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Il coworking? Uno spazio di condivisione

Ignazio - Lavoro

Il coworking come spazio dove poter interlacciare una rete di collaborazioni fruttuose e vincenti. Ignazio è uno dei tanti giovani che ha beneficiato del bando voucher per coworking, bando promosso dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì (e finanziato con POR FSE 2014/2020) riuscendo a trovare uno spazio dove portare avanti i suoi progetti.
Noi di Accènti, il progetto di storytelling di Giovanisì, l’abbiamo intervistato per farci raccontare come è andata la sua esperienza.

Come sei venuto a conoscenza del bando voucher per coworkers promosso dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì e cosa ti ha permesso di fare?

Sono venuto a conoscenza del bando nello spazio di coworking dove lavoravo qualche anno fa. Alcuni colleghi mi avevano segnalato questa opportunità, ma purtroppo lo spazio dov’ero non era accreditato dalla Regione, quindi, per non perdere l’opportunità di ottenere il voucher, mi sono trasferito all’Impact Hub di Firenze, dove lavoro ancora oggi.

Parlaci del tuo background: che studi hai fatto, di cosa ti occupi adesso, e da cosa nasce la passione per l’architettura e il design?

Ho studiato come geometra, anche se non ho mai esercitato la professione, e successivamente al diploma mi sono iscritto al corso di studi in Disegno Industriale, sotto la Facoltà di Architettura. Durante il mio periodo di formazione ho lavorato presso studi di design in qualità di supporto alla progettazione e al rendering di interni e, dopo, ho aperto anche uno studio con un collega di corso. Quando, dopo 5 anni, abbiamo deciso di terminare la nostra esperienza insieme e lo studio è stato chiuso, ho deciso di provare l’esperienza di lavorare all’interno di un coworking dove poter portare avanti la mia attività. Al momento mi occupo di attività legate al mondo del 3D, realizzando immagini per architettura e design.

Che cosa significa lavorare in uno spazio aperto e di continuo scambio come il coworking?

Sicuramente io posso vedere le enormi differenze che vi sono tra lavorare in un coworking e lavorare in un ufficio privato, dato che, oltre ad avere avuto uno studio mio, ho lavorato per oltre 10 anni in piccoli studi.

Il consiglio che posso dare ai giovani è quello di mettersi in gioco e mescolarsi con altre personalità che si possono incontrare in un coworking

La grossa differenza è la rete di professionisti che si viene a creare all’interno di uno spazio come il coworking, il quale è davvero uno spazio di condivisione in cui si crea una rete di fiducia reciproca tra i vari professionisti che vi lavorano e in cui si ha l’opportunità di lavorare a progetti complessi, naturalmente in collaborazione con altre realtà all’interno dello stesso luogo di lavoro.

Che consiglio daresti ai tuoi coetanei o agli altri giovani liberi professionisti che cercano spazi dove lavorare ed esprimersi?

Il consiglio che posso dare ai giovani è quella di non far coincidere la propria identità con uno spazio fisico circoscritto come quello dello studio privato, ma mettersi in gioco e mescolarsi alle altre personalità che possono incontrare all’interno di uno spazio condiviso (e di condivisione) qual è il coworking.

Progetti futuri: resterai a lavorare all’interno dello spazio coworking o pensi di aprire un tuo studio in futuro?

La carriera è lunga, però per il momento quello del coworking è un modo di lavorare per me congeniale, oltre ad essere anche piacevole e vincente. Si tratta di una realtà giovane e dinamica, dove però non manca la serietà necessaria per lavorare a regola d’arte. Sarà comunque interessante vedere come, in futuro, si evolverà il sistema dei coworking.

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