Il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

Tra i partecipanti della delegazione italiana alla Convention, anche Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani

Il ruolo degli Youth worker, gli animatori socio-educativi, e’ fondamentale per la tenuta della coesione sociale e territoriale nel nostro Paese. Per questo, in Italia, cosi’ come gia’ avvenuto in altre nazioni europee, il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale insieme ad Agenzia Nazionale per i Giovani stanno muovendo i primi passi per il riconoscimento giuridico della professione di Youth worker, come annunciato anche di recente dal ministro Vincenzo Spadafora”. A dichiararlo e’ Lucia Abbinante, direttrice generale dell’Agenzia Nazionale per i Giovani in occasione del 3rd European Youth Work Convention, organizzata dal Ministero federale tedesco per la famiglia, gli anziani, le donne e la gioventu’ (BMFSFJ) e dall’Agenzia Nazionale tedesca Jugend fuer Europa, che si e’ conclusa il 10 dicembre 2020 su https://www.eywc2020.eu/en/.

L’incontro ha offerto un’opportunità unica per disegnare un quadro strategico europeo per sviluppare e rafforzare ulteriormente le pratiche e le politiche dell’animazione socio-educativa in tutta Europa. Sono circa 1.000 i rappresentanti presenti della comunità dello youth work provenienti da 50 Paesi europei: stakeholder dello youth work a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, organizzazioni, formatori, ricercatori ed educatori, Istituzioni europee e Agenzie Nazionali. E’ stimato che in Europa siano operativi circa 2 milioni di Youth Worker. Come negli altri Paesi dell’Unione Europea, anche in Italia gli animatori socioeducativi/youth worker sono impegnati in diversi spazi e progetti extra-scolastici, dove si offrono ai giovani opportunità di apprendimento, crescita personale e sociale, sviluppo di abilità utili al proprio percorso formativo e lavorativo, creatività, dialogo interculturale, volontariato, cittadinanza attiva, iniziativa progettuale e associativa, dialogo con le istituzioni e partecipazione attiva nelle decisioni di politica pubblica a livello locale e nazionale. Particolare attenzione è data ai giovani più vulnerabili e al contrasto verso ogni forma di pregiudizio e discriminazione sociale nei loro confronti. Gli youth worker in Italia operano in una pluralità di forme e contesti, dai centri giovanili agli Informagiovani, dai centri culturali alla co-gestione di associazioni e spazi insieme ai giovani, dall’animazione di strada al lavoro socioeducativo attraverso i media digitali, dagli scambi giovanili a livello Europeo ai forum e consigli giovani. “L’Italia ha partecipato alla convention con una delegazione (di cui fa parte anche il progetto Giovanisì) guidata dal Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Agenzia Nazionale per i Giovani. La delegazione, che vedrà il coinvolgimento di ulteriori attori per proseguire il processo di riconoscimento della figura professionale in Italia, e’ composta da animatori socio-educativi, ricercatori, formatori, organizzazioni del settore, decisori politici regionali e locali. Soggetti che, ad ogni livello, hanno sviluppato expertise e buone prassi nel contesto dello youth work”, afferma Flavio Siniscalchi, Capo del dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale. Il riconoscimento del ruolo dello youth work come leva determinante nel lavoro di contrasto dell’esclusione sociale, di rafforzamento della coesione territoriale e sociale e come leva per la formazione delle competenze per lo sviluppo dei giovani come persone e come cittadini attivi e’ centrale nelle politiche europee e, in questo contesto, l’animatore socio-educativo per i giovani, come viene definito lo youth worker in italiano, e’ considerato dall’Unione europea tra le nuove figure professionali più importanti da incentivare e sostenere in tutti gli Stati membri.

Fonte: Comunicato stampa dell’Agenzia Nazionale per i giovani