Chiara / #lavoro

Con il voucher coworker sono riuscita a coinciliare meglio famiglia e lavoro

Chiara - Lavoro

Intervista a Chiara Pagni 34 anni, che ha usufruito di un voucher per coworker che la Regione Toscana nell’ambito del progetto Giovanisì, mette a disposizione per sostenere i giovani liberi professionisti, intervenuta alla tappa di “Giovanisì in tour, il progetto raccontato dai giovani toscani” dedicata alle #StoriePossibili tra formazione e lavoro che si è svolta nell’ambito della Fiera Toscana del Lavoro, promossa dalla Regione Toscana e ARTI – Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego. A cura di Davide De Crescenzo, Direttore di Intoscana.it.

Chiara tu attraverso i voucher messi a disposizione da Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani, hai potuto portare avanti la tua attività all’interno di un coworking, conciliando fra l’altro la tua vita di mamma e libera professionista. Ci racconti la tua esperienza

Sì, partiamo dall’inizio. Io volevo fare la scuola di grafica pubblicitaria, ma i miei genitori non volevano. Mi sono iscritta al liceo linguistico che però per me era troppo pesante, al quarto anno ho mollato e ho iniziato a lavorare. Sono passata da un lavoretto all’altro, un po’ di tutto e nel mentre ho messo su famiglia. A 28 anni mi sono ritrovata con quattro figli e la voglia di fare qualcosa che andasse oltre l’essere mamma. Ho deciso di ributtarmi nell’ambito della grafica. Ho quindi iniziato un corso in accademia privata grazie all’aiuto di mia mamma che mi ha pagato gli studi.

Nel coworking c’è più umanità, apprendimento, collaborazione

Finita l’accademia come sei entrata nel mondo del lavoro?

Quando ho finito l’accademia mi sono resa conto che mamma e lavoratrice sono due parole che non vanno molto d’accordo. Le aziende che si rivolgevano all’accademia per assumere diplomati spesso cercavano figure full time, cosa per me impossibile. Insomma, il lavoro c’era ma non era molto compatibile con la mia vita visto che non ho nemmeno l’aiuto dei nonni e mio marito lavora a tempo pieno. Ho capito che l’unica cosa che potevo fare era aprire una mia ditta, da libera professionista. A livello professionale però lavorare da casa non è il massimo, quindi ho cercato un coworking che inizialmente ho pagato, ma non riuscivo a sostenere tutte le spese…

Ed è qui che il tuo percorso si incrocia con le opportunità del progetto Giovanisì…

Sì, sono venuta a conoscenza della possibilità di ottenere un rimborso dalla Regione Toscana il costo della postazione di coworking per un anno, fino a 3.000 euro. Ho pensato che era proprio l’aiuto di cui avevo bisogno.

Quali sono gli aspetti positivi di lavorare in un coworking?

Nel coworking dove ho la postazione ci sono figure professionali simili alla mia e con cui ho potuto fare rete, collaborare e mettere in campo nuovi progetti lavorativi. C’è un forte scambio di idee ma anche di tempo. Si sta insieme, si prende un caffè e si supera uno degli aspetti negativi di questo lavoro che è quello di ritrovarsi sempre soli, a casa, davanti ad un computer. C’è più umanità, apprendimento, collaborazione.

 

Scopri le opportunità di Giovanisì per Lavoro

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