Irene / #tirocini

Riorganizzazione dei fondi archivistici della Regione Toscana

Scritto e pubblicato da Irene
Irene - Tirocini

Quando decisi di fare la domanda un anno fa per questo tirocinio promosso dalla Regione Toscana, tentai, come alcuni fanno quando non vedono troppe possibilità davanti a sé e colgono la prima occasione che gli si presenta davanti agli occhi. In quel periodo ero abbastanza demoralizzata.

Quando lessi il bando, sapevo di poter avere dei buoni requisiti, avevo svolto diversi tirocini in ambito archivistico anche se la mia laurea era in Storia dell’arte e avevo fatto solo un esame di archivistica.

Un bel giorno mi chiamarono e anche se, pensavo, “durerà solo sei mesi”, fui molto contenta della selezione.
Il primo giorno di lavoro capii subito il clima di collaborazione che regnava in quegli uffici e soprattutto tra le mie tutor.

Cominciai a conoscere i miei colleghi e compresi che tutto il lavoro si sarebbe basato su questo: reciproco aiuto e coinvolgimento.

Ci hanno dato la spinta ad andare avanti per non abbattersi troppo difronte alle prime difficoltà

Ognuno di noi proveniva da contesti di studio diversi e solo due avevano scelto di fare archivistica.
Non per questo, il nostro approccio è stato titubante ma ci siamo immersi completamente in quella realtà.
Il lavoro che ci è stato presentato era molto grosso e nasceva dalla necessità di razionalizzazione degli spazi, in seguito alla spending review che imponeva la dismissione di alcuni edifici non di proprietà della Regione.

Dopo un iniziale momento teorico, in cui le tutor ci hanno parlato di termini specifici quali “versamento”, “scarto” e “condizionamento” del materiale, costituzione delle “serie” e differenza tra archivio storico e archivio di deposito, è iniziato il lavoro di analisi dei documenti per la dismissione di alcune sedi distaccate (prima fra tutte quella di Via Bardazzi che ci ha impegnato nel mese di marzo). In quest’ottica si è inserito anche il nostro intervento, costantemente affiancato dal personale del settore archivistico.

In pratica la nostra attività, soprattutto nei primi mesi, si è concretizzata nell’affiancamento al personale interessato dai trasferimenti al fine di accelerare la gestione della  documentazione presente negli uffici. Tale gestione ha significato soprattutto curare la fase dello scarto e del versamento (redigendo i rispettivi elenchi), così come disporre la documentazione all’interno dei faldoni. In molti casi ci siamo trovati di fronte a materiali estremamente eterogenei, che spesso si erano sedimentati nel tempo, molto oltre la cessazione del valore amministrativo del documento, e nello spazio (occupando le superfici più disparate: armadi, sgabuzzini, sottotetti). Il lavoro sembrava infinito e un po’ riflessioni sono nate soprattutto nel decidere se mantenere materiale (anche se amministrativamente fuori termine) o se conservarlo in quanto parte di una documentazione più ampia. Dovevamo rispettare le scadenze.

Questo tempo limitato ha attivato una catena di lavoro molto solida di lavoro tra il materiale gestito presso gli uffici della Giunta regionale e quello inviato all’archivio fisico dell’ Osmannoro. Parallelamente, infatti, ci siamo occupati di “accogliere” la documentazione una volta arrivata in questa sede, curandone spesso la collocazione delle serie sugli scaffali.
A termine di questi sei mesi di apprendimento e lavoro, posso dire di essermi approcciata soprattutto nella pratica, a una realtà che per tanti versi mi era sconosciuta e che mi ha permesso di capire un po’ di più il funzionamento dell’organizzazione amministrativa regionale.

La passione per questo lavoro, trasmessa dalle nostre tutor, ci ha permesso di chiarire dubbi e intrattenere anche approfonditi dialoghi sulla realtà archivistica attuale e non solo. Il loro è stato un riscontro molto positivo; i loro consigli ci hanno dato la spinta ad andare avanti per non abbattersi troppo difronte alle prime difficoltà, soprattutto nella ricerca del lavoro.

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