiuto e supporto dei più deboli.
Non avrei mai pensato di vivere una pandemia, e avere l’opportunità di prestare servizio civile in Caritas durante questo evento penso sia unica e rende l’esperienza di vivere il mondo del volontariato ancora più forte di quanto non lo sia già. Adesso si sta riscoprendo l’importanza dei piccoli gesti. Spero che, in queste condizioni di emergenza, vissuta da tutti in prima persona,  riusciamo a ricordarci che ognuno di noi ha bisogno dell’altro. Questo la Caritas lo sa bene e lo insegna a tutti. E personalmente riuscire a dare una mano a qualcuno in questa situazione  mi permette di affrontare in modo sereno questo periodo, lontano dalla mia famiglia, praticamente da sola, ma con il sorriso.

 

Intervista pubblicata il 10 Aprile 2020

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