Obiettivo: non dimenticare il passato!

Gli studenti che hanno partecipato al Treno della Memoria 2019 raccontano il loro viaggio studio

Le testimonianze citate in questo articolo provengono nella maggior parte dei casi  da uno speciale di Toscana in Onda (“Il Treno della Memoria a occhi chiusi”) e dagli interventi sul Treno della Memoria 2019 redatti da Toscana Notizie, l’agenzia di informazione della giunta regionale, che, come per le precedenti edizioni, ha seguito l’iniziativa, svoltasi tra il 20 e il 24 gennaio 2019, tenendo un diario di bordo del viaggio studio degli oltre 550 studenti toscani in Polonia, e creando sul proprio sito una pagina dedicata.

Firenze, 23 novembre 1943. La Stazione di Santa Maria Novella, inaugurata solo qualche anno prima, è stipata di persone. Al binario 16 si radunano centinaia di uomini, donne e bambini. Non si tratta, però, di normali viaggiatori, bensì di cittadini italiani di origine ebraica che stanno per essere caricati su un treno che conduce in Polonia, più precisamente al campo di concentramento di Birkenau. Un viaggio verso l’inferno, un viaggio, per molti (per troppi!) senza ritorno. Ad attenderli un orrore che non bisogna assolutamente dimenticare.

Firenze, 20 gennaio 2019. Come molti anni prima, la Stazione di Santa Maria Novella è piena di viaggiatori che, un po’ confusamente, si spostano da una parte all’altra della struttura. Al binario 16 si radunano centinaia di persone, la maggior parte ragazzi. Si tratta di viaggiatori, ma non si tratta di un viaggio normale e di routine. Oltre 550 studenti toscani, provenienti dalle scuole secondarie superiori e dalle università, stanno per compiere un viaggio che molti loro coetanei hanno compiuti molti anni prima, in una giornata molto simile, terribilmente fredda, ma estremamente diversa. Sono i giovani passeggeri del Treno della Memoria 2019, iniziativa promosso dalla Regione Toscana nell’ambito di Giovanisì e in collaborazione con il Museo della deportazione di Prato.

Un viaggio verso la Polonia, verso i luoghi dell’Olocausto, ma soprattutto un viaggio a ritroso nel tempo per riconquistare la memoria di un tragico evento che proprio le nuove generazioni – con il supporto di quelle passate – hanno il dovere di non far cadere nell’oblio. Dal 20 al 24 gennaio, gli studenti toscani che hanno partecipato all’iniziativa hanno vissuto emozioni indescrivibili, visitando, tra gli altri, i campi di concentramento di Birkenau ed Auschwitz, il ghetto di Cracovia e, sempre nella città polacca, hanno ascoltato i racconti dei testimoni della Shoah, e si sono confrontati con i coetanei polacchi grazie all’evento “Europa e Memoria”.

Un’esperienza importante e necessaria, quella del viaggio-studio in Polonia, che ha profondamente segnato i giovani partecipanti, come Alessandro, presidente del Parlamento degli Studenti della Regione Toscana, che non scorderà mai il silenzio spettrale dei campi di concentramento, e come Luisa, che racconta quanto il viaggio non potrà che rimanere per sempre con lei: “Questa esperienza rimane nel cuore e nella testa per sempre. Provo dolore per quello che ho visto durante questo viaggio. Come potevano, penso, essere felici e provare piacere nel torturare e uccidere in questo modo altri esseri umani?”.

“Più che l’immagine dei campi di concentramento”, afferma Elisa, “è la sensazione del freddo che ho avuto, quando abbiamo visitato Aushwitz, la cosa che mi è rimasta più impressa durante il corso del viaggio”. Lavinia, invece, sottolinea come lei e gli altri giovani si sono trovati a confrontarsi con un viaggio (da fare almeno una volta nella vita) che ha fatto scoprire a lei e ai suoi amici un evento che le nuove generazioni conoscono solitamente esclusivamente attraverso i libri di scuola: “Posso dire che se una cosa non la vedi con i tuoi occhi non la puoi capire fino in fondo. Per tutti questi anni abbiamo studiato la Shoah e le atrocità che hanno colpito gli ebrei, però non avevamo capito”.

Al contrario di Lavinia, però Sara sostiene che forse anche dopo il viaggio, capire davvero che cos’è stato l’orrore dell’Olocausto è forse impossibile: “Mi sono sentita congelata da tutto ciò che avevo intorno. Ho improvvisamente capito di non poter provare alcun tipo di emozione, ero come paralizzata, e mi sono sentita in colpa perché mi sentivo impassibile di fronte a tutto quello che avevo intorno. Poi, ragionandoci un po’, mi sono resa conto di questa sensazione che provavo: forse davanti a una cosa così immensa, così grande, per noi ragazzi di oggi che abbiamo tutto è difficile comprendere fino in fondo che cosa è stato”.

Eden è una ragazza di origine ebraica, la cui famiglia ha subito negli anni Quaranta la deportazione. Per lei il viaggio ha naturalmente rappresentato qualcosa di più di una semplice presa di coscienza: “È tutta la vita che in fondo mi preparo a questa esperienza. Non è facile ascoltare ma non si può neppure tenere dentro, anche se doloroso. È importante essere testimoni”.

“Dobbiamo ricordare, non dovremmo farlo solo il 27 gennaio e soprattutto non dovremmo mai smettere di contestualizzare”, dice Tommaso.  Oumaima e Omaima, due giovani studentesse di origine musulmana, sostengono invece di essere cresciute di almeno tre anni durante il loro soggiorno in Polonia, tanta è la consapevolezza che hanno acquisito.

Giulia racconta di come la visita in certi luoghi ha segnato nel profondo sia lei sia gli altri giovani viaggiatori: “Ho visto le facce di tanti di noi: venire qua ti può davvero far cambiare idea”. Mentre Nancy , per concludere, afferma: “A casa mi porterò tanta conoscenza in più, tanti ricordi, ma anche tanta tristezza”.

Un ritorno a casa, avvenuto il 24 gennaio, che non significa però, sotto un certo punto di vista la fine del viaggio, bensì una sorta di nuovo inizio. Infatti, gli studenti che hanno partecipato al Treno della Memoria 2019 sono chiamati ora a ricoprire un altro ruolo rispetto a quello di viaggiatori, quello di testimoni di un’esperienza che sicuramente racconteranno ai loro coetanei (nelle scuole e nelle università), rammentando la necessità di non perdere la memoria, ma, al contrario, di
preservarla.

Guarda lo speciale di Toscana in Onda, dedicato al viaggio studio degli oltre 550 studenti toscani: “Il Treno della Memoria a occhi chiusi”.

 

Il Treno della Memoria è un’iniziativa formativa rivolta studenti degli istituti secondari superiori e dell’università toscane: un viaggio nei luoghi dello Sterminio per far conoscere ai giovani ciò che è avvenuto nel cuore dell’Europa durante la seconda guerra mondiale.

Il Treno della Memoria rientra tra le attività promosse da Giovanisì ed in particolare si inserisce in Giovanisì+, area del progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani dedicata a temi come partecipazione, cultura, legalità, sociale e sport.

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